laR+ Luganese

Ri-condannato il rapinatore della Posta di Canobbio

Sei anni dopo, prova nuovamente il colpo ma viene preso assieme a due complici: 30 mesi da espiare

La Posta di Canobbio nel 2018
(Rescue Media)
6 settembre 2024
|

Nel 2018 aveva rapinato la posta di Canobbio, minacciando una dipendente con una pistola e scappando col bottino. Identificato successivamente e catturato nel Varesotto, nel 2019 venne condannato a 2 anni e 10 mesi, più l'espulsione dalla Svizzera per 20 anni. Una volta tornato in libertà, ha però deciso di assaltare nuovamente lo stesso ufficio postale, di nuovo con la pistola in pugno (anche se caricata a salve) e sul volto una maschera da animale. A Canobbio stavolta il colpo non è riuscito, siccome presso la Posta c'era molta gente. Il terzetto ha così deciso di dare forfait, ma tra i presenti qualcuno aveva notato queste persone mascherate e armate. Allertata, la polizia è giunta sul posto acciuffando i tre. Che dal 17 febbraio scorso si trovano in cella.

Oggi sono comparsi in aula penale, ammettendo i fatti. Accusa e difesa si sono accordate sull'entità della pena, che è stata omologata dalla Corte delle Assise criminali (presieduta da Amos Pagnamenta, a latere Emilie Mordasini e Aurelio Facchi). L'accusa era rappresentata dal procuratore pubblico Simone Barca, gli avvocati difensori erano Luisa Polli, Lorenzo Fornara e Stefano Camponovo.

Il principale imputato, pregiudicato e già condannato per il colpo del 2018, ha ricevuto una pena di trenta mesi da espiare, più una nuova espulsione dalla Svizzera per 20 anni. Nato a Lugano 44 anni fa, parenti in Ticino, vive nel Varesotto come i suoi due complici. Al processo ha dichiarato che prima dell'arresto lavorava in un’azienda alimentare guadagnando 1'600 euro al mese: non aveva problemi ad arrivare alla fine del mese, ha detto. Di ceto operaio anche i due compagni di ventura, un 37enne (sul suo conto una condanna a tre anni per estorsione) e un 29enne, sempre residenti nella zona sud della provincia di Varese. A loro toccano 15, rispettivamente 12 mesi, però sospesi con la condizionale, dunque verranno scarcerati. Non potranno rimettere piede in Svizzera per cinque anni.

Tra i reati riconosciuti dalla Corte, quelli di atti preparatori punibili (alla rapina), e per il solo 44enne entrata illegale, ripetuto furto, alcuni scassi di basso livello: le monete di una lavatrice, quelle di un distributore automatico del caffè, dove peraltro c'erano ben 4'850 franchi, un computer portatile. Atti che hanno comportato anche il reato di violazione di domicilio. Sempre il 44enne ha dovuto rispondere di infrazione alla legge sulle armi per via della pistola a salve, e di infrazione a quella sugli stupefacenti per aver regalato mezzo grammo di eroina al complice 37enne.