Mendrisiotto

Mendrisio, un patrimonio tradotto in 1'231 schede

Esperti al lavoro per catalogare i Beni culturali della Città. Saranno protetti da una zona di pianificazione

All'opera una Commissione ad hoc (Ti-Press)
30 marzo 2020
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In termini numerici il patrimonio storico e culturale di Mendrisio fa un certo effetto. L'Ufficio Beni culturali ha censito, infatti, ben 1'231 schede sul territorio della Città. Una realtà architettonica importante (e non solo in cifre) che abbraccia anche i centri storici. A dirla tutta, il Municipio già quasi sei anni orsono avrebbe preferito assottigliare la lista - ragioni di finanze e di tempo -, facendo leva sulle tutele garantite dai Piani particolareggiati dei nuclei. Questa opzione, però, non aveva convinto il Cantone. Tanto da vedersi recapitare (appunto) un elenco onnicomprensivo. Adesso toccherà alle istituzioni locali spulciare l'inventario e tradurre a Piano regolatore l''operazione salvaguardia'.

Le garanzie di centrare l'obiettivo ci sono. E l'esecutivo non intende tirarsi indietro. Del resto, il nodo della protezione dei Beni culturali è da un po' alla lente della politica comunale. Non a caso nel settembre del 2013 il gruppo dei Verdi, per voce dei consiglieri Tiziano Fontana, Claudia Crivelli Barella e Andrea Stephani, aveva richiamato l'attenzione proprio sulla 'eredità' architettonica della Città. Oggi a distanza di ormai sette anni l'autorità comunale conferma che non darà seguito a quella mozione, perché "irricevibile". Un epilogo... forzato. Nella sostanza, infatti, il Municipio sposa i principi difesi dai Verdi, ma si vede "costretto" a respingere l'istanza. In effetti, motiva rispondendo ai consiglieri, con un tale atto parlamentare "si possono presentare unicamente proposte su oggetti di competenza del Consiglio comunale (art. 67 cpv. 1 Loc) e non del Municipio".

Lavori in corso

Sta di fatto che in questi anni la macchina si è messa in moto. Tant'è che nel giugno del 2018 l'autorità comunale ha aperto l'incarto 'Beni culturali' e la primavera successiva ha dato vita alla Commissione ad hoc, iniziando l'analisi del censimento preliminare, una scheda dopo l'altra. Spetta a lei - i lavori non si sono ancora conclusi e termineranno per la fine dell'anno -, ora, allestire la lista definitiva da ancorare a una variante di Pr. Un mandato affidato a un gruppo di esperti - gli architetti Ivano Gianola e Raffaele Cavadini, lo storico dell’arte Edoardo Agustoni e rappresentanti di tutti i gruppi politici in Consiglio comunale -, accompagnato dall’architetto Fabio Giacomazzi.

Prima la variante, poi la zona di pianificazione

Chiave di volta per assicurare la tutela del patrimonio locale è, come detto, lo strumento pianificatorio. "Gli edifici ritenuti dalla Commissione - fa sapere il Municipio - saranno oggetto di una variante di Piano regolatore e su di essi verrà posta una zona di pianificazione a “macchia di leopardo”. Questo è considerato, infatti, il percorso più efficace. "Si rileva - si spiega - che si è ritenuto inopportuno, anche sentito il parere di un legale, istituire subito su tutti gli oggetti una zona di pianificazione, e questo, anche in considerazione dell’elevato numero di oggetti del censimento ricevuto dall’Ufficio beni culturali".

Da tenere d'occhio, d'altra parte, c'è anche la revisione della Legge sui Beni culturali, al momento, davanti alle Commissioni del Gran consiglio. Riforma, annota l'esecutivo della Città, che potrebbe cambiare "i termini di partecipazione finanziaria dei Comuni, che verrebbe portata fino al 50 per cento della spesa massima riconosciuta (per la manutenzione regolare, la conservazione e il restauro)".

Mozione, commissari divisi

Le basi per agire, insomma, ci sono e sono in fase di definizione. Eppure la mozione dei Verdi è riuscita a dividere la Commissione della pianificazione. Da una parte Plr e Ppd - la maggioranza - alleati nel propendere per la bocciatura della proposta dei Verdi, dall'altra gli stessi Verdi, Lega-Udc-Ind. e Insieme a sinistra concordi nel promuoverla, forti della possibilità di tramutare l'atto parlamentare in un mandato politico del legislativo all'indirizzo del Municipio. Per i primi le richieste dei mozionanti sono superate; per i secondi rappresenta un passaggio necessario per concretizzare le tutele sull'intero territorio dei dieci Quartieri cittadini, "sospendendo nel frattempo il rilascio di eventuali licenze edilizie in contrasto con gli obiettivi di tutela".

Dall'osservatorio dell'esecutivo pure nella fase di transizione non vi saranno problemi. "Attualmente - si esplicita nel messaggio - è già possibile sospendere per due anni le licenze edilizie in contrasto con gli obiettivi di tutela Lbc, mentre con l’avvio della variante di Pr sarà allestita una zona di pianificazione sugli oggetti ritenuti dalla Commissione". Quanto all'incentivo per i proprietari al fine di valorizzare i beni culturali? "Saranno discussi allorquando la tutela per gli edifici interessati entrerà in vigore e si presenteranno delle necessità effettive".