Tra passione per la fauna e qualche critica, la struttura compie mezzo secolo di vita. La direttrice: ‘Oggi il rispetto per gli animali è al primo posto’
«Meno strutture, ma più ampie, negli ultimi cinquant’anni gli zoo sono cambiati drasticamente, passando dall’essere esposizioni di animali da poter mostrare al pubblico a luoghi nei quali il rispetto dell’animale è messo al primo posto». A parlarcene è stata Sabina Fehr, direttrice dello Zoo al Maglio di Neggio, che proprio quest’anno ha festeggiato i cinquant’anni di attività con un Family day.
Nato nel 1974 «per caso», sostiene Fehr, lo Zoo al Maglio ha festeggiato domenica 13 ottobre mezzo secolo di vita. Per l’occasione, infatti, la giornata si è svolta all’insegna di attività dedicate alla scoperta del mondo animale, nelle quali i visitatori hanno potuto vivere esperienze fuori dal comune con un duplice obiettivo: educare, oltre che intrattenere. Infatti, durante la giornata è stato possibile partecipare, tra le altre cose, all’attività di desensibilizzazione dai ragni, un’opportunità per superare la fobia degli aracnidi e conoscere il loro ruolo all’interno dell’ecosistema. Inoltre, per celebrare la ricorrenza è stata creata anche una capsula del tempo, un progetto che ha permesso alle famiglie di lasciare un ricordo alle generazioni future.
Durante il Family Day grandi, ma soprattutto piccini, hanno deciso di passare una giornata allo zoo. L’entusiasmo era alto come dimostrato da una coppia con la propria nipotina «nonostante sia la prima volta che veniamo, mi sta colpendo molto il contatto con gli animali, che non avevo mai vissuto in altri zoo. Inoltre, essendo un parco piccolo il tutto è molto ‘casalingo’». Anche tra i bambini si è percepita tutta la felicità del confronto con gli animali, visti forse solo nei documentari in televisione, mentre qui hanno avuto la possibilità di dar loro da mangiare direttamente dalle proprie mani. «I procioni sono i miei preferiti – ci ha detto entusiasta una bambina – e quando do loro da mangiare mi fanno il solletico alle mani». Un’altra ragazza un po’ più grande invece: «Apprezzo molto ciò che lo zoo fa nell’occuparsi di questi animali recuperati da situazioni non ottimali».
Questa giornata di festeggiamenti è stata, riferisce la direttrice, anche un’occasione per spiegare al pubblico di prestare maggior attenzione a quello che si legge su internet. Infatti, «per noi è molto importante fare sensibilizzazione rispondendo alle curiosità, in quanto abbiamo l’occasione di trasmettere ai visitatori delle nozioni che altrimenti non riceverebbero». Far passare messaggi corretti, sensibilizzare, è una ‘missione’ che viene portata anche nelle scuole: «Portiamo attività nelle classi oppure ospitiamo i bambini allo zoo. Spieghiamo quali sono le specie in pericolo, cosa si può fare per aiutarli, come vivono, e parliamo anche del nostro mestiere e cosa significa essere guardiano di animali». L’obiettivo finale è dunque che «i bambini crescano consapevoli, sapendo cosa fa bene a un animale e anche cosa è dannoso».
All’interno della struttura, che si espande su di un’area di circa due ettari e mezzo, vivono circa trecento animali di sessanta specie diverse. «La provenienza è molto variegata e lo spazio che hanno permette loro di vivere la routine quotidiana come se fossero in natura». All’interno dello Zoo al Maglio vivono: leoni, pony, maialini vietnamiti, pappagalli, gibboni e molti altri. Sul come sono arrivati a Neggio, Fehr spiega: «Alcune specie più piccole sono di privati che non si aspettavano che prendersi cura di un animale fosse così impegnativo, che vivessero così a lungo o che crescessero. Torniamo quindi alle nozioni che mancavano al momento dell’acquisto o della presa in consegna e che poi fanno sì che a un certo punto ci si confronti con la realtà». Ancora oggi, dunque, «ci si imbatte nella disinformazione che va a discapito dell’animale, per questo motivo facciamo un grosso lavoro di informazione durante tutte le nostre attività». E gli animali più grandi? «Spesso arrivano come animali confiscati oppure tramite scambio con altri parchi; infatti, se qualcuno ha un esubero di una specie o una carenza, possiamo fare uno scambio all’interno della rete degli zoo. Ci tengo a precisare che non esiste un commercio di animali tra zoo». Inoltre, «nessun animale oggigiorno viene più preso in natura perché ce ne sono abbastanza già nelle strutture protette».
Ma nel 2024, ha senso che gli zoo esistano ancora? La domanda è lecita e proprio lo Zoo al Maglio ha ricevuto in passato critiche di un certo tenore in Svizzera. La risposta di Fehr è categorica: «Hanno ancora assolutamente senso, in quanto gli animali che sono in natura sono sempre più in pericolo e purtroppo le organizzazioni non sono sempre in grado di garantire il pool genetico che servirà per mantenere tutte le specie animali, senza contare che ogni giorno si estinguono delle specie». Gli zoo, dunque, grazie alle leggi in vigore e aggiornatesi negli anni al fine di garantire una vita dignitosa all’animale, sono utili nel preservare le specie che in questo momento sono più a rischio. «Potenzialmente, infatti, uno zoo può avere dei genitori per dei cuccioli da mettere in riserve protette nei Paesi di origine di queste specie, in modo tale che la generazione seguente possa essere messa direttamente in natura. È chiaro che questo è un lavoro che dura decenni».
Per coloro che fossero interessati ad avere ulteriori informazioni o visitare il parco, queste sono reperibili sul sito web dello zoo (www.zooalmaglio.ch), telefonando allo 091 606 14 93 oppure scrivendo a post@zooalmaglio.ch.