Una quindicina di inchieste amministrative, un clima difficile, l'assunzione di una dottoressa del lavoro. Il Ppd torna a chiedere lumi sul Corpo di Mendrisio
Qual è lo stato di salute del Corpo di Polizia della Città di Mendrisio? Una domanda che torna in auge, non solo politicamente. Sette mesi fa infatti – era il 17 ottobre 2019 – da queste colonne era emerso che all'interno del Corpo ci fosse del malcontento. Ma non solo. Nei mesi precedenti, infatti, l'esecutivo aveva aperto una quindicina d'inchieste amministrative, nei confronti degli agenti e verso un responsabile del Comando. Lo stesso capodicastero Sicurezza pubblica, Samuel Maffi, interpellato da 'laRegione' aveva confermato il fatto che «negli ultimi tempi» si fosse «manifestata una tematica relativa al clima di lavoro». “Vi è una difficoltà” aveva risposto, dal canto suo, il Municipio cittadino rispondendo a un'interrogazione del Partito popolare democratico. A tal punto che, tramite mandato diretto, l'esecutivo ha assunto, esclusivamente per la Polizia, una dottoressa del lavoro incaricata di radiografarne lo stato di salute. Il Ppd, ieri, tramite un'interrogazione firmata dai consiglieri comunali Davide Rossi e Gianluca Romanini torna ad aprire, almeno politicamente, il capitolo. Già ad ottobre erano stati chiesti lumi e le risposte ottenute – scrivono nel nuovo documento – “in parte hanno confermato la situazione difficile e dall'altra erano ancora molto generali vista l'analisi in corso”. Ora, dunque, a mesi di distanza e “a conferma che le nostre preoccupazioni sullo stato di salute del Corpo sono sempre presenti”, vengono riproposti alcuni interrogativi. A partire dal lavoro svolto dalla dottoressa del lavoro, chinatasi sulle problematiche interne: “a che punto è il mandato affidato alla consulente esterna?”, interrogano. Un capitolo, questo, che porta ad ulteriori quesiti: “I problemi riscontrati ad inizio mandato si stanno risolvendo?”. E poi ancora: “Per quando è previsto il rapporto finale di questa analisi e quali problemi sono stati riscontrati?”. Altro fronte dal quale gli interroganti chiedono lumi è quello riguardante l'apertura delle procedure amministrative: “A che punto sono? Hanno portato a delle sanzioni?”.
Il caso, emerso ad ottobre, aveva destato un certo scalpore. Oltre alle procedure aperte, infatti, sotto la lente erano finiti alcuni comportamenti (e ordini) discutibili adottati. Alcuni di questi coinvolgevano uno dei quattro membri del Comando. In alcuni casi si parlava di vere e proprie vessazioni: dal chiedere commissioni private durante l'orario di lavoro alle richieste di non far figurare ore straordinarie. O ancora gesti (e frasi) denigratori volti a rimarcare la differente posizione sulla scala gerarchica all'interno del Corpo. Casi che, come detto, avevano portato all'apertura di un incarto. Ora, rilanciano Rossi e Romanini, “è stata creata una nuova funzione nell'organigramma della Polizia?”. Il riferimento riconduce proprio al membro del Comando che, di fatto, non ricoprirà più la funzione precedentemente attribuitagli. Lo si deduce dalla recente apertura del concorso per l'assunzione di un 'Aiutante', responsabile nel settore nel quale era impiegato il quadro. Concorso scaduto il 23 marzo e che prevede l'entrata in servizio al più presto possibile.
Resta ancora un quesito nel documento di Rossi e Romanini: “Ci sono stati degli spostamenti di personale sia interni alla Polizia che tra dicasteri?”. Domanda alla quale, almeno in un caso, stando a nostre informazioni, la risposta è affermativa. Tra i casi venuti alla luce era emerso quello riguardante una dipendente la quale, durante un colloquio – avvenuto con un altro membro del Comando –, era stata presa a male parole fino ad arrivare a sentirsi aggredita verbalmente. Momenti concitati che avevano causato alla collaboratrice un forte stress. Ebbene, stando a quanto si è potuto appurare, la dipendente non sarà più impiegata all'interno della Polizia ma, sempre alle dipendenze della Città, lavorerà per un altro dicastero.