L’ultimo dei fermati è un 19enne che si aggiunge così ad altri tre giovani. I fatti sono avvenuti nelle prime ore del 29 dicembre scorso
Scattano nuovamente le manette per i fatti accaduti lo scorso 29 dicembre in via Pelli a Lugano. Questa volta, precisa il Ministero pubblico, ai polsi di un 19enne cittadino italiano, residente nella provincia di Vercelli (Piemonte), che è stato arrestato negli scorsi giorni. Anche lui è sospettato di essere coinvolto in una rapina ai danni di due uomini di 24 anni, che ha già portato all’arresto di altre tre persone. I primi due a essere fermati sono stati un 19enne e un 25enne, entrambi cittadini italiani, rispettivamente domiciliati nel Luganese e nel Bellinzonese. Grazie all’intervento degli agenti della Polizia cantonale, della Polizia comunale di Lugano e della Polizia dei trasporti, i primi due sono stati posti in stato di fermo a pochi minuti dai fatti, nell’area della stazione Ffs di Lugano. Gli ulteriori accertamenti, inclusa la ricerca di eventuali testimoni, hanno portato la Polcom a effettuare un terzo fermo il 16 gennaio: una donna di 19 anni, cittadina svizzera, domiciliata nel Luganese.
Per tutti e quattro, l’ipotesi di reato è quella di rapina. La ricostruzione dei fatti ha portato la Polizia cantonale a concludere che, in quella notte di sabato, più precisamente ormai alle prime ore di domenica, i primi due arrestati hanno raggiunto da dietro i due rapinati e, il 19enne usando violenza mentre il 25enne pronunciando minacce, si sono fatti consegnare un portafoglio e del denaro contante. I due rapinatori, dopo aver compiuto l’aggressione, sono fuggiti dalla zona in pieno centro di Lugano, in particolare da quella via molto frequentata dai nottambuli, grazie alla presenza di diversi locali pubblici aperti fino a tardi. Per quanto riguarda gli altri due giovani, la Polizia cantonale ha semplicemente confermato che sono sospettati di essere coinvolti.
Anche in quest’ultimo fermo, come successo nei confronti dei primi tre, al termine del verbale di interrogatorio, il giudice dei provvedimenti coercitivi ha confermato la misura restrittiva della libertà, disponendo l’arresto. Il Ministero pubblico e la Polizia cantonale precisano che al momento non forniranno ulteriori informazioni dato che gli accertamenti per chiarire la dinamica dell’accaduto proseguono. Le autorità, in occasione del primo comunicato del 10 gennaio erano alla ricerca di eventuali testimoni anche di altri episodi analoghi avvenuti nelle ore precedenti. Chi avesse delle informazioni è dunque invitato a contattare la Centrale comune d’allarme allo 0848 25 55 55.