I vertici del Santa Filomena respingono le accuse di Jelmini e Fonio. Mentre il personale sostiene i deputati del Ppd e chiede un incontro con la Paritetica
Sventolano la minaccia di una denuncia i vertici della casa per anziani Santa Filomena di Stabio. Per ora resta 'solo' una «possibilità», come ci conferma Lino Della Casa del Consiglio di fondazione. Sta di fatto che la fuga di informazioni che ha alimentato l'interrogazione firmata dai deputati del Ppd Lorenzo Jelmini e Giorgio Fonio ha fatto sobbalzare i responsabili della struttura, i quali ora, fanno sapere in una nota, si riservano il il diritto di “adire le vie legali” e “per diverse ipotesi di reato, segnatamente per violazione del segreto d’ufficio”. Al momento, comunque, non vi è ancora un destinatario della querela. Ciò che preme, si ribadisce nel comunicato, è non compromettere ulteriormente “la serenità e la tranquillità degli ospiti della nostra Casa”.
Ritrovare la “necessaria serenità” è del resto, anche l'obiettivo del personale della casa per anziani di Stabio, riunito ieri sera, mercoledì, in assemblea. In una risoluzione i dipendenti chiedono ai sindacati Ocst e Vpod, al loro fianco, di “attivarsi immediatamente” per ottenere incontro urgente con il Consiglio di Fondazione. Ma c'è di più, arrivano a sollecitare l'intervento della Commissione paritetica “allo scopo di cercare una mediazione tra le parti, fungendo da garante”.
Bordate parlamentari, la reazione dei vertici
Le bordate giunte dall'atto parlamentare sul “pesante clima di lavoro”, le “lacune gestionali”, nonché il sospetto che siano stati commessi degli errori medici nei confronti dei degenti hanno lasciato il segno. Tanto che direzione, Consiglio di fondazione e Consiglio d'istituto oltre a deplorare i toni si dicono sconcertati da “tanto irresponsabile scandalismo per fini estranei alla nostra comprensione”. Ancora di più turba “il fatto che gli interroganti conoscano il progetto di rapporto – dell'Ufficio del Medico cantonale, ndr – , visto che di solo progetto si tratta”. Dossier che è stato “intimato solo agli organi della Casa”. Una bozza di documento che sarà discusso dai vertici la settimana prossima per le osservazioni di rito.
Respinte le accuse di malfunzionamento
Né la comunicazione ufficiale né, una volta di più, Lino Della Casa entrano nel merito dei fatti all'origine del 'j'accuse' dei due gran consiglieri. Come già confermato a 'laRegione', i responsabili “assicurano che il funzionamento della Casa continua con la massima attenzione e con dedizione nei confronti di tutti gli ospiti, respingendo fermamente illazioni di mal funzionamento”. Ci si limita a parlare di “alcune criticità”, peraltro “riconosciute e segnalate nel pieno rispetto della legge”. Non a caso, rammentano, l'intervento del Medico cantonale è da ricondurre alla “ispezione ordinaria” dettata dal rinnovo dell'autorizzazione d'esercizio, in corso. Cosa si intende, però, per “criticità”? «I problemi sollevati rientrano fra le cose che possono succedere ovunque. Ma non si tratta di cose gravi o del genere che è accaduto in altre strutture – ci dice Della Casa – . L'interrogazione ha sollevato un polverone eccessivo». Nel frattempo, al momento non sono state assunte iniziative particolari, ma la direzione, ci fanno sapere, ha già incontrato il personale.
Il personale rivendica condizioni di lavoro serene
I dipendenti, almeno coloro che mercoledì sera si sono riuniti in plenum, un colloquio lo attendono con ansia, come fanno, invece, capire. Nella risoluzione si ribadisce, infatti, il desiderio di “poter tornare ad operare nelle migliori condizioni possibili (sia per quanto concerne il clima di lavoro sia la qualità gestionale) nel solo interesse degli ospiti, a cui va tutta l’attenzione e la cura”.