Luganese

Santa Maria degli Angeli e Sant’Antonio Abate in restauro

Le due chiese, beni culturali d’interesse cantonale, necessitano di manutenzione. Il Consiglio di Stato ha stanziato un primo credito.

La Crocifissione di Bernardino Luini
16 dicembre 2024
|

È tempo di restauri per la chiesa di Santa Maria degli Angeli e di Sant’Antonio Abate a Lugano. Due beni culturali d’interesse cantonale protetti di proprietà dello Stato. Il Consiglio di Stato ha stanziato un credito di 195mila franchi per la prima tappa, ovvero delle verifiche preliminare, del progetto di restauro della chiesa di Santa Maria degli Angeli. Sono passati 100 anni dall’ultimo importante intervento dell’edificio sacro che ospita il più famoso affresco rinascimentale della Svizzera, la Passione e Crocifissione di Cristo, opera realizzata nel 1529 da Bernardino Luini (1481-1532), seguace di Leonardo da Vinci. Edificio la cui costruzione è iniziata nel 1499 e consacrata nel 1515, apparteneva al complesso del convento francescano osservante fondato nel 1490 e soppresso nel 1848, quando fu incamerato dallo Stato e sul cui sedime sorse prima l’Hôtel du Parc (1855), poi Hôtel Palace (1903), e oggi il Lac.

La chiesa di Sant’Antonio Abate sarà invece oggetto, nei prossimi giorni, di interventi di manutenzione al tetto. Contestualmente alla posa dei ponteggi, verranno eseguite le verifiche preliminari sullo stato di conservazione dei prospetti esterni. Seguiranno in un secondo tempo le indagini sull’apparato decorativo e sui manufatti della chiesa, in vista dell’allestimento di un progetto di manutenzione straordinaria e restauro globale, a distanza di 30 anni dall’ultimo restauro. L’edificio, costruito sul sedime di una chiesa del XIII secolo, passò nel 1598 ai padri Somaschi assieme all’adiacente convento che, adibito a collegio, tra il 1796 e il 1798 vide tra i suoi studenti il giovane Alessandro Manzoni. Il complesso fu incamerato dallo Stato nel 1852. La struttura della chiesa attuale è il risultato di diverse fasi costruttive risalenti al XVII secolo e all’inizio del Novecento – in particolare l’erezione della facciata neobarocca rivestita di mattoni a opera di Giuseppe Bordonzotti (1918). All’interno è particolarmente rilevante la fase settecentesca: oltre alla fastosa decorazione architettonica illusionistica del coro dei fratelli Giacomo Antonio e Antonio Francesco Giovannini da Varese, trovano spazio anche pregevoli opere dei pittori Giuseppe Antonio Petrini da Carona e dei fratelli luganesi Giovanni Antonio e Giuseppe Antonio Torricelli.

Degli interventi lo ha comunicato il Dipartimento del territorio (Dt), informando che sono in corso verifiche e indagini preliminari in previsione dei futuri importanti lavori di restauro. Lavori svolti in collaborazione con la Sezione della logistica del Dipartimento delle finanze e dell’economia (Dfe).