Tutela garantita dalla chiusura notturna dei valichi secondari. Il Consiglio degli Stati ha deciso di non voler archiviare la mozione della leghista Pantani
La situazione riguardante la sicurezza dei comuni del Mendrisiotto situati a ridosso della frontiera con l'Italia è tutt'altro che risolta. È con questa motivazione che il Consiglio degli Stati, facendo propria una riflessione di Filippo Lombardi (Ppd), ha ribadito oggi di non voler archiviare una mozione della leghista Roberta Pantani per la chiusura notturna dei valichi secondari.
L'atto parlamentare della consigliera nazionale Pantani, inoltrato nel 2014 e accolto dal Parlamento, aveva spinto il Consiglio federale a chiudere, quale test pilota, tre valichi di frontiera ticinesi da inizio aprile 2017 a fine settembre dello stesso anno.
Nel 2017, il governo di Roma aveva convocato l'ambasciatore svizzero nella città eterna, Giancarlo Kessler, per chiarimenti e ciò benché l'Italia fosse stata informata già l'anno prima dell'intenzione del Consiglio federale di sperimentare lo sbarramento dei valichi di Novazzano-Marcetto, Pedrinate e Ponte Cremenaga dalle 23 alle 5.
Lo scorso dicembre 2018, sollecitato dalla stessa Pantani visto l'acuirsi della situazione sul fronte della criminalità nel Mendrisiotto, con rapine ai bancomat durante la notte, proprio nelle vicinanze di valichi secondari, il Consiglio federale aveva risposto picche per bocca di Ueli Maurer a una nuova chiusura.
Oggi Lombardi ha sottolineato che il problema della sicurezza è tutt'altro che risolto. I Comuni di frontiera, ha dichiarato in aula, ci chiedono di mantenere la pressione sul governo.