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Litri di idrocarburi nel lago a Melide, aperta un'inchiesta

Una trivellatrice è finita nel Ceresio lo scorso 14 settembre. Avviato un procedimento penale per stabilire le cause ed eventuali responsabilità

In sintesi:
  • Il macchinario è stato richiesto dall’Ufficio federale delle strade che si è affidata a società in possesso di una chiatta per trasportare i vari strumenti, tra cui la trivellatrice
  • Nei prossimi giorni sono previste le operazioni per recuperare il macchinario
L’area toccata dall’incidente che ha provocato l’inquinamento
(Ti-Press)
24 ottobre 2024
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Quei galleggianti sul lago in zona Melide sono stati notati da parecchie persone. In tanti, compresi i residenti nel paese lacustre, si sono chiesti a cosa servissero e per quali motivi siano stati messi lì. Comunicazioni ufficiali da parte delle varie autorità non ce ne sono state né ai media, tantomeno alla popolazione. Dopo diversi tentativi, siamo riusciti a saperne di più. Oltre un mese fa, il 14 settembre, a nord del ponte diga, è capitato un incidente che ha provocato un inquinamento. A finire nell’acqua sono state almeno diverse decine di litri di olio combustibile, a causa di una trivellatrice caduta nel lago da una chiatta.

Secondo nostre informazioni, il macchinario è stato richiesto dall’Ufficio federale delle strade (Ustra) che si è affidata a una società in possesso di una chiatta per trasportare i vari macchinari, tra cui la trivellatrice. Una trivellatrice necessaria al fine di effettuare lavori di carotaggio richiesti per i rilievi affinché si potesse valutare lo stato del ponte diga di Melide. Quel giorno, però, qualcosa è andato storto. Forse sono state sottovalutate le previsioni meteo che annunciavano forte vento da nord e hanno provocato acque agitate. Sta di fatto che il macchinario è caduto in acqua rilasciando nel Ceresio un imprecisato quantitativo di olio combustibile. Cosa sia successo è al vaglio di un’inchiesta avviata dal Ministero pubblico, come ci è stato confermato ieri sera.

Forte vento da nord e acque agitate

Il procedimento penale dovrà definire eventuali responsabilità e l’inchiesta è coordinata dal procuratore pubblico Luca Losa. “Le indagini dovranno stabilire eventuali negligenze e accertare le cause che hanno portato all’incidente”. E approfondire se, “quel giorno, in un contesto di moto ondoso provocato dalle forti raffiche di vento, del materiale presente sopra una zattera da lavoro, tra cui una trivellatrice, si era dapprima spostato per poi cadere in acqua. Una parte degli idrocarburi contenuti nel macchinario aveva iniziato a fuoriuscire generando un principio di inquinamento delle acque. Nell’immediato, agenti della Polizia cantonale, i pompieri di Melide e i pompieri di Lugano avevano posizionato degli appositi sbarramenti galleggianti per permettere il contenimento e la neutralizzazione dell’inquinante” conclude la nota del Ministero pubblico.

Sbarramenti galleggianti ben visibili

Gli sbarramenti galleggianti sono ancora ben visibili sul posto. Non si sa per quale motivo. Probabilmente, hanno una funzione preventiva. Infatti, nei prossimi giorni in territorio di Melide sono previste le operazioni per recuperare la trivellatrice che si è inabissata nel lago e ha perso diverse decine di olio combustibile a nord del ponte diga. L'operazione di recupero, che potrebbe provocare un’ulteriore fuoriuscita di olio combustibile dal macchinario, verrà effettuata in parte direttamente dalla A2, approfittando delle chiusure notturne già previste per altri lavori da parte di Ustra. Tra il raccordo di Mendrisio e quello di Melide-Bissone, si legge sul sito, sono previsti lavori stradali notturni lungo 2,6 chilometri sull'autostrada in direzione nord, con riduzione delle corsie strette, la carreggiata ridotta a una corsia, dal prossimo 3 novembre all’8, dalle 21 alle 5 di mattina. Tuttavia, la giornata ideale, o meglio la nottata giusta verrà decisa dalla società, non dall’Ustra.

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