La residenza ottocentesca di Torricella-Taverne venne realizzata dal trisnonno del presidente della fondazione, che potrà valorizzarla
Il Castello Trefogli di Torricella-Taverne entra a far parte della lista dei monumenti meritevoli di tutela del Ticino. Lo ha sancito il Consiglio di Stato, su proposta del Dipartimento del territorio. L’approvazione della variante del Piano particolareggiato è apparsa ieri sul Foglio ufficiale, dove si annuncia la pubblicazione dal 16 ottobre al 15 novembre. È l’ultimo atto di una lunga procedura avviata alcuni anni fa. La residenza ottocentesca viene così ‘promossa’ da bene culturale di interesse locale a una protezione sul piano cantonale. Oltre alla garanzia di mantenimento degli edifici storici, la modifica pianificatoria agevolerà la richiesta di fondi per i necessari lavori di ristrutturazione del complesso.
Non nasconde la propria soddisfazione Michele Trefogli, presidente dell’omonima fondazione, proprietaria dell’ampia superficie comprendente il castello, la casa colonica (che ospitò l’osteria Chioso), alcuni edifici rustici e una cappella: «Fa piacere che sia stata riconosciuta la peculiarità architettonica e storica del luogo». Cosa significa per la fondazione questo riconoscimento? «Da un paio di anni la proprietà appartiene a una fondazione di pubblica utilità e la modifica pianificatoria ci consente di restaurare tutta la parte compresa nel nucleo agricolo, ossia i diversi edifici attaccati alla villa storica. Vorremmo creare un contenuto turistico-alberghiero soft alla villa, che viene chiamata castello», risponde Trefogli.
Quando venne edificato il castello e da chi? «L’insediamento esiste da secoli, da sempre è di proprietà della nostra famiglia – racconta il presidente della fondazione –. Quello che si vede oggi, quindi la villa con la torre e tutto quanto, è una rielaborazione realizzata nel 1906 dall’architetto Michele Trefogli, che era poi il mio trisnonno». Un personaggio parecchio noto che nacque nel 1838 a Torricella. In seguito, tra il 1855 e il 1860 studiò all’Accademia di Brera, dove conseguì diversi premi, alcuni dei quali consegnati dal governatore della Lombardia, Massimiliano d’Asburgo, che in seguito divenne imperatore del Messico. Dopo gli studi emigrò in Perù. Giunto a Lima, venne incaricato della costruzione del penitenziario. Nel 1862, fu nominato architetto di Stato durante il governo di Ramón Castilla. Nel 1863 progettò e diresse i lavori di costruzione della Banca del Perù.
«Il mio trisnonno ha sempre mantenuto i legami con la famiglia, tornava sempre in Svizzera. Poi, siccome la famiglia si è ingrandita, ha deciso di ingrandire quella che era stata la sua casa paterna e quindi ha ristrutturato, ampliandolo, un insediamento precedente, terminando i lavori nel 1906, quando aveva già 70 anni. All’interno ci sono stucchi, affreschi e arredamenti d’epoca che nel corso dei secoli sono aumentati come in tante ville storiche, mentre all’esterno, la proprietà comprende anche degli stabili agricoli, come un piccolo borgo», spiega Trefogli. Come si legge nel messaggio approvato dal Consiglio comunale l’anno scorso, il Municipio di Torricella-Taverne ha ritenuto indispensabile risolvere tutti gli aspetti pianificatori rimasti in sospeso dopo l’approvazione della revisione del 2010, visto che il manufatto era un monumento tutelato a livello locale. Su suggerimento del Cantone, si è scelta la via della variante di Piano particolareggiato.
Negli ultimi anni, la fondazione ha approfondito tutti gli aspetti relativi al comparto del castello, alla sua protezione e alla sua valorizzazione, anche grazie alla collaborazione con Università e studi di architettura. Ha quindi sviluppato un progetto di massima per la ristrutturazione del castello e la trasformazione dei rustici agricoli. «Però, non potevamo fare nulla perché mancavano le basi pianificatorie – spiega Trefogli –. Per questo, assieme al Comune si è deciso di rendere attuali i contenuti della zona con una destinazione agricola, oggi anacronistica. Volevamo mantenere gli edifici storici, anche perché abbiamo un vigneto e produciamo vino. Così, gli stabili agricoli, mantenendo la loro caratteristica, possono essere destinati ad abitazione e riusciamo a preservarli, a salvarli e a valorizzarli. E la villa, che è molto grande e ha bisogno di importanti lavori di restauro, può avere una destinazione diversa da quella dell’abitazione privata, quindi con attività di fruizione pubblica, tipo bed and breakfast».
Intanto, continua il presidente della fondazione, «abbiamo contattato Heimatschutz, una fondazione svizzera no profit, con una piattaforma turistica che propone una catena di appartamenti di vacanza di proprietà privata in edifici storici (magnificasa). L’aspetto interessante è che chi accoglie gli ospiti, può tenere il ricavato per investirlo nella manutenzione della struttura. Quindi è una sorta di aiuto all’autofinanziamento degli interventi. Per ora, è soltanto un’idea che è in linea con gli scopi della nostra fondazione di pubblica utilità, ossia il mantenimento, la salvaguardia e la valorizzazione del castello, dei beni mobili al suo interno, di tutti gli altri edifici e degli accessori che le appartengono». Un modo per dare una nuova funzione e un futuro alla proprietà. Qual è il prossimo passo? «Stiamo già lavorando al progetto di ristrutturazione dei tre stabili agricoli che si trovano ai piedi della torre. Quando la modifica pianificatoria sarà cresciuta in giudicato, potremo presentare la domanda di costruzione. Questo sarà il nostro primo passo», annuncia Trefogli.
Nel frattempo ha avuto un riscontro al di là di ogni migliore aspettativa la campagna di crowdfunding lanciata per la prima volta dalla fondazione tramite l’ente regionale di sviluppo (progettiamo.ch): «Il nostro obiettivo era di raccogliere 10’000 franchi, in due mesi ne abbiamo raccolti 17mila, grazie a una novantina di persone che ci hanno promesso dei versamenti destinati a finanziare tre lavori di restauro interni, in parte già cominciati. Questo sostanziale aiuto ci ha garantito la copertura del 10-15% dei costi. Abbiamo ottenuto un grosso sostegno, quasi incredibile. Penso sia grazie al passaparola, visto che il castello viene affittato per eventi privati da diverso tempo, poi, siccome produciamo vino, organizziamo anche visite guidate con aperitivi», conferma Trefogli. E il parco accanto al castello? È di proprietà della fondazione ma è accessibile al pubblico. Una ventina di anni fa, infatti, i proprietari decisero di stipulare una convenzione con l’Associazione amici del parco del castello, che organizza ogni anno varie attività attirando numerose persone, non soltanto residenti nel comune.