La commissione ha firmato praticamente all’unanimità il rapporto sul messaggio per il restauro del centro scolastico di Lugano centro
S’avvicina sempre più la ristrutturazione del Palazzo degli studi di Lugano. La Commissione della gestione e delle finanze ha firmato infatti quasi all’unanimità il rapporto di Marco Passalia (Centro) sul messaggio governativo dello scorso luglio che chiede di stanziare oltre 29 milioni di franchi per il restauro interno dello stabile nonché per opere infrastrutturali del comparto scolastico di Lugano centro.
Lo storico edificio di viale Cattaneo, sede del Liceo 1 di Lugano nonché bene culturale protetto, necessita da tempo di interventi di vario genere. Nel 2008 si era concluso un primo restauro durante il quale era stato risanato e riqualificato l’involucro dell’edificio, che denotava cedimenti nelle parti decorative nonché l’esigenza di un restauro conservativo delle facciate. Terminata questa prima fase, è stato indetto un concorso di progettazione che ha decretato vincitore il progetto ‘Discrete intrusioni’ elaborato dagli architetti Remo Leuzinger e Claudio Vicari. La progettazione effettiva è poi iniziata nel 2012, per essere poi però nel 2015 sospesa a seguito del ripensamento della pianificazione del comparto scolastico di Lugano centro e degli istituti liceali del Luganese in generale.
Le due principali novità di quest’ultima strategia sono la dislocazione del Museo di storia naturale a Locarno e l’apertura di un nuovo liceo ad Agno, il cosiddetto Liceo 3. Nel primo stabile verranno inserite le scuole medie di Lugano centro, mentre la creazione di un terzo liceo nel distretto è necessaria a causa del continuo aumento di studenti. Nel frattempo, pochi mesi fa è stato inaugurato un liceo provvisorio a Viganello, tassello fondamentale del progetto di ristrutturazione non solo del Lilu1 e di costruzione del Lilu3, ma anche dei lavori al Lilu2, ossia il Liceo di Savosa. Per quanto riguarda le tempistiche, i lavori a Palazzo degli studi dovrebbero terminare entro l’estate del 2026, la nuova sede di Agno dovrebbe entrare in funzione nel 2031, mentre l’anno seguente dovrebbe concludersi il cantiere a Savosa. Allora saranno distribuiti allievi e docenti nelle tre strutture.
Quest’ultima ridistribuzione e la riduzione a 36 sezioni della sede scolastica di Lugano centro hanno indotto a concepire una nuova formulazione dei contenuti del palazzo, che rappresenta il punto nodale d’avvio dell’articolato progetto regionale dei centri scolastici. Il Liceo 1 di Lugano è stata la prima istituzione scolastica di questo livello nata in Ticino, nel 1852. Per diverso tempo le lezioni si sono tenute nell’edificio del Collegio di Sant’Antonio (dove oggi si erge il Palazzo postale). È solo nel 1904 che studenti e docenti si spostano nell’edificio attuale, concepito dagli architetti Guidini e Maraini ed esempio significativo di edilizia pubblica di inizio Novecento. Anche per questo motivo, l’opzione scelta dal Consiglio di Stato è quella di un restauro conservativo, allo scopo di valorizzarlo e di inserirvi nuovi elementi funzionali e tecnici in modo “discreto ma chiaro”, come auspicato dal governo. Si intende dunque mantenere e risanare solo dove necessario gli intonaci esistenti, riproponendo le tinte originali, come anche effettuare un restauro delle finiture originali ancora esistenti e il recupero delle dimensioni originali degli spazi. I colori “sono scelti in base alle indagini stratigrafiche eseguite d’intesa con l’Ufficio dei beni culturali, che hanno permesso di risalire alle tonalità dei tinteggi originali”. Essendoci meno studenti, aule e laboratori attualmente spostati col tempo nel Palazzo delle scienze verranno riportati a Palazzo degli studi. Verrà altrettanto inserito un nuovo ingresso facilmente accessibile ai disabili. Diversi poi gli interventi di carattere tecnico. Uno dei più importante è sicuramente la sostituzione dell’intero impianto di riscaldamento per renderlo compatibile con i futuri impianti di teleriscaldamento a bassa temperatura.
La mutazione dei contenuti ha portato inevitabilmente a un aumento dei costi di investimento. Quest’ultimo nel 2017 era stimato a circa 23,6 milioni con un grado di precisione del 15%, determinando dunque un tetto massimo di spesa di poco superiore ai 27 milioni. Attualmente le cifre sono lievitate di alcuni milioni e proprio l’esigenza di verificare adeguatamente questi aspetti è stata oggetto dei commissari in questi mesi.