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Cores do Brasil: quando il riscatto arriva dalle favelas

Un'esposizione che celebra l'arte e la resilienza nella comunità della Pedreira verrà inaugurata prossimamente all'asilo Ciani

Alcune immagini, i coniugi Alberto e Adriana (in basso a destra)
(Alberto Eisenhardt)
10 luglio 2024
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Giovani portavoce di una realtà drammatica: i ragazzi delle favelas brasiliane trovano nell’arte un mezzo di riscatto e speranza. È questo il ruolo assunto dalla mostra “Cores di Brasil” che, venerdì 12 luglio all’Asilo Ciani di Lugano (fino a domenica 21), esporrà quadri e borse realizzate a mano, testimonianze vivide di un talento che emerge dalle ombre della povertà. La mostra nasce dall’impegno dei coniugi ticinesi Alberto e Adriana Eisenhardt, che dal 2005 operano nella comunità della Pedreira, un quartiere periferico di San Paolo, trasformando vite attraverso l’associazione La Casa dos Curumins. Questa oasi di speranza accoglie bambini e adolescenti provenienti da situazioni difficili, offrendo loro un futuro oltre le strade.

‘Storie molto forti’

«Le storie da raccontare sono tante e le migliori spesso si verificano casualmente» ci racconta Adriana. Tra queste c’è quella di Bruno, protagonista di un documentario girato nel 2002 a San Paolo. All’epoca aveva solo quattordici anni e viveva nelle favelas. Oggi Bruno si è lasciato alle spalle quella realtà difficile: è laureato e lavora nel campo della sicurezza informatica. «Se qualcuno mi dà la chiave, aprirò la porta» aveva detto ad Alberto al termine delle riprese. Quelle parole, cariche di speranza, sono diventate il simbolo dell’associazione: offrire ai giovani un’opportunità per costruire un futuro migliore. Ma ci sono storie anche più recenti, meno conosciute. È il caso di una ragazza che frequenta l’associazione fin dalla tenera età e in seguito ritornata per occupare il ruolo di gestione della biblioteca. Da qui, ha ottenuto una borsa di studio per studiare pedagogia e, una volta laureata, è diventata assistente della direttrice dell’asilo. «Era una ragazza che non sapeva che direzione avrebbe dato alla sua vita. Oggi possiamo dire che sarà sicuramente la futura direttrice del nostro asilo». Un’altra vicenda è quella di una ragazza legata all’associazione da quando aveva 6 anni. Sarà la più giovane musicista dell’Ensemble che suonerà a Lugano il 16 luglio, sempre all’Asilo Ciani. «Con i suoi numeri, il suo sforzo e la sua grinta è la seconda volta che viene in Europa. Ha un futuro brillante» ci spiega Alberto. Tutti i ragazzi della favelas di Pedreira sono confrontati quotidianamente con una realtà dura e violenta, costretti a lavorare a partire dagli 11 anni, occupandosi dei fratelli più piccoli o spesso facendo lavoretti per strada.

Una mostra che riflette i colori del Paese

“Cores do Brasil”, ovvero ‘colore dal Brasile’, ha un obbiettivo: portare, attraverso l’arte, parte del vissuto difficile di questi ragazzi a Lugano. «I quadri sono molto colorati e ritraggono il Paese malgrado le enormi difficoltà che la popolazione vive – spiega Adriana – è un Paese fatto di colori, di resilienza. Vi è voglia e gioia di vivere, e forza di superare le difficoltà, guardando aspetti positivi nella speranza che le cose migliorino». La mostra esporrà tele e borse dipinte a mano e realizzate dai ragazzi. Infatti, sono quadri astratti, molto colorati e ispirati ad artisti a volte europei e a volte brasiliani. «La fase di realizzazione delle opere è stata un momento molto libero. Non sono mai lavori individuali: sono lavori collettivi e a una tela partecipano almeno due ragazzi. Le opere che saranno esposte sono frutto del divertimento». Le borse, invece, derivano da una collaborazione con un designer brasiliano; anche questo è un progetto spinto dalla libertà artistica.

Un ponte tra il Brasile e il Ticino

«Iniziative come la mostra portano suoni e colori, creano un ponte che avvicina due mondi» ci spiega Alberto. È in questa prospettiva che l’evento avvicina due Paesi così distanti, permettendo uno scambio culturale e sociale. Tra le due realtà si è creata una rete che consente ad Alberto e Adriana di vivere 9 mesi in Brasile e 4 in Ticino. «Non siamo soli né in Brasile né in Svizzera. L’associazione è composta da una quarantina di persone impiegate in maniera eterogenea e questo permette che tutto sia possibile» aggiunge la nostra interlocutrice. Per Alberto, tutto è iniziato con il matrimonio con Adriana. Insieme, nel 2002 hanno realizzato un documentario ambientato in una favela nella periferia di San Paolo. «Una volta rientrati in Svizzera ci siamo attivati per cercare di dare continuità alla formazione che i ragazzi stavano conseguendo al centro dove mi sono appoggiato per realizzare il documentario – ci spiega – da questa esperienza è nato il desiderio di trovare delle risposte a tante domande e calarsi nella realtà locale e capire di cosa potessero avere bisogno i ragazzi in un contesto difficile e violento». In questo modo ha inizio l’avventura dei due coniugi, concretizzatasi nel 2005 con la fondazione dell’associazione e culminata nel 2010 con il loro trasferimento in Brasile. «Questa sfida si è trasformata negli anni e oggi ci occupiamo di 600 bambini e ragazzi e li accompagniamo nella loro crescita, nel loro percorso di vita».

Non solo arte

A Lugano non ci sarà solo una mostra: all’interno dell’evento si inseriscono anche altre discipline. Sarà così possibile ascoltare il concerto ’Sons o Brasil’ così come prendere parte a laboratori creativi e musicali. «Musica, arte e sport non sono fini a sé stessi ma, nella realtà dove lavoriamo, sono strumenti educativi poderosi. Poter avere uno sbocco in Svizzera, avere questi lavori che esprimono urgenza di espressione e poter accompagnare l’evento, ha influssi molto positivi sui ragazzi» ci spiega Alberto. È in questo senso che in nostro interlocutore menziona la partecipazione all’Estival Jazz del 2022 dove i giovani che si sono esibiti hanno in seguito avuto numerose opportunità nel loro Paese. «Per i ragazzi è gratificante ed è un modo di valorizzare i loro sforzi. Sono così loro stessi portavoce di un riscatto sociale» conclude Alberto.

La mostra inizierà venerdì, dalle 19 alle 20.30 avrà luogo l’inaugurazione. L’esposizione sarà visitabile tutti i giorni dalle 16 alle 20.30 fino a domenica 21 luglio. All’interno dell’iniziativa si inseriscono una serie di eventi, concerti e atelier. Il programma completo è disponibile sulla pagina Lugano eventi.