Sono una sessantina le postazioni che controllano il territorio convenzionato con la Polizia Regione 1. Parola alla capodicastero Sonia Colombo-Regazzoni
Dopo un anno di relativa tranquillità, complici anche la pandemia e il lockdown, a inizio marzo a Chiasso è risuonata nuovamente la parola ‘rapina’. Due uomini armati di pistola hanno minacciato la commessa e il cliente che si trovava all'interno del negozio annesso al distributore di benzina di via Tinelle per poi far perdere le loro tracce. «Le statistiche evidenziano un netto calo dei reati nel 2020. Evidentemente, la situazione pandemica, in questo senso ha aiutato», commenta Sonia Colombo-Regazzoni, municipale Plr e responsabile del dicastero Sicurezza pubblica di Chiasso. Parlando del caso specifico, «è sempre difficile dare un giudizio sulle rapine, in particolare su queste che hanno la tipologia del ‘mordi e fuggi’, ovvero quelle azioni messe a segno in tempi rapidissimi da ‘pendolari del crimine’ spesso incensurati. Si tratta di fatti che sono successi spesso in passato, e temo che si ripresenteranno nel prossimo futuro. Alla riapertura delle frontiere, al momento limitata dalla contingenza, ci aspettiamo un peggioramento della situazione. Il tema è oggetto di approfondimenti puntuali tra i soggetti delegati». Facendo astrazione dall'episodio appena descritto, la capodicastero non ha dubbi. «Chiasso è una città sicura – afferma con decisione –. In continuità con quanto fatto in passato, il Municipio ha continuato a investire nel comparto sicurezza e continuerà a farlo anche in futuro perché la sicurezza è uno dei pilastri su cui si costruisce una comunità».
Uno dei progetti concretizzati in questa legislatura è stata l'estensione della videosorveglianza ai Comuni convenzionati alla Polizia Regione 1 – Mendrisiotto Sud. Dopo Morbio Inferiore, Balerna e Novazzano, alla lista si sta per aggiungere Vacallo (il Consiglio comunale si esprimerà sulla convenzione, già avallata a Chiasso, durante la seduta del 12 aprile). Cosa significa per il Basso Mendrisiotto avere a disposizione questo servizio? «Mi piace ricordare che questo progetto, portato avanti ormai da diversi anni e con grande determinazione dal Municipio, è una prima assoluta non sono in Ticino, bensì in tutta la Svizzera – spiega la municipale –. Si tratta di un fiore all'occhiello del nostro Comune e dell'intera regione del Basso Mendrisiotto». Proprio per riuscire a coprire tutto il territorio convenzionato, «abbiamo già intavolato dei colloqui anche con Breggia, che speriamo decida di aderire». Attualmente a sorvegliare il territorio ci sono «una sessantina» di videocamere allacciate alla Centrale operativa di Chiasso. Le stesse «vengono interrogate ogni volta che si verifica un evento sensibile che sia traffico, rapine, furti o altro e possiamo dire che lo strumento è apprezzato da tutti gli attori che operano per la nostra sicurezza, considerato che sono centinaia i casi risolti negli anni».
È uno dei temi che, a intervalli regolari, tornano d'attualità e ch accomuna tutti i centri del Cantone: la mancanza di parcheggi in centro. «Bisogna innanzitutto suddividere i discorso tra posteggi pubblici di lunga e di corta durata – risponde Sonia Colombo-Regazzoni –. Sotto la residenza ‘Tertianum’ sono stati realizzati ben 250 posteggi pubblici di corta durata che, però, purtroppo vengono poco utilizzati». A questi si aggiungono «i posteggi a disposizione presso il Centro Ovale, alla tariffa veramente conveniente di 1.50 franchi per tre ore di sosta». Nonostante sia chiuso ormai da parecchio tempo, capita spesso di vedere auto dirigersi verso l'ormai ex posteggio Comacini. Ci sono novità in merito all'utilizzo futuro di quest'area? «In collaborazione con i proprietari che hanno dato prova di grande disponibilità, l'Ufficio tecnico ha elaborato un progetto di ‘posteggio a lunga durata’ accessibili solo ai proprietari della zona centro, a disposizione dei propri inquilini e/o collaboratori». A mente della municipale, «è stato un lavoro certosino. Confidiamo in un riscontro positivo da parte del Cantone». Il progetto «non andrebbe in contrasto con il posteggio ‘Tertianum’ che, come detto, è destinato alle soste brevi. Andrebbe a sgravare i posteggi in zona blu del centro e a compensare alcuni parcheggi dedicati a residenti e lavoratori che nel frattempo sono stati dismessi, come per esempio il posteggio privato di via Lavizzari».
Alla fine dell'anno scorso un concorso interno per la nomina di un aiutante capo ha suscitato diverse polemiche. Alcuni partecipanti al concorso hanno infatti richiesto l'intervento del Consiglio di Stato e, nell'attesa, l'iter è stato sospeso. «Abbiamo agito nel rispetto di quella che noi riteniamo sia la normativa applicabile – precisa ancora Sonia Colombo-Regazzoni –. Per questo attendo serenamente il responso dell'autorità superiore. Le polemiche di coloro che giocano con le istituzioni tirandole in ballo per farsi un po' di campagna elettorale non mi appartengono. Io penso a lavorare per la comunità, a portare avanti meglio che posso il mandato che le cittadine e i cittadini di Chiasso mi hanno affidato. Il mio impegno è lavorare e costruire, non perdo tempo a denigrare persone o strutture».
C'è un tema legato alla sicurezza o alla Polizia che dovrà essere affrontato nella prossima legislatura? «C'è tanto lavoro da fare... e lo faremo – assicura la capodicastero Sicurezza –. Certamente il post pandemia rappresenterà un momento molto, molto delicato. Senza dimenticare l'instabilità generale dei Paesi del Mediterraneo che potrebbero mettere sotto pressione i nostri apparati di sicurezza, anche in previsione di un aumento del flusso di richiedenti l'asilo». Esulando dal territorio strettamente legato alla sicurezza, Sonia Colombo-Regazzoni non nasconde un certo «timore di ‘un'invasione’ di persone dall'Italia alla ricerca di un posto di lavoro». Situazione che, se si confermerà, «provocherà ulteriore pressione al nostro mondo del lavoro».
Guardando alla realtà di Chiasso, quale tema dovrà assolutamente essere affrontato nei prossimi tre anni? «Di argomenti ce ne sono parecchi – ammette la nostra interlocutrice –. Dal mio punto di vista non si può procrastinare ulteriormente la questione legata ai costi dell'assistenza (che post-pandemia non potranno che peggiorare) insistendo con il Cantone affinché si assuma il 100 per cento (e non solo il 75) di questi costi, riversandoli poi equamente su tutti i Comuni». Cifre alla mano, la cittadina di confine spende annualmente circa 1,6 milioni di franchi, pari al 7 per cento, mentre la media cantonale si aggira attorno al 3,5 per cento. «Facendo due conti veloci, e pure concedendo qualcosa, ogni anno spendiamo almeno 600mila franchi di troppo», conclude Sonia Colombo-Regazzoni.