Mendrisiotto

A Brogeda con 5,9 chili di eroina, condannato

Quattro anni e tre mesi di carcere al 24enne italiano fermato lo scorso 12 febbraio. La droga era diretta a Soletta

La droga era destinata alla Svizzera interna (archivio Ti-Press)
28 settembre 2020
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«Sapevo che stavo sbagliando, ma era troppo tardi per tirarsi indietro. Ho sbagliato e sono pentito». Sono queste le parole pronunciate questa mattina dal 24enne italiano fermato lo scorso 12 febbraio alla dogana di Chiasso-Brogeda con 5,9 chili di eroina. Comparso oggi davanti alla Corte delle Assise criminali, il giovane è stato condannato a 4 anni e 3 mesi di carcere per infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti. In base a quanto stabilito dagli accordi di Schengen, la Corte presieduta dal giudice Amos Pagnamenta lo ha invece prosciolto dal reato di infrazione alla Legge federale sugli stranieri (entrata illegale). Quando è stato fermato non aveva i documenti («erano in un altro giubbotto»).

Era diretto a Soletta

Partito dalla Lombardia, il 24enne era diretto a Soletta, e quindi al ‘mercato’ della Svizzera tedesca. Il suo viaggio si è interrotto al valico di Chiasso-Brogeda dove, all’interno della vettura, sono stati rinvenuti 5,9 chili – per la precisione 5'902,17 grammi – di eroina. Lo stupefacente era confezionato in 12 pani occultati in un ricettacolo ricavato tra i sedili anteriori, nella zona del cambio. La colpa dell’imputato, ha spiegato il giudice, «è oggettivamente e soggettivamente grave per il quantitativo estremamente importante di droga e per l’azione dettata dalla volontà di avere un facile e rapido guadagno». Per il trasporto in Svizzera all’imputato era stato promesso un compenso di 1'500-2'000 euro. «L’eroina è una delle sostanze più dannose per la salute pubblica – ha aggiunto il giudice –. Tra le righe lo ha ammesso anche lo stesso imputato che, in questa vicenda, ha assunto il ruolo di semplice corriere».

Convinto di trasportare cocaina

Il 24enne, come detto, era convinto di trasportare cocaina. Parallelamente alla sua attività lavorativa, aveva intrapreso quella di spaccio («guadagnavo qualche centinaia di euro al mese»). Dopo la perdita del posto di lavoro, sono iniziati i trasporti («mi sono fatto attirare perché volevo guadagnare di più»). Oltre a quello che ha portato al suo arresto, ce ne sono stati altri tre (di cui uno di valuta) in Italia. Durante l’inchiesta è emerso che, pochi giorni prima del viaggio, l’imputato ha controllato su internet che pena viene inflitta per un trasporto di 10 chili di droga. «Una curiosità – si è giustificato il 24enne – dopo aver letto un post su Facebook, nulla a che vedere con il mio caso». Prima di mettersi in viaggio, ha raccontato ancora rispondendo al giudice, «non ho verificato quanta droga ci fosse e dove era nascosta. Ero in ansia e ingenuamente sono partito». Al momento del fermo ha dichiarato alle Guardie di confine di trasportare cocaina; le analisi effettuate sulla sua persona hanno portato a tracce da contaminazione di cocaina sulle mani e sulla fronte. Solo le analisi dello stupefacente ha permesso di scoprire che si trattava di eroina (con un grado di purezza variante tra il 53,6 e il 54,7 per cento), stupefacente che il 24enne, per sua ammissione non avrebbe mai trasportato.

Chiesti sei anni di carcere

Nella sua requisitoria, il procuratore pubblico Pablo Fäh ha proposto una condanna a 6 anni di carcere (e 9 anni di espulsione dalla Svizzera). «Ha scelto la strada più facile e dei soldi facili – ha esordito il rappresentante dell’accusa –. Dai dati del suo cellulare sono emerse indicazioni di possibili altri trasporti in Svizzera: pur ammettendo che gli sono stati proposti, l’imputato ha negato di averli effettuati». L’attenzione del procuratore si è concentrata sulla «consapevolezza del 24enne in merito ai rischi che stava correndo, dell’avere a che fare con persone ben organizzate che agiscono a livello internazionale e che operano con più corrieri». Accettando di partire senza controllare cosa aveva in auto, l’imputato ha agito «con dolo eventuale, assumendosi il rischio di trasportare quantitativi superiori a quelli che immaginava».

‘Un bravo ragazzo’

A portare il 24enne verso il mondo dei trasporti della droga è stato «un momento di fragilità». L’avvocato Lisa Catenazzi si è battuta per una condanna contenuta in 36 mesi parzialmente sospesi. «È incensurato, un bravo ragazzo e si è pentito amaramente per quello che è successo». La legale ha invocato «l’errore sui fatti», chiedendo quindi che il 24enne venisse giudicato per quello che sapeva di trasportare («due chili di cocaina») e «il sincero pentimento». La Corte ha riconosciuto il sincero pentimento. «Non ha fornito indicazioni utili per identificare i mandanti, ma ha fatto luce sulle sue responsabilità», ha spiegato Pagnamenta. Quando avrà scontato la sua pena in Svizzera, il 24enne dovrà rispondere anche alla giustizia italiana. L’errore sui fatti è invece stato riconosciuto per il tipo di sostanza trasportata, ma non per il quantitativo. «Non facendo verifiche prima della partenza, si è assunto il rischio del trasporto e ne risponde per dolo eventuale», ha concluso il giudice.