La direttrice del Centro federale d'asilo Micaela Crippa tiene a ribadirlo. 'Ma capisco le preoccupazioni del Municipio di Chiasso'
"Mi metto nei panni dell'autorità locale e capisco bene la preoccupazione della municipalità di Chiasso di fronte a certi episodi". Micaela Crippa, direttrice del Centro federale d'asilo di Chiasso-Pasture, ha piena comprensione per i timori cittadini. Il furto d'auto con fuga e annesso inseguimento notturno dietro al 55enne richiedente l'asilo libico - poi arrestato poco dopo - e il suo compagno di scorribande, fermato nel pomeriggio di ieri in pieno centro - che hanno agitato il sonno di alcuni residenti e impegnato agenti di Polizia e Guardie di confine, ha scosso in modo particolare l'esecutivo. Anche perché quello che si è consumato per le vie della cittadina è l'episodio più grave di una serie di eventi che, a fine luglio, hanno convinto il Municipio guidato da Bruno Arrigoni a segnalare il proprio disagio alla Sem, la Segreteria di Stato della migrazione. Al centro dell'attenzione vi è il comportamento di alcuni ospiti della struttura che, alticci, hanno arrecato disturbo alla quiete pubblica. Il mandato istituzionale affidato a chi dirige il Centro federale - pur sempre un luogo di accoglienza - è, però, puntuale: gestire la procedura d'asilo, accelerandone i tempi. La responsabile tiene a ricordarlo: il Centro (che oggi vede una occupazione, in media, del 40 per cento) non è un edificio chiuso o che può limitare la libertà delle persone.
Certo all'interno vigono delle regole di buona convivenza; che vengono fatte rispettare. Regole che il 55enne e il suo complice hanno violato crassamente. Per cominciare non osservando l'obbligo di fare rientro per le 18. L'assenza era stata notata in serata? "Il cittadino libico (o sedicente tale, ndr) - riferisce in particolare la direttrice - era stato annunciato come non più reperibile". E a quanto pare non era proprio intenzionato a rientrare. A quel punto cosa succede? "Si applica l'Oridinanza del Dipartimento federale di giustizia e polizia, che regola le modalità d'uscita dalla struttura. Chi non le rispetta può incorrere in una sanzione; e meglio in misure disciplinari amministrative". Misure, illustra a 'laRegione' Micaela Crippa, che possono consistere nel divieto d'uscita per una giornata o nel non ricevere lo 'spillatico' giornaliero (di 3 franchi). "Gli strumenti a nostra disposizione - ribadisce - sono questi -. Se poi un ospite crea problemi sul territorio, come ogni cittadino deve risponderne alle autorità locali, alla Polizia o addirittura, come in quest'ultimo caso, alla giustizia".
Il Muncipio di Chiasso, però, chiama in causa a sua volta la Sem, soprattutto dopo quanto avvenuto l'altra notte. "Alle sollecitazioni delle settimane scorse abbiamo fatto presente che dentro il Centro facciamo opera di prevenzione e dissuasione, in particolare per frenare il consumo di alcolici, e al contempo continuiamo a collaborare con il Comune, la Polizia e la Guardie di confine, attivando altresì, da parte nostra, due pattuglie di sicurezza privata sul territorio chiassese", annota ancora la direttrice. È chiaro che dopo i fatti più recenti il discorso potrebbe essere riaperto. E qui Micaela Crippa tiene a far passare un messaggio. "Gli ospiti che possono causare questi problemi all'esterno o anche all'interno rappresentano sempre, da noi come nel resto della Svizzera, una minoranza dei richiedenti l'asilo che soggiornano nei Centri. Si tratta di poche persone, alcune teste calde, per così dire".
Sta di fatto che, vista dall'autorità chiassese, la Sem ha un po' troppo le mani legate.