La 19enne accusata di tentato omicidio intenzionale, sarà processata mercoledì per i fatti avvenuti il 4 agosto 2023
Erano circa le 4.30 del 4 agosto 2023. Apparentemente una notte come un’altra a Sala Capriasca, ma per la famiglia della 19enne che dovrà rispondere mercoledì alle Assise criminali di Lugano dei reati di tentato omicidio intenzionale e incendio intenzionale, quella data rimarrà impressa a lungo. Non solo nei ricordi delle fiamme divampate che hanno coinvolto l’intero locale, ma anche a causa delle ferite riportate.
In quell’occasione, il padre 52enne, cittadino svizzero, era stato trasportato via elicottero in una struttura specializzata oltre Gottardo a causa delle gravi ustioni agli arti inferiori e superiori nel tentativo di spegnere le fiamme, mentre l’imputata stessa, fermata poco dopo dalla polizia, era rimasta ferita a un braccio. Il resto della famiglia, una donna e due ragazzi, era invece riuscito a mettersi in salvo inalando però il fumo acre che si stava sprigionando dal fuoco appiccato a un divano.
Subito dopo i fatti avvenuti in via A Verlín, la polizia non era riuscita a interrogare la 19enne, difesa da Maricia Dazzi, a causa di ragioni mediche ed era stata posta in stato di fermo in una struttura sanitaria per non meglio precisati disturbi di natura psichica. Di conseguenza, proprio nei giorni successivi, era stata disposta una perizia per comprendere meglio lo stato psicofisico della giovane durante quella notte. Nonostante sia risultata una totale scemata imputabilità, la 19enne sarà giudicata dalla Corte presieduta dal giudice Amos Pagnamenta per i fatti emersi dall’inchiesta condotta dal procuratore pubblico Simone Barca.