Mendrisiotto

A Berna per l'amica 'sans papier'. Ma la Sem ha già deciso

Gli ex alunni della IVC delle Medie di Morbio porteranno quasi 2mila firme alla Segreteria di Stato della migrazione. Che, però, ha negato il permesso a India

(Ti-Press)
28 ottobre 2019
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Fino a ieri ancora non sembrava vero agli ex alunni della IVC della Media di Morbio Inferiore. La Sem, la Segreteria di Stato della migrazione, è pronta a spalancare loro le sue porte. In tasca il biglietto del treno per Berna, in valigia una buona dose di entusiasmo e di fiducia, oltre alle quasi 2mila firme (tra cui alcune illustri, come quelle di Dick Marty e Marina Carobbio) raccolte in poco più di un mese a sostegno della loro amica India, la giovanissima ‘sans papier’ con il sogno di andare a scuola (cfr. ‘laRegione’ del 22 giugno e del 6 settembre scorsi), oggi si metteranno in viaggio, destinazione la capitale del Paese. Ma non sarà più la stessa cosa. Nello spazio di un mattino di una domenica di ottobre (quella di ieri), tutto è cambiato. La gioia si è trasformata ben presto in disillusione. La missiva della Sem che (venerdì) concedeva loro udienza si è incrociata, infatti, con la decisione formale che nega a India e ai suoi il permesso di restare. Niente da fare: sono fuggiti dall’Etiopia e ora sono apolidi, ma è lì che devono tornare. E tutto ciò è alquanto difficile da digerire. Nessuno, comunque, ha intenzione di arrendersi. Anche se nel viaggio della piccola delegazione (accompagnata dall’ex docente di classe Dania Tropea) non sembra più esserci posto per la speranza. A Berna ci andranno lo stesso; si presenteranno al numero 6 di via Quellenweg e metteranno appello (ancora aperto su change.org) e sottoscrizioni (radunate parte online e parte nel modo tradizionale in tutto il Ticino) nelle mani di Daniel Bach, capo Informazione e comunicazione della Segreteria di Stato della migrazione. Per dirgli, una volta di più, che “India è una di noi e merita una vita come la nostra”; e che lotteranno per lei.

Una generazione impegnata

Non capita tutti i giorni, del resto, che un drappello di adolescenti porti la voce di chi non ce l’ha nel ‘cuore’ stesso delle istituzioni. Perché è lì, nella capitale (sarebbero stati pronti anche ad andare a Palazzo federale), che sono determinati a far ascoltare la storia della loro compagna. In fondo Ludovica, Annina, Sophie e Sara (e con loro tutta la classe) non pretendono di cambiare il mondo o le sue regole (o forse un po’ sì), ma solo di convincere le autorità federali a concedere alla ragazza, che oggi frequenta il Centro professionale commerciale, e alla sua famiglia (la mamma e il fratello Nur di 20 anni) di continuare a vivere in Svizzera. E ciò dopo otto anni trascorsi con il fiato sospeso, dietro l’angolo la paura di un rimpatrio forzato. Un epilogo che sembra essere sempre più vicino, anche se non è ancora detta l’ultima parola.

‘Hanno illuso i ragazzi’

«Non abbiamo mai avuto un atteggiamento polemico. Ma adesso sono arrabbiatissima», ci confessa la professoressa Tropea. Da poco ha saputo che la Sem non ha dato scampo a India e ai suoi famigliari. «Ma come – esterna la docente –, accogli la richiesta di questi ragazzi; dici di volerli ricevere in sede, alla Sem; e già sai come è andata a finire? Non capisco un tale atteggiamento: è assurdo. Non so cosa pensare. Ora dovrò parlarne con le giovani della delegazione». E di sicuro non sarà semplice. Nella voce di Dania Tropea c’è tanta delusione e amarezza. È difficile per lei capacitarsi del comportamento della Segreteria di Stato della migrazione. «Bastava – ribadisce – essere trasparenti. Penso ai miei ex allievi, che si sentiranno presi in giro. Ciascuno si è pagato il biglietto del treno, proprio perché la determinazione è tanta. Abbiamo trascorso ore a parlare con le persone che incontravamo per motivare le ragioni della petizione e far conoscere la storia di India. In altre parole, ci abbiamo messo la faccia. Perché illuderci così? E illudere soprattutto i ragazzi? Questo gesto non mi è piaciuto», dice chiaro e tondo la docente. L’interrogativo, però, resterà sospeso, un po’ come le vite dei protagonisti di questa vicenda.

Per la Sem devono andarsene

Quali sono le ragioni del rifiuto da parte della Sem? Alla Segreteria di Stato della migrazione non possono entrare nel merito della pratica: motivi di protezione dei dati e di privacy, ci spiegano. Da quanto filtra, a quanto pare per le autorità India e i suoi famigliari sono etiopi. E con il loro Paese di provenienza sussistono dei precisi accordi. Tra Svizzera ed Etiopia è stata creata, infatti, la base legale che disciplina la cooperazione nell’ambito del rimpatrio delle persone ritenute in posizione irregolare.

Per Immacolata Iglio Rezzonico, l’avvocato che fin dall’inizio sta seguendo le vicissitudini di India, non si può non tenere presente che la ragazzina (così come madre e fratello) è sprovvista di documenti. E in quanto apolide, ci aveva spiegato a suo tempo la patrocinatrice, andrebbe accolta. Tanto più che la sua condizione in questi anni l’ha limitata negli spostamenti e ha reso difficoltoso persino frequentare la scuola. E quindi potersi costruire un futuro.