Sulla politica dell'alloggio la Città ha in previsione uno studio di fattibilità. La formula delle cooperative d'abitazione? 'Interessante'
La Città di Mendrisio lo sa bene. Oggi non basta gestire il patrimonio di alloggi sociali in dote. Accantonata l'idea di edificare in proprio, occorre tenere d'occhio i movimenti del mercato. Adesso più che mai visto il crescente tasso di sfitto e le abitazioni rimaste vuote. Ragioni sufficienti per il Municipio locale per continuare a monitorare la situazione. Ecco perché l'autorità comunale segue da vicino studi e analisi - primo su tutti l'esame sugli appartamenti a pigione sostenibile ripreso in mano quest'anno dal Cantone -, per tracciare la rotta per il futuro. Una rotta che ora incrocia anche nuove esperienze, come quella delle cooperative di abitazione. Del resto, Insieme a Sinistra e Verdi si aspettavano ben più di intenzioni quando, in febbraio hanno chiesto all'esecutivo cittadino un punto della situazione. Ora sanno che l'autorità locale ha in mente una indagine ad hoc.
In effetti, "la politica degli alloggi - conferma il Municipio - non solo deve rispondere alle necessità del Comune, ma deve anche puntare sulla progettualità. Tale progettualità deve tener conto dell’evoluzione demografica, dell’aspetto reddituale della popolazione di Mendrisio e della qualità ambientale, in senso ecologico e sociale". Di sicuro, come fa notare lo stesso esecutivo, lo studio cantonale restituirà delle indicazioni sullo stato dell'arte e sugli interventi puntuali a livello distrettuale e comunale. La Città, però, non è rimasta a guardare. Con una risoluzione, si fa sapere agli autori dell'interrogazione, si è sottoscritta l'adesione al progetto pilota promosso dalla Fondazione Ticinese per il secondo Pilastro (Ftp), denominato 'R-Innovare edifici e territori: nuove forme di abitare in una società longeva'. Una realtà quella della Ftp che, si spiega, gestisce undici immobili a reddito nella Svizzera italiana, uno dei quali nel Quartiere di Rancate. L'approccio messo in campo coinvolgerà pure Cantoni, Comuni, oltre ai principali attori del settore e ai locatari. Cosa ci si aspetta? Di "identificare i mutamenti sociali e ambientali che si profilano all’orizzonte e che richiedono una riflessione sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale alfine di arrivare a creare un’offerta residenziale per la società di domani in un’ottica di sviluppo sostenibile".
Prima di vedere i risultati del lavoro in questo caso si dovranno attendere circa due anni e mezzo. D'altro canto, la partecipazione è stata vista come un modo utile e interessante per concludere un discorso avviato nel 2012 con l'analisi 'Mendrisio a misura di anziano'. Il progetto, si illustra ai consiglieri, darà modo, infatti, di "acquisire nuove idee nell’ambito della progettazione sul territorio di edifici a misura di anziano"; di ricevere "risposte adeguate alle sfide legate alla residenza, alla qualità dello spazio pubblico ", così da raggiungere "l’obiettivo di una buona qualità di vita per tutti; e infine, di "apprendere la combinazione di metodi di analisi degli edifici e dei quartieri dal profilo strutturale e tecnico (infrastrutture, accessibilità, ...), combinate con metodologie partecipate che vedranno attivati i residenti degli edifici e dei quartieri interessati dal progetto".
In questo momento, come riconosce il Municipio, occorre guardare al mercato dell'alloggio con "occhi nuovi" per assicurare "risposte efficaci". Tutto ciò consapevoli della composizione sociale della cittadinanza. Di fatto, anche a Mendrisio "prevale la componente femminile della popolazione, soprattutto nelle fasce più anziane"; una fascia in cui oltre il 60 per cento vive solo. In più, l’età media pari a 46 anni è più alta di quella ticinese; mentre meno di un quarto dei residenti è di origine straniera, principalmente europea. Ecco che la Città si fa un obbligo di "pensare a nuove progettualità". Morale: ci si prefigge di avviare, come detto, "uno studio di fattibilità per definire al meglio i possibili interventi". D'altra parte, si sottolinea, è "nell’interesse di Mendrisio offrire ad anziani e famiglie possibilità abitative in linea con le esigenze attuali".
Già nelle 'Strategie Mendrisio 2030", in effetti, veniva indicata la strada da imboccare: arginare il moltiplicarsi di nuove case, così da evitare "il forte consumo di terreni liberi edificabili, adibiti in parte a orti o vigneti". Di conseguenza da tempo era chiaro il fatto che la Città ha "il compito di monitorare l’evoluzione del mercato di stabili abitativi, poiché negli ultimi anni il settore immobiliare ha prevalentemente offerto proprietà per piani". E che Mendrisio "intende perseguire una politica degli alloggi che possa assicurare un equo rapporto fra l’offerta di appartamenti d’affittare e l’offerta di appartamenti d’acquistare".
In questo momento, quindi, non si esclude alcuna via. E qui i consiglieri di Insieme a Sinistra e Verdi - Grazia Bianchi, Cristina Marazzi, Giacomo Stanga, Claudia Crivelli Barella, Daniela Carrara e Andrea Stephani - hanno sollecitato l'esecutivo sulle cooperative di abitazione. In effetti, il Municipio conferma di guardare "con molto interesse alle Cooperative, che innescano dinamiche nuove per il Ticino" (tanto da poter fare un pensierino sulla possibilità di diventare socio di Cam'On o Cassi). Lo testimonia l'intesa stretta con Cassi, le Cooperative d’abitazione svizzera (Sezione della Svizzera italiana) - che collabora con la Cooperativa abitativa del Mendrisiotto Cam’On - per dare il via a uno studio di fattibilità - già finanziato di recente - per una Cooperativa d’abitazione all'ex Coop di Arzo.
L'edificio della vecchia Coop di Arzo, insomma, potrebbe conoscere una seconda vita. La proposta degli autori del rapporto? Un "progetto collettivo che mantenga vivo e attrattivo il paese, creando un luogo di incontro multifunzionale ricco di stimoli, attività economiche, piccoli commerci, che favoriscano un’economia circolare e servizi che invoglino i cittadini a fruirne". Un obiettivo che potrebbe essere centrato proprio grazie alla formula giuridica delle cooperativa, "quale struttura aperta e trasparente senza scopo di lucro, con un progetto sostenibile a lungo termine e innovativo con diritto di superficie".
Certo, rende attento l'esecutivo, l’attuale stato di degrado degli edifici e l’uso proposto del comparto ex Coop comportano "importanti investimenti iniziali e di gestione da parte del proprietario". Di conseguenza, lo sforzo finanziario a fronte di cinque appartamenti di piccole dimensioni, come si ribadisce anche nello studio di fattibilità, avrebbe un senso "solo se vi fosse un confermato interesse e impegno anche economico da parte della popolazione a cui fosse destinata la nuova struttura". Ciò significa immaginare un progetto diffuso a tappe capace di coinvolgere "altre proprietà attualmente vuote o in disuso, sia nel nucleo sia nel Quartiere".
Esemplificando, in questo modo si potrebbero realizzare "alloggi per la terza età nell’ex Coop, abitazione con atelier in spazi artigianali/industriali in disuso fino a spazi abitativi per famiglie in zone più verdi". Concretizzare questo piano significa, rimarca infine il Municipio, dare vita a una iniziativa innovativa quanto partecipativa e sostenibile.