Luganese

Capriasca, Pfas nell'acqua entro i limiti

Le sostanze chimiche, derivanti dai lavori della galleria del Ceneri, sono sotto controllo, ma il gruppo di lavoro prosegue gli studi

Nulla di cui preoccuparsi, ma si rimane vigili
(Ti-Press)
10 settembre 2024
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Il livello di sostanze Pfas presenti nell'acqua potabile del Comune di Capriasca “rispetta la normativa vigente”. Queste sostanze chimiche difficilmente degradabili, presenti nelle acque di falda prelevate dal pozzo Pezza a Sigirino, derivano dai materiali impiegati nella costruzione della galleria di base della ferroviaria del Ceneri. In seguito a questa scoperta, l'Ufficio federale dei trasporti ha fornito lo scorso 3 maggio la garanzia in merito all’assunzione delle proprie responsabilità, in linea con il principio “chi inquina paga”, eliminando la necessità di intraprendere azioni legali, cosa che ha portato più recentemente al rimborso, da parte di Berna, di quasi due milioni di franchi al Comune di Sant'Antonino.

Come detto però, a Capriasca la situazione è sotto controllo. «Il limite (di sostanze Pfas presenti nell'acqua, ndr.) che è imposto oggi dalle norme svizzere, e che anche sarà imposto verosimilmente in futuro, attualmente è rispettato – ci dice Mattia Vescovi, responsabile del servizio di approvvigionamento idrico –. Il gruppo di lavoro sta però cercando la soluzione migliore per eventualmente mettere ancora una sicurezza in più, oltre che cercare di valutare se questa soluzione sarà veramente necessaria. Non ci sono problemi oggi, ma noi come azienda distributrice dell'acqua dobbiamo avere delle misure anche preventive che ci diano più margine. Per fare un paragone, è come se sulla strada ci sia un limite di 50 chilometri orari: adesso noi stiamo andando a 45. Io non posso accontentarmi di questo, visto che devo garantire che l'acqua sia sempre potabile». Va da sè, che anche tutti questi studi e valutazioni saranno rimborsati dalla Confederazione.

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