Luganese

Truffe dietro i beni di lusso: arrestato Ivan ‘Szydlik’

Domiciliato a Lugano e con società a Vacallo, insieme a un complice avrebbe raggirato più persone per un milione di euro

Il suo profilo aperto conta oltre mezzo milione di followers
(Foto tratta da Instagram)
13 giugno 2024
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Imprenditore noto sui social come Ivan Szydlik (dal cognome della ex compagna) per la rivendita di orologi di lusso, Ivan Errichiello è stato arrestato all'alba di giovedì a Milano dalla Guardia di finanza di Verbania. Secondo il pubblico ministero Carlo Scalas, titolare delle indagini, insieme al suo braccio destro avrebbe compiuto truffe aggravate, autoriciclaggio e abusivismo finanziario. I proventi illeciti supererebbero il milione di euro. Cittadino italiano domiciliato a Lugano, Errichiello è l’amministratore unico della Six Watch Sa con sede a Vacallo. Società, riporta il Registro di commercio, attiva nella compravendita di orologi, souvenir, oreficeria e ogni altro prodotto commerciale, come pure nella compravendita e il noleggio di automobili, con possibilità di aprire succursali e filiali e partecipare ad altre imprese in Svizzera e all'estero.

Nei confronti dei due il giudice delle indagini preliminari di Milano Alessandra Di Fazio ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere, ritenendo che sussista un intenso pericolo di reiterazione e il pericolo di fuga. Errichiello si trova a San Vittore, il collaboratore nel carcere di Verbania. Il procedimento nei loro confronti è nato dalle indagini del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Verbania, in seguito ad alcune segnalazioni di operazioni sospette in materia di riciclaggio e di delitti contro il patrimonio. Secondo le fiamme gialle, attraverso alcune truffe aggravate Errichiello sarebbe riuscito ad accumulare ingenti risorse finanziarie che gli consentivano di ostentare anche sui social network – In Instagram è seguito da 558mila followers – un altissimo tenore di vita. Con parte di questo denaro avrebbe costituito società fittizie, di cui avrebbe ceduto quote a ignari investitori, riuscendo così a reperire ulteriore disponibilità finanziaria.

Errichiello, si legge nell'ordinanza del Gip, “con la complicità del suo braccio destro, a partire dal 2019 si è reso responsabile di plurimi reati, dimostrando entrambi una particolare spregiudicatezza nel trasferimento all'estero degli ingenti profitti acquisiti”. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, oltre che in Italia le attività illecite sarebbero state compiute anche in Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Serbia, Belgio, Germania e Inghilterra. Dalle indagini è pure emerso che ha anche costituito una società e creato un ‘token’ di criptovaluta, avviando un'attività abusiva di offerta al pubblico di prodotti finanziari, attraverso la promozione e il collocamento a distanza di valuta virtuale. Secondo il gip, Errichiello, che ha un precedente per bancarotta fraudolenta, e il presunto complice, che ha un precedente per truffa, “dimostravano pervicacia criminale” e una “elevata professionalità a delinquere e capacità di allargare le maglie del loro business, passando in poco tempo dal commettere la prima truffa [...] alla creazione di società ad hoc” attraverso le quali “far perdere le tracce del denaro illecitamente acquisito”.