Luganese

Ordigno di Bironico, concluse le operazioni di neutralizzazione

Un proiettile di artiglieria inesploso risalente alla Prima guerra mondiale è stato rinvenuto giovedì. Sul posto un corposo dispositivo per le operazioni

In sintesi:
  • Le persone evacuate possono ora rientrare alle loro abitazioni
  • Si tratta di una granata per cannone risalente al 1917
Una foto dell’ordigno
6 settembre 2024
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Sono in corso le operazioni di evacuazione dell'ordigno inesploso rinvenuto ieri mattina in un cantiere in via Cruseta, a Bironico. La portavoce dell'esercito svizzero, Delphine Schwab-Allemand, rivela che si tratta di una granata calibro 12cm modello 1917 per cannone, risalente al periodo della prima guerra mondiale. Renato Pizolli, capo del Servizio comunicazione e media della Polizia cantonale, rivela che si tratta di un'operazione «corposa», e che sul posto sono presenti agenti di diversi Corpi di polizia, tra cui la Cantonale, del Vedeggio, militare e dei trasporti. Sul posto anche il Corpo degli artificieri dell’esercito svizzero. Sono state imposte disposizioni di sicurezza, che coinvolgono le abitazioni a un centinaio di metri, e parte degli abitanti è stata evacuata. Più precisamente, il Municipio di Monteceneri comunica che si è deciso di evacuare la zona nel raggio di 115 metri, mentre si raccomanda di non uscire di casa e tenere chiuse porte e finestre nel raggio di 415 metri. In totale sarebbero un centinaio le persone evacuate, per un totale di circa 60 economie domestiche. Questo perché si tratta di un ordigno ancora inesploso, risalente probabilmente a un'esercitazione militare, e la carica esplosiva è ancora potenzialmente attiva.

Il trasporto dell'ordigno da parte degli artificieri, che verrà poi neutralizzato in un luogo sicuro, dovrebbe avvenire tra le 15.30 e le 17.30, orario durante il quale sarà anche chiusa la strada cantonale in direzione di Isone.

Le raccomandazioni dell'esercito

Cosa significa un proiettile inesploso? In parole povere, un ordigno di questo genere è dotato di piccola carica esplosiva, chiamata spoletta, che ha lo scopo di fare detonare il proiettile al momento dell'impatto. In questo caso, è possibile che per un difetto di qualche tipo, la spoletta non abbia fatto il suo dovere, rimanendo però potenzialmente attiva, così come attiva è la carica di tritolo all'interno dell'ordigno. Secondo quanto riporta il sito dell'esercito “proiettili inesplosi e residui di munizioni si trovano su piazze di tiro attive e su piazze di tiro non più utilizzate, in zone degli obiettivi situate in montagna o sui ghiacciai. Anche durante lo sgombero di soffitte e cantine riemergono spesso pericolose sorprese risalenti ai tempi del servizio militare”. In questo caso, stando ad alcune informazioni raccolte, sembrerebbe che si tratti di un proiettile usato in un'esercitazione oltre cento anni fa, quando sul Ceneri c'era una caserma d'artiglieria, dalla quale si facevano esercitazioni sparando in direzione del Monte Bar. Il proiettile è quindi caduto tra una stalla e una casa ed è rimasto sepolto sotto terra fino a ieri mattina.

Secondo le disposizioni vigenti, conservare uno di questi ordigni come ricordo è vietato, e chiunque dovesse trovarne uno è invitato a segnalarlo al più presto alle autorità competenti senza toccare la munizione. Solo nel 2023 in Svizzera sono stati 1'122 le segnalazioni, e ben 3'537 i reperti bellici ritrovati, tra cui proiettili inesplosi, munizioni e rottami di munizioni.

Aggiornamento delle 17.30

Si è conclusa con successo attorno alle 17.20 l'operazione di neutralizzazione dell'ordigno inesploso. Tutti i cittadini stanno già rientrando alle loro abitazioni e la circolazione è ripresa normalmente, dopo che l'ordigno è stato trasportato sulla piazza d'armi di Isone per il brillamento. «È andato tutto come previsto – dice da noi raggiunto, il sindaco di Monteceneri, Pietro Solcà –. Anche le tempistiche sono state perfettamente rispettate e la viabilità ritornata alla normalità. Vorrei ringraziare la popolazione e l'amministrazione per il lavoro svolto, la collaborazione e la comprensione. Un ringraziamento anche a tutte le forze di pronto intervento, come gli agenti di Polizia, l'esercito e la Protezione civile, per l'ottimo lavoro».

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