Definiti diritti, doveri, gratifiche e salari dei militi del Centro di soccorso. Tra i punti di riferimento anche i Corpi di Bellinzona e Locarno
Dal primo di marzo i pompieri del Mendrisiotto sono, per davvero, un Corpo e un’anima sola. Pur avendo un quartiere generale a Mendrisio e una sede distaccata a Chiasso. Costituito il Consorzio, a cui fanno capo 14 Comuni, adesso, però, occorre darsi delle regole. Anche perché c’è da far funzionare il nuovo Centro di soccorso e da gestire il personale, destinato a votarsi sempre più al professionismo. Così il giugno scorso la Delegazione consortile ha messo a punto due documenti che valgono altrettanti Regolamenti. Dossier che ora toccherà al plenum esaminare e votare.
Il primo ‘vademecum’ del Consorzio Centro di soccorso cantonale Pompieri del Mendrisiotto – che può contare fino a 150 militi guidati da Corrado Tettamanti – mette le fondamenta. Per la delegazione presieduta da Samuel Maffi, capodicastero Sicurezza pubblica a Mendrisio, rappresenta uno “strumento necessario per la gestione e la condotta di un Centro di soccorso moderno ed efficiente”. Tanto che farà da bussola, si stima, per i prossimi vent’anni. Ma vi è di più: agli occhi dei vertici “rispecchia le reali esigenze odierne e tiene conto della situazione attuale, sia dal piano organizzativo che finanziario”. E proprio le cifre sono indicative del salto di qualità compiuto da questo ente di primo intervento. Oltre a codificare norme e compiti, infatti, è fra le pagine di questo Regolamento che si fissano gratifiche annuali e indennità, dal comandante ai singoli militi. Quale base di calcolo per determinare i vari importi ci sono, da un lato il vecchio documento dei pompieri di Mendrisio del 1996 – ampliato e aggiornato –, e dall’altro i Regolamenti in vigore a Bellinzona (dal 2008) e Locarno (dal 2005), dotati, pure loro, di un Centro di categoria A. A conti fatti lo schema restituisce gratifiche che non hanno nulla da invidiare ai colleghi delle altre due città. E se per la figura del comandante non si prevedono ritocchi (si resta sui 5’400 franchi), a beneficiarne sono soprattutto gli altri graduati. Si va dai 5mila franchi di incentivo del vicecomandante o dai 4mila del capitano – più corposi rispetto al passato e a Bellinzona e Locarno – ai 750 franchi (in precedenza erano 500) riconosciuti a un pompiere, a fronte dei 740 di Bellinzona e degli 870 del Corpo locarnese. Fanno a sé i militi di montagna della Sezione costituita in coincidenza con il Consorzio per la lotta agli incendi boschivi, con i suoi 25 effettivi. Mentre risultano essere significative pure le modifiche apportate alle diverse indennità.
Di tutt’altro tenore è, invece, la scala degli stipendi ancorata al Regolamento organico dei dipendenti del Consorzio, che ha mirato a equilibrare diritti e doveri. La massa salariale, fa sapere la Delegazione nell’incarto indirizzato al Consiglio consortile, “si aggira attorno ai 400mila franchi” per il comandante e tre figure professionali. Non si nasconde l’ambizione di voler creare “una situazione professionale ambita e appagante, in un clima di lavoro positivo”; confidando sulla fedeltà dei dipendenti. Non di meno si vorrà essere oculati: i responsabili perseguono, in effetti, “l’obiettivo di razionalizzare l’uso delle risorse umane con possibilità di attuare risparmi nel medio termine”. Non prima, comunque, di aver assunto altre due figure, definite necessarie e da subito. Ovvero un collaboratore amministrativo e uno tecnico: in attesa del via libera l’urgenza di pubblicare i concorsi c’è tutta.
Nel frattempo, per mettere in chiaro i patti, il Consorzio si dà un ‘codice etico’ che i militi sono chiamati a rispettare, consapevoli della loro importante “missione pubblica”.