Un residente nella parte alta della strada chiede da tempo al Municipio di introdurre una zona 30. 'Oggi c'è troppo traffico, senza contare i bus'
Mendrisio avrà il suo 'Rumorometro'. Saperlo, però, non basta a placare gli animi di chi, in Città, abita nella parte alta di via Vela. Da troppo tempo, infatti, chi affaccia sul tratto di strada fra l'incrocio con via Lanz e piazza San Giovanni (lì a due passi dal Museo d'arte) deve convivere con i rumori di fondo del traffico motorizzato e degli autobus che passano, da mattina a sera inoltrata, da quelle parti. E il baccano ha superato da un po' il limite di sopportazione. Ormai ne va della qualità di vita, soprattutto per uno dei residenti in zona. Ai suoi orecchi quel collegamento cittadino si è guadagnato, in effetti, la palma della «peggiore» arteria locale. A tal punto che dal 2016 sta rendendo partecipe del problema autorità comunale e cantonale e persino la Commissione regionale de trasporti (Crtm). Le missive si sono susseguite - l'ultima a Dipartimento del territorio e Crtm è del marzo scorso -, ma la situazione, quella, lamenta, non è cambiata di un decibel. Ecco che mese dopo mese questo cittadino ha sperato in quello che, al momento, ha tutta l'aria di essere un sogno: trasformare la parte alta di via Vela in una zona a 30 chilometri orari, inserendola tra gli interventi a priorità '1'. Richiesta rilanciata nell'ultimo scritto indirizzato all'esecutivo.
Per ora, in ogni caso, nell'elenco delle vie dei vari Quartieri in cui è prevista l'introduzione dei 30 orari, via Vela non c'è. Non è inserita nel pacchetto di opere parte del credito quadro di un milione e 250mila franchi votato dal Consiglio comunale e da spendere entro fine anno. Per chi ci abita, però, l'urgenza c'è eccome. L'impressione, ci spiega il residente, è che sin qui si sia data la precedenza alla sicurezza stradale rispetto alla tutela degli abitanti dal rumore. In realtà, aggiunge, un rimedio è previsto: la posa di uno strato di asfalto fonoassorbente. Una soluzione ritenuta inadeguata, fa capire. «Il Municipio - esplicita oggi come in una lettera all'esecutivo di qualche mese fa - sta usando i residenti come cavie per vedere se l'asfalto fonoassorbente è sufficiente, sta giocando con la preziosa salute delle persone».
Anche se il residente vede nella 'sua' strada la candidata ideale per farne una zona 30, l'autorità non sembra proprio pensarla allo stesso modo. «Mi hanno spiegato che via Vela è una strada collettrice principale, un asse di scorrimento. Di conseguenza la circolazione deve restare funzionale. A mio modo di vedere, però - rilancia -, i criteri per iscriverla fra i collegamenti a 30 orari sussistono». Come dire che si sarebbe dovuto effettuare un esame più attento degli interessi in gioco. Invece, lamenta ancora, gli aspetti legati al rumore e alla qualità della vita sono stati «ignorati».
A favore della sua causa, del resto, questo cittadino porta dati e numeri. La prima cifra fa riferimento ai decibel misurati lungo la via, che superano, fa notare, la soglia di legge, Catasto dei rumori alla mano. La seconda richiama il traffico giornaliero medio, che nella parte alta si attesta su circa 5mila veicoli: aspetto, osserva, che ne fa una 'strada orientata all'insediamento. Ergo, conclude, «una buona candidata» ai 30 orari stando alle definizioni delle nuove linee guida cantonali. Poi, richiama, accanto ai mezzi pesanti (non pochi), «c'è il passaggio di un centinaio e oltre di bus (Autolinea Mendrisiense e Autopostale) quotidiani», e questo dalle cinque del mattino all'una di notte. Un andirivieni, quest'ultimo, al centro, come detto, di un'altra missiva inviata a Dipartimento del territorio e Crtm. Perché, scrive l'abitante di via Vela, anche i «mezzi pubblici contribuiscono in modo importante all'inquinamento fonico e al disturbo dei residenti» e con il nuovo orario, da dicembre, potenziata l'offerta, è cresciuto pure il disagio.
Lo conforta nelle sue argomentazioni l'osservazione del via vai che lo ha portato a concludere come durante i giorni feriali dalla strada transitano 248 autobus al giorno, il sabato e i festivi 166. A conti fatti, ribadisce, si parla di 12 bus all'ora, restituendo una «frequenza molto alta»; e se si calcola, insiste il residente, che «ogni mezzo pesante fa rumore come dieci auto», la quotidianità non è tranquilla pur abitando in un quartiere residenziale.
Il cittadino non lo manda a dire: «Bisogna immaginare di vivere qui». Così chiama in soccorso le indicazioni federali. In effetti, motiva, «con una zona 30 si sarebbe sicuri, lo dicono diversi studi della Confederazione, che il rumore diminuirebbe durevolmente e ci sarebbero anche molte altre conseguenze positive, anche sul traffico». Senza trascurare il fatto, rincara, che nelle ultime sentenze del Tribunale federale la protezione della salute ha assunto un peso maggiore. E ridurre la velocità (anche solo da 50 a 30 orari) darebbe modo, come fatto presente nella missiva al Municipio citando sempre documenti federali, di fluidificare il traffico e di diminuire le emissioni sonore di circa tre decibel. Alla fine, ricorda, andare un po' più piano in quel tratto di strada non è un gran sacrificio e attutirebbe tanti problemi. Tanto più, conferma il residente, che altre vie, anche vicine, sono state inserite nell'elenco delle zone 30; allora quella riservata è «una palese discriminazione e disparità di trattamento che pesa sulla salute dei residenti di via Vela alta». Purtroppo, però, chiosa, «sin qui le autorità sono rimaste sorde».