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Rissa in discoteca, ma non è stata un'aggressione

Parzialmenti prosciolti due giovani coinvolti in una zuffa avvenuta in un locale notturno di Lugano nel 2019

Casi di cui si sente parlare troppo spesso
(Ti-Press)
31 ottobre 2024
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Una serata in discoteca, un contatto fisico, delle maleparole e infine le botte. Gli eventi discussi oggi alla Corte delle Assise correzionali di Lugano è, per dirla con le parole della procuratrice pubblica Margherita Lanzillo, «uno dei tanti casi di episodi di violenza per futili motivi». In aula due imputati – un cittadino svizzero di 23 anni, e uno italiano di 26 – che, all’epoca dei fatti, erano poco più che maggiorenni. Su entrambi pendeva l’imputazione di aggressione per dei fatti risalenti al 2019, in cui avrebbero malmenato un altro ragazzo a seguito di un alterco, causandogli diverse lesioni. Imputazione dalla quale entrambi sono stati prosciolti. Il ragazzo aggredito, costituitosi accusatore privato, è stato rappresentato in aula dall’avvocato Stefano Pizzola.

A carico del 26enne, difeso dall’avvocato Samuel Maffi, anche le imputazioni di lesioni semplici, per fatti analoghi avvenuti nel 2021, oltre a guida in stato di inettitudine e contravvenzione alla legge sugli stupefacenti per via del suo consumo di cocaina. Questi fatti, ammessi dall’imputato, hanno portato la giudice Francesca Verda Chiocchetti a decidere una pena 100 aliquote giornaliere, sospesa per tre anni.

Dichiarazioni discordanti

«Le versioni date sono incoerenti, non lineari e si contraddicono tra loro – ha detto la giudice durante la lettura della sentenza riferendosi agli imputati –, e questo va a minare la loro credibilità. Lo stesso però si può dire anche dell’accusatore privato». Basandosi sulle dichiarazioni rilasciate da entrambe le parti infatti, non è facile ricostruire le esatte dinamiche della vicenda. Secondo l’accusa sarebbe stato il 23enne – rappresentato dall’avvocato Emanuele Ganser – ad alzare le mani per primo, mentre il 26enne sarebbe stato quello a menare più forte. Le difese hanno invece sostenuto si fosse trattata di una rissa, dove anche l’accusatore privato ci avrebbe messo del suo. Quel che è certo, è che, dopo quella fatidica notte in un noto locale notturno di Lugano, la vittima si è ritrovata con un incisivo e il setto nasale rotti, oltre che con contusioni alla spalla e alla zona lombare.

La pp aveva chiesto per loro una pena di dieci mesi per il 26enne e una pena pecuniaria per il 23enne. Per quest’ultimo, oltre al proscioglimento, la presidente della Corte ha invece previsto un indennizzo di oltre 6mila franchi. Nulla da fare neanche per Pizzola, che aveva chiesto per il suo assistito un rimborso di mille franchi per torto morale.