La risposta della terza corsia per il Cantone contribuirà a rimediare alle criticità dell'asse autostradale nel Mendrisiotto
Quanto a traffico, colonne di auto e mobilità difficile sull'asse autostradale, un fatto è chiaro, anche al Cantone: per cambiare panorama andrebbe rivista in toto l'A2. Ma non è questo, oggi, l'obiettivo del progetto PoLuMe - si legga la terza corsia dinamica tra Mendrisio e Lugano -, che cercherà piuttosto di rimediare alle criticità emerse nel tempo a seguito di scelte operate oltre cinquant'anni or sono. Il tracciato dell'autostrada, all'epoca, fa memoria il Consiglio di Stato (CdS), aveva "goduto del consenso da parte della popolazione e delle autorità politiche". Visto adesso, invece, è solo un nodo da sciogliere senza pagare pegno sul piano ambientale e paesaggistico. "È innegabile - riconosce il Cantone rispondendo alla decina di domande allineate dal gruppo dei Verdi del Ticino per voce di Nicola Schoenenberger -, che la soluzione dei problemi creati dall'A2 al Mendrisiotto sarebbe possibile solo con un completo ripensamento del tracciato". Come dire, una vera impresa. Anche se a Chiasso ci hanno già fatto un pensierino.
La meta finale del progetto proposto dall'Ustra, l'Ufficio federale delle strade, con i suoi quasi due miliardi di investimento, in ogni caso, è un'altra. Il mantra, condiviso pure dall'autorità cantonale, è la fluidificazione del traffico fra Mendrisio e Lugano (nord) e l'alleggerimento delle strade cantonali e comunali. Tanto più, si conferma, che si tratta di un'opera a "valenza sovraregionale", che si trova allo stadio di progetto generale, quindi, in una fase "molto più avanzata" di altre ipotesi come la messa in circonvallazione in galleria o la copertura dell'autostrada nei centri abitati. Prospettive, in realtà, a cui aspira buona parte della popolazione, così come i 6'300 firmatari della petizione consegnata a Berna, contrari alla variante federale.
Il Cantone assicura, comunque, che seguirà con interesse i possibili ulteriori sviluppi; "veglierà" affinché i disagi procurati dal cantiere, imponente, "siano ridotti al minimo indispensabile"; e vigilerà per evitare che una gestione flessibile delle corsie non riesca a scongiurare un aumento incontrollato del traffico. Certo i sacrifici, seppur temporanei, non mancheranno - parte di uno di campeggi di Melano sarà interessata, si conferma, da alcune istallazioni legate ai lavori -, ma i "benefici globali" che deriveranno dall'opera, motiva il CdS, li giustificano. Anche perché, rilancia, "le zone toccate dai lavori hanno la possibilità di essere riqualificate".
D'altro canto, fa capire a chiare lettere il Cantone, non si potrà fare a meno di questo potenziamento dell'autostrada. "Le modalità di trasporto più sostenibili - ribadisce - non sono tuttavia sufficienti a soddisfare la domanda di mobilità complessiva, in particolare nelle ore di punta, motivo per cui non si può prescindere da una reste autostradale e stradale efficiente".
Per il momento, insomma, bisogna accontentarsi dei risultati raggiunti. Inclusi quelli perorati dal Consiglio di Stato, come l'aggiramento del nucleo di Bissone e un ripensamento sul nuovo svincolo di Melano