Un gruppo apartitico di cittadini ha deciso per la raccolta di firme contro il credito di 2,2 milioni di franchi per il comparto dedicato agli anziani
Un gruppo apartitico di cittadini di Novazzano ha deciso di procedere alla raccolta di firme per promuovere un referendum a livello comunale contro la risoluzione municipale, approvata dal consiglio comunale, del credito di 2,2 milioni di franchi per la progettazione delle tre palazzine per “anziani autosufficienti” a Casate. Il credito rappresenta la prima tappa di una spesa complessiva di 18 milioni di franchi. Il gruppo, considerata l’entità delle cifre, ritiene "urgente e doveroso avvalersi dello strumento democratico del referendum per lasciare l’ultima parola a tutti i cittadini di Novazzano". Le ragioni che sostengono un’opposizione netta e radicale al credito sono tanto di ordine finanziario che di ordine sociale e ambientale.
I 32 appartamenti per “anziani autosufficienti” sono, secondo i promotori, "un investimento insostenibile di fronte all’attuale momento di crisi sanitaria ed economica, le cui gravi conseguenze non sono ancora quantificabili. Appare del tutto irragionevole pensare che, confrontata con il persistente calo della popolazione e il costante aumento delle abitazioni sfitte, tanto marcati nel Mendrisiotto, l’operazione possa autofinanziarsi come sostenuto dai suoi fautori. Il rischio che il Comune si assume con una spesa di tale entità è altissimo e non potrà che riflettersi sulle casse e sul moltiplicatore comunali!" si legge in un comunicato stampa.
Ancora altre le riflessioni: "Gli affitti dei singoli appartamenti risultano, secondo calcoli attendibili, ben al di sopra delle medie di mercato, per cui è veramente difficile pensare che un numero tanto importante di anziani decida di trasferirvisi. D’altra parte esistono forme di aiuto e di assistenza a domicilio che già intervengono in modo efficace in situazioni difficili o transitorie per gli anziani. La costruzione di fianco alla casa per anziani di tre palazzine per “anziani autosufficienti” crea un “quartiere per anziani” inaccettabile da un punto di vista sociale. L’anziano vive (e vuole vivere) nel tessuto sociale e in un contesto intergenerazionale. Un modello di segregazione è da rifiutare a priori. Le supposte esigenze o facilitazioni di servizi – come sostenuto dai fautori - possono essere facilmente coperte dalle efficienti e collaudate forme esistenti di aiuto e di assistenza a domicilio senza stravolgere abitudini di vita dell’anziano. Il progetto in discussione viene a compromettere un’area di pregio paesaggistico, una terrazza naturale e una vista aperta verso il Monte Generoso e la valle di Muggio. Davanti ai processi di cementificazione e di degrado territoriale, il Comune dovrebbe assumere un ruolo consapevole a difesa dei valori ambientali, di tutela del territorio e del verde".