Nel presente l''operazione risparmio' premia i consuntivi 2019, in rosso ma meno del previsto. Al lavoro per rivedere Piano finanziario e priorità
Il sindaco Samuele Cavadini non ha usato tanti giri di parole: ormai "si è raschiato quasi il fondo del barile". Lo ha anticipato alla Commissione della gestione, lo ha ribadito questa sera, lunedì, davanti al Consiglio comunale. Nei tempi del Covid-19, sotto vari aspetti, si è arrivati al dunque. Anche a Mendrisio, che del rigore ha fatto il suo 'mantra' da diversi anni a questa parte. In effetti, l'esercizio del risparmio è riuscito sin qui, in particolare con i consuntivi del 2019, considerati da applauso. Su questo punto l'intero arco politico consiliare non ha avuto dubbi. Tant'è che alla prova del voto i bilanci del Comune si sono guadagnati l'approvazione con 40 voti favorevoli, nessun contrario e un astenuto.
Il punto, adesso, è il futuro che attende la Città, reso più difficile (qui come altrove) dall'emergenza sanitaria che ha messo a dura prova l'economia cantonale (quindi pure locale). Quella all'orizzonte per il capoluogo è, insomma, la stagione delle decisioni urgenti. Lo sa bene il Municipio e lo ha compreso il legislativo, che da ogni angolazione partitica ha sollecitato la necessità di poter avere una visione chiara per riuscire a fissare delle priorità precise.
"Bisogna essere chiari - ha ribadito il sindaco - non potremo più avere il soldino e il panino. Mantenere un'organizzazione della Città così come è ora, non ha più margini di risparmio". In altre parole, certe scelte si imporranno. Ecco che sarà importante, ha fatto capire ancora Cavadini, avere nitidi gli scenari utili ad assumere "decisioni politiche ragionate". Non a caso, ha rassicurato, ci si è messi al lavoro per rivedere Piano finanziario e Piano delle opere. Ovvero gli strumenti che restituiscono la visione invocata e danno modo di indicare al legislativo quelle che sono le priorità della Città. Del resto, ha precisato, da aggiornare ci saranno altresì le linee strategiche 2030 della Città. A quel punto si potrà aprire il confronto.
Va detto, ha scandito il capo dicastero Finanze Marco Romano, che le decisioni a cui si sarà chiamati a breve questa volta non saranno tanto sugli investimenti, ma piuttosto "sull'organizzazione stessa della macchina pubblica". Guardando ai numeri nudi e crudi, con il 2018, poi il 2019 e i preventivi 2020, Mendrisio, ha richiamato Romano, è "entrata in una situazione in cui si registra un deficit strutturale, che impone delle scelte politiche e delle riflessioni". Per tornare nelle cifre nere non si potrà che far eva sulla parsimonia, laddove possibile. Detta altrimenti, se con l'ultimo consuntivo si è contratto il disavanzo di quasi 3 milioni, ciò è dovuto soprattutto alle sopravvenienze d'imposta. O meglio "alla capacità - sottolinea il capo dicastero - del nostro tessuto economico di produrre, anni addietro, risorse fiscali". Una riserva destinata, però, ha avvertito, a diminuire anno dopo anno. Sul fronte istituzionale, da subito, ha annotato Massimo Cerutti (Plr), ci si aspetta comunque che "ogni singolo municipale valuti minuziosamente ogni spesa".
Se è evidente a tutti che è giunto il tempo delle scelte, allora è arrivato anche il momento, ha sollecitato dal canto suo Françoise Gehring (Insieme a Sinistra), di domandarsi quale sviluppo si vuole per Mendrisio. Oggi, ha rilanciato, occorre uno sviluppo urbano "più inclusivo e sostenibile, capace di dare acceso a tutti agli spazi verdi. Occorrerà una Città resiliente come risposta al miglioramento della qualità ecologica e ambientale".
Tra le mani il Comune, ha, d'altro canto, un duplice capitale: territoriale e sociale. Allora si fatica a digerire il fatto che la Città attinga a personale avventizio (il 7 per cento di quello in servizio), con il rischio di favorire fenomeni di precariato, come sottolineato da Evelyne Battaglia Richi per il Ppd. Rincuora sapere che il Municipio ha istituito un gruppo di lavoro ad hoc.
Dai banchi di Lega-Udc-Ind. Massimiliano Robbiani non ha mancato di lanciare una frecciatina (anche se l'obiettivo non erano certo i conti bensì la futura base operativa delle Aim). Per evitare di dare con una mano e togliere con l’altra, ha esplicitato, con il rischio di veder aumentare il moltiplicatore, meglio evitare di avere "manie di grandezza, come la richiesta stratosferica di credito (di circa 14 milioni) per la sede delle Aziende industriali. Sappiamo tutti che se il progetto verrà approvato, sarà oggetto di referendum". E qui è arrivato il suggerimento: per scongiurare la bocciatura (la seconda per le Aim dopo il veto calato sulla Sa)? "Meglio prevenire e ritirare il messaggio".
Sta di fatto, ha replicato Romano, a capo anche del dicastero Aziende, che le Aim "garantiscono quasi 2 milioni di entrate all’anno e che l'impatto della sede sarà, in pratica, zero. Guardiamo ai numeri delle Aziende e non ai conti del Comune". Numeri che sono quadrati per il legislativo, che ha sottoscritto i bilanci delle Aziende, che vantano tre sezioni (acqua, gas ed elettricità) in attivo.
Il patrimonio è cospicuo: nel censimento per Mendrisio il Cantone ha iscritto in totale 1'231 schede. E in effetti i beni culturali della Città saranno protetti, ha assicurato la capo dicastero Francesca Luisoni, ma nel solco della linea indicata dal Municipio ("Sulla tutela siamo tutti molto sensibili"). Nulla da fare per la mozione dei Verdi (che risale al 2013), che invocava una protezione per l'intero patrimonio architettonico del nuovo Comune, sottraendo (come osservato anche da Sinistra) taluni edifici alla speculazione edilizia.