In risposta a un'interrogazione di Danilo Baratti (Verdi), il Municipio di Lugano fa chiarezza sul destino della villa di Molino Nuovo risalente al 1914
Villa Ghioldi a Molino Nuovo e il suo giardino. Sono queste le tematiche attorno alle quali il Municipio di Lugano risponde all’interrogazione presentata dal consigliere comunale Danilo Baratti (I Verdi). In estrema sintesi, Baratti contestava il taglio del cedro secolare e il mancato inserimento dell’edificio storico risalente al 1914 tra i beni culturali protetti. Per l'esecutivo cittadino la villa e il suo giardino non erano nella lista delle richieste di tutela da parte del Cantone nei documenti di variante di Piano regolatore.
Come primo punto viene toccata la questione del taglio del cedro nella proprietà di villa Ghioldi. Al consigliere comunale premeva capire se fosse stato notificato. “È importante – risponde l’esecutivo – ricordare che l’abbattimento di un albero non è soggetto ad autorizzazione. L’unico aspetto che viene verificato nella fattispecie, è se una pianta è soggetta a un vincolo di protezione del Piano regolatore (Pr)”. Fatta questa premessa, il Municipio precisa che “all’inizio di febbraio 2024 è stata notificata la volontà di tagliare il cedro. L’albero non risultava protetto e non era nemmeno previsto di proteggerlo, pertanto si è risposto al richiedente con un nullaosta dal profilo del diritto pubblico all’abbattimento”.
In una domanda, Baratti, chiede lumi sulla volontà di tutelare a livello cantonale la storica villa. Richiesta che è stata oggetto di un ricorso, nel 2024, della Società ticinese per l'arte e la natura (Stan) che portava ragioni in tal favore di natura architettonica e urbanistica. “L’istituzione di un bene culturale locale deve essere realizzata tramite una procedura di variante di Piano regolatore”. Procedura che spesso ha durata di diversi anni. “Per quanto concerne i beni culturali, la prima variante di Pr relativa al tema è stata avviata nel 2006 ed è stata approvata dal Consiglio di Stato nel 2017”. Successivamente, il Municipio “ha dichiarato in maniera esplicita che la variante beni culturali 2 ha il ruolo di completare la fase iniziata con la variante beni culturali 1 e uno degli obiettivi è anche quello di sanare ‘certe situazioni’ precarie in tempi celeri”. L’obiettivo di questa procedura “non è quindi quello di completare il lavoro di istituzione di tutele sul territorio comunale, cosa che verrà fatta con le revisioni dei Pr”. Inoltre, afferma l’esecutivo, “nell'esame preliminare del 13 dicembre 2022 del Dipartimento del territorio relativo alla variante di Pr beni culturali 2 non figura nessuna richiesta in relazione alla villa Ghioldi”. Per queste ragioni, l’immobile non fa parte della lista di oggetti valutati nell'ambito della variante beni culturali 2.
Tuttavia, rassicura il Municipio, “casi puntali di domande di costruzione che toccano oggetti non tutelati, ma che possono mostrare un certo pregio, vengono trattati con maggior consapevolezza e sensibilità. Ponderando gli interessi”. Comunque, il Pr di Lugano, per il comparto in questione, concede infatti la possibilità di realizzare un edificio R7. La villetta era di proprietà della famiglia Wicki. Nel frattempo, è stata venduta a una società, che ha inoltrato la domanda di costruzione in pubblicazione all'albo comunale della Città. Una domanda che include la demolizione dell'edificio esistente e l'edificazione di un immobile a carattere residenziale plurifamiliare.