È stato nuovamente rinviato il procedimento nei confronti di 15 persone. Intanto sempre più imputazioni cadono in prescrizione
È destinato a finire in un nulla di fatto il processo nei confronti di 15 imputati (inizialmente erano sedici, uno di loro è nel frattempo deceduto) per la gestione, nel periodo compreso fra il 2013 e il 2018, del Comune di Campione d'Italia che, sommerso da una montagna di debiti, da sei anni è in dissesto finanziario. I tempi della giustizia avvicinano i limiti delle prescrizioni, che per alcuni reati sono già stati superati. La conferma si è avuta nel corso dell'udienza di stamane in Tribunale a Como, dove davanti ai giudici della sezione penale (presidente Veronica Dal Pazzo), con presente un solo imputato, è ripresa la discussione (più volte sospesa nel corso degli ultimi quattro anni) nei confronti dei 15 imputati inizialmente chiamati a rispondere di una serie di reati, dall'abuso d'ufficio al falso in bilancio, dal falso ideologico alla corruzione. Quest'ultimo reato, contestato a una dirigente del Comune e all'ex comandante della polizia locale dell'enclave, era stato rimosso in sede di udienza preliminare.
L'abuso d'ufficio contestato a due ex sindaci (Marita Piccaluga e Roberto Salmoiraghi), ai loro vice e due dirigenti comunali è stato rimosso, in quanto il reato è stato cancellato a seguito di un disegno di legge recentemente approvato dal Parlamento italiano. Buon gioco, quindi, hanno avuto i difensori nel chiedere al collegio giudicante l'abrogazione dell'accusa. Gli stessi legali hanno sollecitato il non luogo a procedere per il reato di falso in bilancio per via della avvenuta prescrizione. Resta in vita l'accusa di falso ideologico per i due ex sindaci, i dirigenti comunali e i componenti comunali. L'avvocato Aldo Turconi, difensore dell'ex sindaco Marita Piccaluga e del suo vice, ha chiesto al collegio giudicante la remissione del fascicolo giudiziario al giudice delle udienze preliminari, per la riformulazione del capo di imputazioni. Una richiesta generata dal fatto che i reati inizialmente contestati sono destinati a uscire dal processo, come l'abuso d'ufficio.
L'accusa rappresentata dal pm Antonia Pavan non ha obiettato alle sollecitazioni del collegio difensivo. I giudici si sono riservati di valutare le eccezioni preliminari, per cui hanno aggiornato il processo al 23 gennaio 2025, data in cui saranno superati i limiti della prescrizione del reato di falso in bilancio. La prescrizione potrebbe anche non essere accettata dagli imputati che, convinti della propria innocenza, vorrebbero essere assolti anche nel merito. Insomma, ottenere una assoluzione piena. L'attenzione a questo punto si concentra sul processo per bancarotta, legata alla gestione del Casinò dell'enclave, che ha rischiato il fallimento e che è rimasto chiuso per cinque anni. Il 9 ottobre è fissata l'udienza preliminare nei confronti di dieci indagati: i due ex sindaci, in carica nel periodo compreso fra il 2013 e il 2018, i due ex amministratori delegati (nei loro confronti l'accusa contesta anche il reato di appropriazione indebita), i quattro componenti del Cda della casa da gioco e due funzionari della Banca Popolare di Sondrio.