Mendrisiotto

Un centro fra sport e turismo a Seseglio

Il Municipio di Chiasso mette in atto i propositi ancorati a giugno al Piano regolatore. Stavolta le forze politiche si dicono favorevoli

A disposizione oltre 7mila metri quadri (Ti-Press)
14 settembre 2020
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Il rischio di un referendum bis sembra scongiurato (almeno sulla carta). Il progetto del Municipio di Chiasso di fare degli oltre 7mila metri quadrati a ridosso del Centro tennis, lì a Seseglio, la sede logistica di una struttura sportiva polivalente sin qui ha convinto la politica locale. Non è detto, del resto, che su quei tre terreni (una proprietà privata) venga realizzato quel Centro benessere che nel 2013 aveva fatto salire sulle barricate una cordata di partiti (Us-I Verdi e Ppd), spuntandola. Del resto, la vocazione del comparto è chiara (e riaffermata), mentre i paletti messi dall'autorità comunale riducono i parametri di sfruttamento dell'area (e ridimensionano l'impatto) rispetto all'idea originaria, poi bocciata. In realtà una controproposta un gruppo di consiglieri comunali - 5 Us-I Verdi e 1 Ppd-Gg - l'ha messa sul tavolo: non costruire un altro complesso sportivo, bensì acquistare l'appezzamento e farne uno spazio di svago per la popolazione. Opzione che non ha convinto, però, l'esecutivo; non quanto l'opportunità di porre le fondamenta di altri impianti sportivi, peraltro complementari con quanto già esiste, e al contempo di bonificare una superficie contaminata e classificata come 'sito inquinato da sorvegliare'.

Una soluzione, quella prospettata a livello municipale, già ancorata a una variante di Piano regolatore (Pr) - pubblicata fra il maggio e il giugno scorsi - e ora ossatura di un messaggio appena recapitato ai consiglieri comunali. Un dossier che rafforza, dunque, le ragioni del Municipio, determinato a togliersi il peso del 'pericolo latente' che le sostanze oggi ancora nel suolo in quel punto possano raggiungere la falda o le acque del fiume Faloppia. Una eventualità che è più di una ipotesi. Insomma, a Chiasso si vuole "risolvere una volta per tutte la questione". Sottinteso che toccherà al futuro promotore, nonché firmatario della domanda di costruzione, presentare a corredo un progetto di bonifica del terreno. Adesso la parola passa alle Commissioni e al legislativo, il cui voto decreterà il successo o meno della variante.

Una sola osservazione critica alla variante di Pr

L'autorità locale, dal canto suo, si fa forte del fatto che la variante pianificatoria ha già raccolto "un'ampia adesione di principio", suscitando una sola osservazione. L'appunto? Del proprietario di un fondo in via Campagna, il quale, fa sapere l'esecutivo, ha espresso il proprio "rammarico" per la scelta del Comune di rilanciare l'intenzione di rivedere il Pr, nonostante il veto popolare di quasi sette anni orsono: a dire 'no' alla variante allora furono in 1'193 contro 854 favorevoli. Lo strumento pianificatorio messo in campo, però, puntualizza il Municipio, non è lo stesso, proprio perché ridimensiona i parametri edificatori e persegue il risanamento dei terreni.

Un sondaggio preventivo

Visto il precedente (referendario), il Municipio ha preferito, comunque, tastare il terreno prima di avventurarsi in una nuova variante pianificatoria che riconferma l'identità sportiva della destinazione dell'area affacciata sulla strada che conduce alla frazione di Seseglio. Così, fa sapere l'autorità comunale fra le righe del messaggio, nel gennaio dell'anno scorso se ne è discusso in via preliminare con i capigruppo delle forze politiche; al centro dell'attenzione "la possibilità di avviare una variante riduttiva di Pr sui fondi citati". L'esito dell'incontro, si informa, è stato "sostanzialmente positivo". Il che ha dato il 'coraggio' di andare oltre e allestire il nuovo strumento pianificatorio, presentato il febbraio scorso ai delegati dei gruppi politici rappresentati in Consiglio comunale e ai membri della Commissione comunale Piano regolatore. Sollecitato un parere, i preavvisi politici sono stati ancora una volta in gran parte a favore: il Plr ha dato il suo accordo, Us e I Verdi hanno confermato di non avere "ragioni ostative di massima", la Lega si è detta favorevole, come il Ppd, pur con le "perplessità di alcuni membri". Quanto ai commissari, in maggioranza sono stati a loro volta favorevoli.

Una variante 'ben calibrata'

L'autorità chiassese sta portando avanti l'operazione con la convinzione che sussistano, oggi più di ieri, delle "giustificazioni di pubblica utilità". Realizzare un nuovo complesso sportivo per mano di operatori privati darà modo, a suo dire, di diversificare ulteriormente l'offerta a livello locale e regionale. A contenere le eventuali ambizioni dei promotori, si fa capire, ci saranno, come detto, i parametri fissati per lo sfruttamento dell'area, l'altezza della costruzione (non oltre i 9 metri) e i posteggi (portati da 150 a 120). Inoltre, non saranno ammessi "grandi generatori di traffico, alberghi e strutture ricettive simili". Mentre il volume di traffico indotto è valutato "alquanto modesto" per i nuclei di Seseglio e Pedrinate (si parla di cinque veicoli all'ora). Senza trascurare, annota ancora l'esecutivo, il vincolo alla "ricerca di soluzioni urbanistiche e architettoniche di qualità, che permettano di caratterizzare il paesaggio del luogo". All'interno del futuro contenitore, d'altra parte, dovranno trovare posto infrastrutture a carattere sportivo e multifunzionale, ma al contempo con una valenza turistico-ricreativa, che può aprire la strada a spazi dedicati alla ristorazione, alla cura e al benessere.

L'alternativa verde? 'Troppo costosa'

Per un drappello di consiglieri di Us-I Verdi, a cui ha dato man forte un esponente del Ppd, l'alternativa ci sarebbe: creare un'area di svago pubblica. Agli occhi del Municipio, però, questa idea tradotta in mozione appare "ridondante", proprio per il contesto in cui si inserisce. Ovvero già servito da "numerose e ampie infrastrutture a carattere ricreativo" e dalla vicinanza dei boschi del Penz. Il vero motivo del veto calato sulla proposta dei consiglieri è, a ben vedere, di natura finanziaria. Mettere in atto il progetto richiederebbe, fa notare l'esecutivo, un investimento "multi-milionario" a fronte di un'opera "superflua e certamente non prioritaria rispetto a tutta una serie d'investimenti già pianificati dal Comune". Per realizzare una zona verde di svago, in effetti, il Comune dovrebbe acquisire i fondi, per via bonale o attraverso una procedura espropriativa. In altre parole, fa capire a chiare lettere l'autorità cittadina, si verrebbe meno a un "principio cardine del diritto amministrativo, legato a un impiego parsimonioso delle risorse finanziarie pubbliche". Il suggerimento, poi, di attingere i fondi dalla vendita della Scuola verde della Perfetta ad Arzo sembra, si osserva, una nota stonata. Sin qui, ricorda il Municipio, le forze politiche (incluse quelle che hanno firmato la mozione) si sono sempre dette contrarie all'alienazione del bene.

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