L'orchestra di Antonio Rezzonico si accinge a congedarsi dal pubblico. Concerto finale sabato a Vacallo
«La tromba? È uno strumento che non mollerò facilmente... ma a 70 anni non potevo finire senza lasciare il segno e, soprattutto, un ricordo ai miei nipoti». Dopo cinquant’anni di carriera, Antonio Rezzonico si prepara a salutare le scene. E lo farà in grande stile, sabato a Vacallo, quando si esibirà con la sua Big Band, l’orchestra che ha creato nel 1968. Ma non lascerà la tromba, strumento che ha scelto quando aveva 11 anni e che lo ha portato a guadagnarsi il soprannome di ‘tromba d’oro’. «La mia campana è dorata e ha un suono particolare che si riconosce – spiega Rezzonico –. Ora si può suonare con la bandella o in una serata in compagnia. Ma a certi livelli professionali ci si deve rendere conto che è il momento di fermarsi». Antonio Rezzonico ci ha aperto le porte della sua abitazione di Riva San Vitale per tracciare un bilancio della sua carriera, fatta di musica ma anche di insegnamento. È infatti stato maestro di educazione musicale a Riva, Mendrisio, Pregassona, Balerna e Morbio Inferiore. «Malgrado l’insegnamento sia molto duro e ci vuole una grande pazienza – racconta –, l’ho fatto con passione e non ho mai avuto grossi problemi con gli alunni». In ambito musicale, Rezzonico dirigere ormai dal 1977 la Filarmonica comunale di Riva.
Un altro genere di musica
La Big Band Antonio Rezzonico è nata nel 1968. «Suonavamo in banda e diverse persone avevano il desiderio di fare un altro genere di musica – ricorda il nostro interlocutore –. Creato il gruppo, abbiamo iniziato a provare e ci siamo resi conto che funzionava abbastanza bene». La formazione dell’orchestra è tipica di quelle jazz alla Glenn Miller e mette in primo piano le sonorità degli strumenti a fiato. Il repertorio spazia dall’era dello swing ai ritmi latino-americani con un sound coinvolgente e molti brani ballabili. Il battesimo ufficiale con il grande pubblico è arrivato nel 1972. «Rodolfo Bernasconi stava iniziando la sua attività teatrale e ha organizzato una serata comico-musicale con l’orchestra». Da quel debutto la Big Band non si è più fermata, rendendosi protagonista di con-
certi in radio, televisione (anche in diretta nazionale) e accompagnando diverse manifestazioni, come un evento in stile ‘Zecchino d’Oro’ presentato da Nella Martinetti. «Abbiamo sempre cercato di perfezionarci, arrivando a 25 anni di attività – continua Rezzonico –. Il sostegno degli enti è stato poco e non siamo mai diventati un’orchestra comunale o cantonale. Siamo sempre stati dei privati che hanno dato la priorità alla filarmonica e che nel tempo libero si sfogavano con questo tipo di musica che allora con la banda non veniva suonata». Dopo avere interrotto l’attività «di comune accordo», la Big Band, compresi alcuni musicisti della prima ora che hanno voluto esserci, si è riunita per questa occasione speciale. «Mi fanno un regalo – Antonio
Rezzonico non nasconde la sua gioia –. Sono tutti suonatori molto impegnati ma ci tengono, come io tengo a suonare un’ultima volta con loro». L’idea è nata a inizio anno. Realizzati, con l’amico Rinaldo Vassalli, gli arrangiamenti, le prove si sono tenute nelle ultime settimane. «Sono 25 anni che non suoniamo. Spero di riuscire a dare il meglio – è l’auspicio –. Durante una prova due trombettisti professionisti mi hanno detto che vorrebbero suonare come me la tromba a 70 anni».
La tromba? ‘Mi sono impuntato’
Ma come è nata la passione di Antonio Rezzonico per la tromba? «I miei genitori non vedevano la musica come un’attività, ma io me la sentivo dentro». Durante
le colonie, per esempio, «mentre gli altri giocavano, io ero seduto al piano». Dopo due anni con la chitarra, a 11 anni Antonio Rezzonico si è iscritto alla scuola allievi della filarmonica di Mendrisio con il maestro Cairoli («un grande maestro»). «Quando bisognava scegliere lo strumento, ho detto che volevo la tromba ma il maestro, che probabilmente ha visto in me capacità di apprendimento ritmiche, di lettura e intonazione, voleva darmi il clarinetto... ma mi sono impuntato». Rezzonico ha così ottenuto la sua prima tromba, che oggi fa bella mostra di sé su una parete di casa. «Il maestro me ne ha data una che non era messa proprio bene, dicendomi di farla saldare da mio papà, che faceva il ciclista». Dopo i primi tre anni di studio con Cairoli, Antonio Rezzonico avrebbe voluto iscriversi al Conservatorio. Per accontentare i genitori, ha ottenuto il diploma di disegnatore edile, continuando a studiare musica in parallelo. «A Milano avrei avuto l’occasione di essere lanciato come trombettista da un produttore che mi aveva sentito durante una tombola radiofonica, ma avrei dovuto lasciare la famiglia – confida –. Ho rinunciato perché mia moglie Leonia, conosciuta proprio grazie alla musica, aveva una sua attività e non volevo che la lasciasse e nostra figlia era piccola». Se per Leonia questo è un rimpianto, Antonio si dice «contento della scelta perché oggi vivo tranquillo». Dopo gli studi a Milano, Rezzonico ha iniziato a collaborare con l’orchestra Radiosa («poteva essere il mio sogno ma sono state fatte delle scelte ed è stata chiusa»), il maestro Robbiani («un mostro della musica leggera che mi stimava») e la radio. Oltre alla filarmonica di Mendrisio, nel suo curriculum musicale ci sono anche 10 anni con il gruppo canzoni e costumi ticinesi alla corale di Bellinzona, le filarmoniche di Riva e Chiasso, dodici anni di direzione («avevo detto che sarei rimasto un mese») del Circolo mandolinistico Aurora di Vacallo e le bandelle («un divertimento in cui comunque ci sono regole di suono e intonazione»).
‘La fine di un’attività’
Sabato a Vacallo la Big Band si congederà definitivamente dal suo pubblico. Il concerto, che inizierà alle 20.45 e sarà a entrata libera, si terrà nella palestra comunale e sarà presentato da Rosy Nervi e Flavio Sala. «Non posso che ringraziare loro, che si sono messi a disposizione per amicizia, così come il Comune di Vacallo per lo spazio e l’assistenza». Nelle parole di Rezzonico c’è un po’ di rammarico: non gli sarebbe infatti dispiaciuto tenere questo ultimo concerto nella sua Riva. «Purtroppo nessuno è profeta in patria – commenta –. Ho chiesto al sindaco ma mi ha risposto che per quest’anno non ci sarebbe stata la possibilità». La sua attenzione ora è tutta focalizzata al concerto. In programma una selezione di musiche di Glenn Miller e pezzi più ballabili, «come da tradizione della Big Band». Rezzonico si esibirà come solista alla tromba in alcuni suoi celebri pezzi (come ‘Il Silenzio’). Emozionato? «È la fine di un’attività – conclude Antonio Rezzonico –. Quando sono andato in pensione non ho pianto. Con la Big Band potrebbe essere diverso, perché la musica la suoni, la interpreti e regali emozioni».