Il consigliere comunale Carlo Zoppi (Sinistra) interroga il Municipio, sottolineando i danni provocati dagli sciami del nocivo insetto asiatico
Il suo nome ufficiale è Popilia japonica ma è più comunemente noto come coleottero giapponese. In Ticino è presente dal 2017, ma non è una buona notizia. Si tratta infatti di una specie invasiva e nociva, potenzialmente responsabile di danni notevoli. Come sottolinea il consigliere comunale Carlo Zoppi (Sinistra) – primo firmatario di un’interrogazione interpartitica –, l’insetto è “estremamente vorace”, si nutre di oltre 300 piante e “rappresenta una grave minaccia per l’ambiente, i privati e i loro giardini nonché per le attività economiche del settore primario generando danni per milioni di franchi”.
Per arginarlo, il Cantone ha posato delle trappole feromoniche, anche in alcune parti del territorio del territorio di Lugano e in altri comuni del Sottoceneri come strumento di monitoraggio. Infatti, a Lugano “la situazione con il passare del tempo peggiora sempre di più. Basti vedere il Pian Casoro e la zona di Lugano sud e si noteranno in questo periodo piante devastate e sciami di questi mangiatori lasciati liberi di scorrazzare incontrastati. In Svizzera interna la questione è presa molto sul serio e le autorità cantonali e comunali investono molte risorse in misure di contrasto. In Ticino purtroppo sembra quasi che il problema non esista”.
Pertanto, una mezza dozzina le domande rivolte al Municipio. La maggior parte verte sulle eventuali tecniche messe in campo per la lotta al parassita. Si chiede, fra l’altro, se sia stata fatta una mappatura dei focolai, se esista una collaborazione con il Cantone e quali siano le rispettive responsabilità, quali i costi sostenuti dal Comune e in che maniera venga informata e sollecitata la popolazione.