Mendrisiotto

Inquilini al freddo a Morbio. Lo stabile ha gli occhi puntati

Il Municipio scrive alle famiglie e si attiva con l’Associazione inquilini e l'immobiliare. ‘Ci assicureremo che la caldaia venga riparata’

Tra vecchi stabili in disarmo e sfitto in impennata (Ti-Press)
11 dicembre 2020
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Il 2019 è stato ricordato per il Palazzo Carpano, in piazza Boffalora a Chiasso. Il 2020 passerà alla cronaca per le disavventure degli inquilini dello stabile in viale Breggia a Morbio Inferiore. Due stabili un po' datati, un tratto in comune: l'essersi ritrovati a vivere in condizioni precarie. L'unica differenza? I primi si sono visti recapitare anche una disdetta, dopo il passaggio di proprietà dello storico edificio. Sta di fatto che in ambedue i casi gli affittuari sono stati costretti ad alzare la voce per farsi ascoltare. Per chi abita in viale Breggia si dice che i problemi si fossero palesati già da un po'. Ciò che è certo è che da venerdì le sette famiglie che oggi vivono nell'immobile (le sole) sono senza riscaldamento, con 14 gradi di temperatura interna e pochi gradi all'esterno. Quanto basta per spingerle a fare di tutto per sollecitare l'intervento dell'immobiliare che amministra la palazzina (sin qui silente), con la prospettiva qualche giorno fa di un fine settimana e un ponte da passare al freddo. Così si è bussato all'Associazione svizzera degli inquilini, Sezione della Svizzera italiana - che si è subito attivata -, e si sono fatti parlare i media, mettendoci la faccia una volta di fronte a microfoni e telecamere della Rsi. Una denuncia pubblica davanti alla quale si è mobilitato pure il Municipio di Morbio e che ha scosso la politica comunale.

Lettera di solidarietà dal Comune

Come prima cosa ieri, giovedì, l'esecutivo ha preso carta e penna e manifestato nero su bianco la sua solidarietà e vicinanza agli inquilini. Del resto, a Morbio, come ci conferma Claudia Canova, sindaco del paese, non ci si era mai trovati confrontati, a sua memoria, con una situazione simile. «Tra i nostri primi passi ci sono stati, però, anche le prese di contatto con l'amministrazione da una parte, e l'Associazione inquilini dall'altra, che ha ben presente il caso e se ne sta occupando. Lo abbiamo fatto proprio per capire come può essere risolto questo stato di cose - spiega a 'laRegione' -. Ci spiace che dei nostri cittadini siano in questa situazione».

Viene da chiedersi quali possano essere i margini di manovra di un ente pubblico in circostanze del genere: gli strumenti a disposizione, si fa capire, sono pochi. Anche se la Legge edilizia (all'articolo 48) rammenta che "l’applicazione della legge, dei regolamenti edilizi e dei Piani regolatori è compito del Municipio". «Non dimentichiamo che ci muoviamo nell'ambito del diritto privato - fa presente Claudia Canova -. È vero, d'altro canto, che un Comune ha determinate competenze (penso al controllo dei fumi) e dinanzi a una denuncia pubblica possiamo e dobbiamo interviene, così come se il degrado è visibile». E qui gli inquilini si sono fatti sentire. E l'amministrazione? «Sappiamo che qualcuno si sta occupando della problematica. In ogni caso ci assicureremo che vengano eseguiti i lavori dovuti. Sono abbastanza fiduciosa», conclude.

La politica interroga

Di domande in sospeso, comunque, ne restano.  Se ne sono fatti portavoce Dafne Mombelli (Unità socialista) ed Eric Sciolli (Morbio Verde) in una interpellanza, che urge come le condizioni di vita delle sette famiglie di viale Breggia. D'altro canto, ricordano i due consiglieri, "è compito del Municipio tutelare la salute e le condizione igieniche della cittadinanza", di conseguenza "riteniamo che sia indispensabile un intervento immediato del Comune a sostegno degli inquilini", richiamando l'immobiliare al suo dovere. Guardando al futuro, chiedono, I'esecutivo "intende vigilare affinché i problemi segnalati non abbiano a ripetersi?".

Asi: 'Problemi che si ripresentano'

Storie come quelle vissute dagli affittuari del Palazzo Carpano o di viale Breggia, però, non sono più l'eccezione. All'Associazione svizzera degli inquilini, Sezione della Svizzera italiana, quanti ne approdano? «Non possediamo una statistica, quindi una visione generale del problema - ci dice Céline Dellagana-Rabufetti -, tanti casi non vengono a nostra conoscenza, ma sappiamo che sussistono situazioni di degrado. Situazioni in cui si ritrovano in particolare cittadini stranieri, che non sanno difendersi. Da parte nostra - tiene a far sapere -, offriamo un buon sostegno sul diritto di locazione e qualora vi siano ulteriori difficoltà, indirizziamo le persone verso gli altri servizi del territorio». La difficoltà pare anche esistere rapporti con le amministrazioni. «In effetti, rivediamo le stesse problematiche, e per noi è frustrante. E questo nonostante in situazioni precedenti si siano già sollecitati degli interventi». 

In viale Breggia a Morbio, a quanto pare, c'è di mezzo una questione di tempi tecnici per la riparazione della caldaia. Non resta che stare a vedere. E questa volta lo stabile (e l'immobiliare) avrà gli occhi di molti puntati addosso.

Un Distretto tra gru e sfitto

Anche nel Distretto la quotidianità dell'abitare è un po' come una medaglia a due facce. Su un lato c'è la realtà degli stabili in disarmo, raccontata da storie di ordinaria disperazione di inquilini alle prese con caldaie che non funzionano, tetti che perdono e una manutenzione inadeguata. Sull'altro lato vi è la frenesia del costruire che ha moltiplicato gru e cantieri e fatto lievitare il numero di alloggi sfitti. Tutti gli indicatori confermano la tendenza: quest'anno in Ticino il tasso di abitazioni vuote, del 2,7 per cento con 6'639 residenze (il dato è di giugno), è superiore di un buon punto a quello svizzero. Un allontanamento iniziato fra il 2016 e il 2017, come mostrano i grafici di Ufs-Ustat, ovvero Ufficio federale di statistica e Ufficio di statistica cantonale.

Se poi il raffronto lo portiamo sul piano dei Distretti, le analisi dell'Ustat rivelano con tutta evidenza come il Mendrisiotto svetti sopra tutti gli altri, un distacco che si è fatto più netto in particolare negli ultimi due anni. In questo caso il tasso regionale è più del 4 per cento. Non va meglio se il paragone lo si fa tra i centri urbani del cantone: Chiasso e Mendrisio, sempre secondo l'Ustat, vedono la loro linea puntare verso l'alto in questo anno. La cittadina di confine quanto a sfitto si attesta su un tasso a metà strada fra il 6 e il 7 per cento, il capoluogo si ferma, si fa per dire, oltre il 4. Entrambi sopravanzano le altre città. Stessa sorte se l'analisi la si applica agli agglomerati. Qui quello di Chiasso-Mendrisio si conferma un'altra volta al primo posto, già dal 2019, oltrepassando il 4 per cento.