Luganese

A Lugano, oltre 600 voli di elicottero nel 2023

È quanto emerge dalla risposta a un'interrogazione inoltrata dai Verdi al Municipio, che chiedeva lumi sull'uso di questi velivoli

Voli spesso fragorosi
(Ti-Press)
14 giugno 2024
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Lo scorso aprile Marisa Mengotti, insieme agli altri cofirmatari dei Verdi di Lugano, aveva chiesto lumi alla Città in merito al frequente volo degli elicotteri, da lei definito potenzialmente dannoso per le infrastrutture e la popolazione, oltre che inquinante. Il Municipio, rispondendo all'interrogazione, ha premesso che i velivoli vengono utilizzati per due scopi, ossia lo svolgimento di puntuali lavori edili, per cui non vi è altra possibilità che l'utilizzo di questo mezzo, e per gli esboschi legati agli interventi di selvicoltura promossi dalla Città, e generalmente coordinati tra Cantone e Comune con l'avallo del Municipio. La richiesta di far volare gli elicotteri avviene a cura della polizia e della Divisione spazi urbani.

Alla domanda che chiedeva quali fossero i criteri adottati per conferire il permesso di movimenti di elicottero e se, come nel caso di Losone, non fosse il caso di dotarsi di un'ordinanza che regoli questa pratica, il Municipio risponde che ci sono diversi fattori che vengono tenuti in considerazione. Tra questi il tipo di materiale che deve essere trasportato, la possibilità di impiego di altri mezzi come gru o altre forme di trasporto, gli orari e il luogo di carico e di scarico, e l’impatto che questi voli hanno sulle zone della città e sui suoi residenti. La Città non ritiene che vi sia necessità di un’ordinanza speciale, in quanto le leggi federali, quelle cantonali e i relativi decreti sono ritenuti sufficienti per poter gestire la tematica in questione.

Nel testo viene anche specificato come “i sorvoli autorizzati dalla polizia nel 2023 sono stati 448 per 2’250 rotazioni. Per quanto attiene ai sorvoli autorizzati dalla Divisione spazi urbani, le autorizzazioni per gli esboschi sono state 230 per un totale di 1’232 rotazioni, da suddividere in quattro zone: a Breganzona, a Villa Luganese, al Ponte del Diavolo e nei comparti del Boglia”.

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