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La Giustizia a Lugano: ‘Ci batteremo fino in fondo’

Il sindaco Michele Foletti rassicura tutti i gruppi in Consiglio comunale: ‘Una sede in città riveste un'importanza storica e strategica’

In sintesi:
  • Risposta all’interpellanza interpartitica sottoscritta da tutti i gruppi (prima firmataria Natalia Ferrara)
  • ‘Manteniamo un dialogo aperto con il Di e il Dfe per consolidare l’importanza strategica e storica della sede in città’
Durante i lavori in Consiglio comunale lunedì sera
(Ti-Press)
17 dicembre 2024
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«La Giustizia deve restare a Lugano. Ci batteremo fino in fondo per individuare una soluzione condivisa e per risolvere un problema ventennale». Parola di Michele Foletti, sindaco di Lugano, che non avrebbe potuto essere più esplicito nella risposta all’interpellanza interpartitica sottoscritta da tutti i gruppi in Consiglio comunale (prima firmataria Natalia Ferrara, Plr/Pvl). Il sindaco, nella seduta di ieri, ha dapprima rimarcato come la Città «non sia stata consultata né informata sulla suddivisione in quattro blocchi, decisa dal governo cantonale. Nonostante ciò, manteniamo un dialogo aperto con il Dipartimento delle istituzioni e il Dipartimento delle finanze e dell’economia per consolidare l’importanza strategica e storica della sede in città».

‘Stiamo valutando attentamente’

Eppure, dopo la bocciatura popolare dell’acquisto dello stabile Efg, lo scorso giugno, emergono località che rivendicano una sede della Giustizia, ha ribattuto Ferrara, mettendo in evidenza che in base al bando pubblicato sul Foglio ufficiale possono farsi avanti proprietari di stabili o di terreni in centro a Lugano, ma anche a Paradiso, Grancia, Collina d’Oro, Muzzano, Sorengo, Agno, Bioggio, Massagno, Savosa, Vezia, Porza, Cadempino, Manno, Canobbio, Comano, Lamone, Gravesano, Bedano e Torricella-Taverne. Motivo? Il Consiglio di Stato cerca nuovi spazi per riorganizzare nei quattro blocchi la Giustizia ticinese e richiede singoli piani o edifici interi, immobili in vendita o in affitto, con una superficie minima di 1’500 fino a un massimo di 20’000 metri quadrati. Il Municipio intende partecipare: «Stiamo valutando una sede a Lugano, dove c’è sempre stata dopo il patto siglato secoli fa. Giovedi prossimo discuteremo una proposta», ha detto Foletti, confermando l’interesse: «Ci siamo attivati per trovare una casa a Lugano durante il referendum, anche perché il centro città sarà raggiungibile molto più facilmente tra qualche anno. Il Consiglio di Stato dovrebbe essere coerente alla luce degli investimenti milionari stanziati per la rete di tram-treno e il potenziamento del trasporto pubblico».

In Ail Sa, situazione bizzarra e strana

In merito ai due atti parlamentari che hanno preso di mira la rinuncia del Municipio all’aperitivo di Natale per i dipendenti, il sindaco ha ribadito che «per coerenza, non si sarà alcun dono nemmeno per i municipali. Per quanto mi riguarda, i doni che ho ricevuto li ho sempre messi a disposizione della riffa che si organizzava all’aperitivo dei dipendenti. Quest’anno, i doni li darò in beneficenza. Nessun municipale approfitta del proprio ruolo per una cena. Mi spiace che qualcuno la pensi diversamente». Michele Codella (Avanti Ticino&Lavoro), si è limitato a dire che «avreste potuto dirlo pubblicamente», mentre Maruska Ortelli (Lega dei Ticinesi), si dichiara soddisfatta della risposta anche se le è parso «riduttivo rinunciare all’aperitivo e alle panettonata, visto che questi tagli incidono in maniera minima sui conti». Invece, il sindaco non ha fornito risposte convincenti, agli occhi di Raide Bassi (Udc), prima firmataria che ha chiesto “chiarezza” in merito “all’importante riorganizzazione” intrapresa dalle Aziende industriali di Lugano Sa (Ail Sa): «La gouvernance è delegata al Consiglio di amministrazione di Ail. Il Municipio ha preso atto della riorganizzazione e ha il compito di monitorare la situazione. Sappiamo della nomina ad interim del Ceo, la nomina definitiva spetta al CdA». Bassi ha ribattuto che la situazione appare bizzarra e strana: «Spero che il regolamento sulle partecipate da parte del Municipio approdi quanto prima in Consiglio comunale per dare chiarezza sul ruolo e sulle competenze dei consiglieri comunali».

Cittadella della musica, si attende

Interpellato in merito alla Cittadella della musica a Besso, il vicesindaco e titolare del dicastero Roberto Badaracco ha confermato che il diritto di compera che scadrà 31 marzo del 2025: «Prima di esercitarlo, dovrà essere approvato il messaggio pendente in Gran Consiglio. Non ci sarà alcun aumento di spesa per la Città, il Municipio comunque resta vigile». Inoltre, ll Consiglio comunale ha approvato il Regolamento del lascito Achille Ferrata (circa 900mila franchi). Il rapporto della commissione della Petizione redatto da Rubens Bertogliati (Plr/Pvl) ha ricordato che “sarebbe ottima cosa creare una lista completa dei lasciti disponibili e rendere pubbliche le informazioni su quale ufficio gestisce i fondi e le relative modalità di accesso, in modo da garantire che le persone in reale necessità possano usufruire pienamente delle opportunità offerte da tali fondi, che superano i 7 milioni di franchi in totale”. Dal canto suo, il sindaco ha rassicurato informando che è in corso un’analisi di tutti i legati della Città: «È un peccato che non si possano elargire sostegni a chi ne ha più bisogno perché lo scopo non è più adeguato».