Mendrisiotto

Viaggi consapevoli per trasportare cocaina, condannata

Trenta mesi parzialmente sospesi a una 23enne albanese fermata a San Pietro di Stabio nell'ambito di un sequestro di 17 chili netti di sostanza stupefacente

La cocaina era occultata in un ricettacolo (archivio Ti-Press)
11 giugno 2020
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Era stata fermata al valico di San Pietro di Stabio il 23 aprile dell'anno scorso a bordo di una vettura guidata da un suo connazionale con 17 panetti di cocaina – risultati essere 16'979,59 grammi di purezza variabile tra l'88 e l'89 per cento – occultati in un ricettacolo. La donna, una 23enne cittadina albanese difesa dall'avvocato Marilisa Scilanga, è comparsa mercoledì davanti alla Corte delle Assise criminali di Mendrisio. A porte chiuse per le disposizioni anti Covid-19 e con procedura di rito abbreviato, il giudice Marco Villa l'ha riconosciuta colpevole di complicità in infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti e condannata a 30 mesi di detenzione. La pena è stata parzialmente sospesa per 16 mesi e per un periodo di prova di due anni. La donna verrà quindi scarcerata a breve. La Corte le ha inflitto anche un'espulsione di 5 anni dalla Svizzera.

Come si legge nell'atto d'accusa della Procuratrice pubblica Marisa Alfier, la 23enne, studente in medicina, ha partecipato a due viaggi con partenza da Besozzo verso l'Olanda. Il primo si è svolto tra il 14 e il 16 aprile dell'anno scorso, dove il suo connazionale – che verrà giudicato separatamente – ha recuperato un imprecisato quantitativo di cocaina. Il secondo tra il 21 e il 23 aprile scorsi. Come spiegato dalla Polizia cantonale nel suo comunicato, il fermo era avvenuto alle 5.10 del mattino, quando nei pressi del valico di San Pietro era stata intercettata una vettura con targhe tedesche, diretta in Italia, con a bordo due cittadini albanesi: un 33enne residente nel Varesotto e la 23enne. In un ricettacolo è stato rinvenuto l'elevato quantitativo di cocaina. Stando all'atto d'accusa, la donna sapeva che le due trasferte – che le avrebbero portato un compenso di 1'000 euro a viaggio – erano finalizzate al trasporto di elevati quantitativi di cocaina, “considerato che si trattava di viaggi di lunga durata attraverso Paesi del nord Europa, senza pernottamenti in alberghi o motel, dormendo sulla vettura, senza fermarsi a visitare città, così da non lasciare tracce dei loro passaggi”. La donna era anche a conoscenza “della necessità” del suo connazionale “di avere con sé quale passeggera una persona di sesso femminile”.

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