Nel giorno dedicato al santo Mendrisio ha voluto (comunque) vivere una tradizione immutata nel tempo
Il sole splende incurante della pandemia. L'estatella di San Martino non si è fatta pregare e, nonostante tutto, ha illuminato il giorno dedicato a San Martino. Il coronavirus ha privato, però, Mendrisio e l'intero Mendrisiotto di un appuntamento che fa parte integrante di questo territorio e della tradizione. Sui prati di San Martino - quelli che restano -, attorno alla chiesetta stavolta non riecheggiano, infatti, le grida dei bambini pronti a salire sulle giostre, non ci sono le bancarelle cariche di cose buone, non fumano i pentoloni messi sotto pressione per accontentare quanti fanno la fila ai capannoni. Resta l'atmosfera di una Fiera che riporta alla nostra identità ma dà al contempo visibilità a un mondo, quello agricolo, vivo e vegeto anche in un Distretto che fatica a ritagliargli ancora degli spazi liberi.
La Città è riuscita, in ogni caso, a evocare la Fiera di San Martino grazie a una mostra fotografica allestita in piazza del Ponte. Una alternanza di immagini in bianco e nero - a firma di Gino Pedroli - e a colori che sanno restituire bene le atmosfere di ieri e di oggi.