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Preventivo 2025, ‘preoccupano le finanze cittadine’

Partiti quasi unanimi. Spese sotto la lente, occorre fissare le priorità degli investimenti e ci si chiede come mai si rinviano le proposte di rientro

Il documento finanziario passerà in Consiglio comunale nell’ultima seduta di quest’anno
(Ti-Press/Archivio)
17 ottobre 2024
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Presentato il Piano finanziario 2025–2028 provvisorio e il Preventivo 2025 con un disavanzo d’esercizio di 23,9 milioni di franchi, ecco le prime reazioni dei partiti. Tutti sono concordi (il Plr prenderà posizione prossimamente) e parlano di “stato delle finanze cittadine preoccupante’ e ‘situazione critica’.

Albertini: ‘All’esterno l’analisi della spesa’

Il Movimento Ticino&Lavoro, stilata dal consigliere comunale Giovanni Albertini va dritta al sodo. “La situazione è preoccupante. Lo abbiamo già evidenziato: bisogna mettere ordine nelle nostre finanze pubbliche. La mancanza di visione ci costringe ora ad alzare il moltiplicatore per le aziende, arrischiando che si trasferiscano nei comuni limitrofi che faranno esattamente il contrario”. Il rischio “è reale perché anche per l’economia non sono tempi facili e ogni risparmio diventa vitale. A breve quindi, anche i cittadini saranno chiamati alla cassa: per noi questo è inaccettabile”. Albertini annuncia, “una mozione per affidare a un ente esterno l’analisi della spesa e della sua efficacia. Lo stesso lavoro dovrà essere fatto per i futuri investimenti. Smettiamola di fare concorsi per opere che non si potranno realizzare. Già il mantenimento degli investimenti in corso sarà più costoso di quanto stimato. È tempo di fermarsi, analizzare e prendere decisioni serie e rigorose. Per noi non ci sono dubbi, la priorità va ai cittadini”.

Pusterla: ‘Stilare una lista delle priorità’

A titolo personale Nina Pusterla, capogruppo de La Sinistra, manifesta preoccupazione per l contenuto politico che l’esecutivo vorrà dare alle probabili e dovute misure di rientro: dove e come interverrà per arginare la spesa? In base a quali criteri di valore sceglierà dove investire e dove no? Per noi è evidente che non possono essere fermati gli investimenti in ambito sociale o ambientale, perché ne andrebbe della qualità di vita dei cittadini. Per questo difficile capire perché, a fronte di una situazione così fragile, il Municipio non abbia già proposto un aumento di moltiplicatore. Dalla nota diffusa da La Sinistra traspare preoccupazione. Secondo il partito “è fondamentale che non si blocchino iniziative importanti per la popolazione, soprattutto se di scarsa spesa, già votata dal Cc o avviate dall’Esecutivo (in materia di verde pubblico, di edilizia scolastica e culturale)”. È necessario inoltre, per il partito, stilare una lista di priorità considerando i sempre crescenti bisogni della popolazione.

Perché un risanamento solo nel 2026?

La Sinistra esprime apprensione “rispetto ai rischi derivanti da un possibile contenimento della massa salariale e dal blocco delle assunzioni, i quali potrebbero tradursi in uno scandimento progressivo dei servizi comunali e delle condizioni di lavoro”. Altrettanto importante è che “non ci sia una corsa alla vendita di proprietà della Città. Anche in questo caso, è imprescindibile un’analisi politica di contenuti e potenzialità”. Di fronte a questa situazione, però, il Municipio “propone un risanamento solo dal 2026, concentrandosi in particolare sul fronte delle uscite. Difficile capire perché non vengano subito attuate misure di accompagnamento”. Infine, conclude la nota, “concordiamo con il sindaco Foletti che il confronto non può più avvenire con i comuni limitrofi, ma deve essere fatto con altre grandi città svizzere, con moltiplicatori ben più alti del nostro che, pur offrendo importanti servizi alla cittadinanza e sviluppando grandi progetti, mantengono un equilibrio attraverso strumenti fiscali più incisivi e non trascurano le esigenze dei quartieri e della popolazione”. “La situazione è critica”. Inizia così il commento del capogruppo dei verdi Danilo Baratti: “È il prodotto di tante cose, tra queste anche una progettualità a tratti allegra, perfino megalomane se pensiamo al Pse. Quanto all’aumento del moltiplicatore a partire dal 2026, era già annunciato. Noi del resto non ne abbiamo mai fatto un tabù, men che meno da cavalcare elettoralmente”. Il problema vero, conclude la nota, “sarà indicare priorità e zavorre, e lì evidentemente le valutazioni saranno diverse a seconda della visione del mondo”.

Il Centro: ‘Non si son fatti i compiti’

Lorenzo Beretta Piccoli, capogruppo in Cc per Il Centro considera “positivamente che il moltiplicatore sulle persone fisiche non viene incrementato e che quello sulle persone giuridiche aumenta di 3 punti in meno rispetto a quanto inizialmente prospettato nel precedente piano finanziario. Questo è bene perché è fondamentale che Lugano rimanga attrattiva”. Molto preoccupante “è invece il continuo aumento delle spese operative. La Commissione della gestione ha più volte detto e ribadito che l’obiettivo per questa voce di spesa si situa attorno ai 450-460 milioni”. Con il piano finanziario presentato oggi “si arriva addirittura a sfiorare il mezzo miliardo (497 milioni) nel 2028”. Mi spiace dirlo ma qui qualcuno non ha fatto i propri compiti o perlomeno non abbastanza. Possiamo dare fiducia all’ennesimo gruppo di lavoro, ma siamo tutti consapevoli che, finora, questi gremi di risultati ne hanno portati ben pochi. Mi sarei già oggi aspettato delle proposte di rientro concrete” e “bisogna lavorare con maggior incisività insistere “sui i contributi di centralità: ci vorrà del tempo ma Lugano non può sempre fare tutto da sola”.

‘Fissare priorità agli investimenti’

Dal canto suo, il capogruppo della Lega dei Ticinesi, Lukas Bernasconi dichiara che il Preventivo 2025 certifica che la Città è entrata in una fase di difficoltà economica che richiederà un’attenta analisi sia della spesa di gestione corrente che di valutazione degli investimenti identificando le effettive priorità. L’aumento del moltiplicatore d’imposta per le persone giuridiche è comunque mitigato e parzialmente giustificato dal fatto che le aziende avranno a loro favore un saldo del 27%. Inoltre, i contributi che la Città versa al Cantone, in continua crescita sono insostenibili e mettono a rischio l’intera progettualità della città. Prudente ma pungente anche il commento del capogruppo Udc Tiziano Galeazzi: «Ci sarà molto da lavorare nelle prossime due legislature, per contenere l’esposizione verso terzi che, in proiezione, sta superando il miliardo di franchi, poi bisognerà fare una selezione degli investimenti, anche quelli già votati: sono troppo elevati per la nostra forza finanziaria». Tanto che rischierà di finire nel cassetto il futuro progetto per il centro congressuale al Campo Marzio. «Bisognerà fare valutazioni accurate sulla gestione corrente, per tornare ad acque meno agitate e far quadrare i conti, e fare un’analisi approfondita, mi auguro che il gruppo di lavoro faccia anche l’esercizio di revisionare i compiti». Le tendenza delle finanze cittadine rispecchia quelle del Cantone.

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