Mendrisiotto

Commercianti: 'dobbiamo consolidare, gli aiuti servono in estate'

Il presidente della Società del Mendrisiotto Carlo Coen: il coronavirus presenterà il conto in autunno, dilazionare troppo gli aiuti potrebbe non servire

Iniziative per il rilancio dei commerci e dei centri cittadini (archivio Ti-Press)
29 giugno 2020
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«Gli aiuti per i commercianti devono essere concentrati nei mesi estivi per aiutarci a consolidare l'attività». Il presidente della Società commercianti del Mendrisiotto (Scm) Carlo Coen non ha dubbi. Dopo la chiusura forzata a causa del coronavirus, «i conti si faranno in autunno – spiega –. Adesso come adesso anche chi ha grosse difficoltà riesce a trascinarsi grazie alle fideiussioni e alle indennità di lavoro ridotto, che termineranno a fine settembre. Gli aiuti arrivati a livello federale sono stati mirati e stanno servendo allo scopo. Ma sarà negli ultimi tre mesi dell'anno che si faranno veramente i conti».

Parola al Cc di Chiasso

Questa sera, intanto, il Consiglio comunale – riunito alle 20.30 al Palapenz per garantire il rispetto delle distanze sociali – si esprimerà sul credito quadro straordinario di 2'110'000 franchi per contrastare gli effetti negativi della pandemia tramite misure a breve e medio-lungo periodo, investimenti a favore dell'economia locale, nonché incentivi a favore dell'efficienza energetica e lo sfruttamento delle energie rinnovabili negli edifici. «Per quanto riguarda i commerci – sottolinea Coen – gli aiuti non dovranno essere distribuiti troppo in là: abbiamo perso una stagione importantissima che può equivalere a sei mesi di incasso. Ci ritroviamo in estate, stagione per noi transitoria dato che non siamo in una zona turistica, a dover capitalizzare e consolidare i negozi». Proprio per questo, precisa ancora il presidente, «è importantissimo che gli aiuti siano concentrati nei mesi di luglio, agosto e settembre, perché se distribuiti più avanti potrebbe anche essere troppo tardi». Un sostegno «molto importante» è quello deciso a Berna per gli affitti, un tema che ha animato la discussione tra gli addetti ai lavori a livello comunale e cantonale. «Speriamo che la base legale venga stabilita entro la fine dell'anno – è l'auspicio di Carlo Coen –. Siamo molto contenti perché ci sono venuti incontro e, per i due mesi di chiusura, il proprietario dell'attività dovrà pensare ‘solo’ al 40 per cento del canone di affitto». A fornire un aiuto ai suoi associati, è la stessa Scm. «Abbiamo deciso di condonare la quota sociale alle attività che hanno avuto la chiusura totale, mentre quelle che hanno potuto continuare a operare, ci possono versare un contributo volontario che ci aiuta nelle iniziative che stiamo organizzando per rilanciare il commercio locale». 

Un cambio di comportamento

Le attività commerciali del distretto sembrano nel frattempo non avere risentito in modo importante della riapertura delle frontiere. «Ci sono molti ticinesi che vanno oltreconfine – analizza Coen –, ma non tutta l'ondata che ci si poteva aspettare. Ci sono ancora molte persone che hanno un certo timore e per questo hanno deciso di rimanere in Ticino per i loro acquisti». Il coronavirus ha anche portato un cambiamento. «Anche se c'è meno gente nelle attività commerciali, abbiamo riscontrato che chi entra in un negozio lo fa per acquistare e non solo per curiosare. Un notevole cambio di comportamento da parte della nostra clientela». Clientela che può attualmente beneficiare di sconti e promozioni, dei buoni acquisto studiati dai Comuni e dei prezzi «assolutamente concorrenziali» che i negozianti si sono impegnati a mantenere. «Sono molte le iniziative che si stanno muovendo per incentivare il mercato locale e salvaguardare i nostri posti di lavoro. Anche noi, come associazione di categoria, stiamo preparando qualcosa di simile in collaborazione con Gastro».

Buoni a livello distrettuale

Oltre all'adesione alla campagna cantonale #riparTiamo, la Scm sta come detto elaborando una sua specifica iniziativa. «Stiamo lavorando con i comuni e i vari partner per avviarla nel più breve tempo possibile e metterla a disposizione di associati e partner durante l'estate cioè, come detto, il periodo dove i commerci hanno bisogno di aiuto – aggiunge ancora Coen –. Si tratta di un'iniziativa distrettuale che porterà alla creazione di un libretto con buoni sconto che verranno distribuiti ai fuochi. È qualcosa di importante che potremo realizzare dove ci sarà l'aiuto dei comuni perché con più partecipazione ci sarà, più sarà interessante». Questi buoni andranno ad aggiungersi alle varie iniziative comunali, già votate o al vaglio degli esecutivi. «Ringraziamo i comuni che si sono attivati – premette Coen –. Ma in un momento così delicato e importante sarebbe stato meglio, per essere più incisivi, avere un coordinamento distrettuale per questi aiuti ai commerci. Non siamo un grande poco, siamo in pochi: un'azione coordinata avrebbe potuto aiutare di più i commerci». Ecco perché la Scm, «come associazione di categoria, vuole spingere su questo concetto – analizza il presidente –. Se rimaniamo limitati al nostro angolino non andiamo da nessuna parte: è solo con i numeri che riusciamo ad avere vantaggi per tutti».

La Scm del futuro

Oltre che sulle incognite lasciate in eredità dalla pandemia, la Scm sta anche lavorando per il futuro. «Abbiamo creato un gruppo di lavoro che sta elaborando uno statuto più aggiornato – annuncia il presidente –. Vogliamo portare la Scm nel nuovo millennio con uno statuto moderno che ripercorra quelle che sono le attuali necessità». Allo studio ci sono anche «le nuove quote sociali – conclude Carlo Coen –. L'obiettivo, che speriamo di raggiungere per l'anno prossimo, è quello di avere una quota base più bassa di quella attuale, per venire incontro ai commerci più piccoli e soprattutto riuscire a coinvolgerli».