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La Migros di Lugano chiude il terzo piano

Non sarà più accessibile da giugno. Però nessun licenziamento: il personale verrà ricollocato all’interno della cooperativa

Ancora ignoto il destino degli spazi lasciati vuoti
(Ti-Press)
28 maggio 2024
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La Migros di Lugano centro avrà presto un piano in meno. Il terzo piano dello stabile in via Pretorio, che attualmente ospita il reparto di elettronica, verrà chiuso alla clientela a partire da lunedì 17 giugno. Gli spazi in questione verranno liberati e proposti in affitto a terzi, mentre il personale che attualmente vi lavora verrà interamente ricollocato all’interno della Cooperativa regionale Migros Ticino. Nessun licenziamento dunque. E il timore c’era, dato che qualche mese fa la stessa Migros Ticino ha dichiarato che tagli del personale nel nostro cantone non erano da escludersi. La scorsa settimana il gigante arancione ha annunciato il taglio di 150 posti di lavoro nella sede di Zurigo della nuova filiale Migros Supermercati.

‘Mercati specializzati fortemente in perdita’

“Questo passo – ha spiegato per iscritto a ‘laRegione’ Luca Corti, responsabile del servizio comunicazione di Migros Ticino – fa seguito alla decisione di Migros di concentrarsi sull’attività principale dei supermercati (core business) e di trovare nuove soluzioni per i mercati specializzati, che sono fortemente in perdita”. Questo rientra nella scelta strategica di Migros – annunciata lo scorso febbraio – di vendere le sue filiali Hotelplan, Mibelle, Melectronics e SportX, con una conseguente riduzione dell’organico a livello svizzero di circa 1’500 posti di lavoro.

“Con la chiusura del terzo piano di Lugano – prosegue Corti –, la Cooperativa vuole agire d’anticipo: a breve-medio termine si avranno infatti a disposizione assortimenti specializzati insufficienti per allestire adeguatamente l’ampia superficie di vendita dei tre piani del centro commerciale Migros di Lugano. La Cooperativa ha dunque deciso di ottimizzare l’esposizione dei prodotti e facilitare l’esperienza d’acquisto dei clienti, compattando l’offerta sui primi due piani. Gli elettrodomestici, secondo nuovo concetto nazionale, verranno spostati al secondo piano per integrare al meglio il reparto casalinghi con un completo assortimento di elettrodomestici, principalmente a marca Migros (Miostar e Durabase)”.

‘Fondamentale avere personale con Dna Migros’

Mentre non è ancora dato a sapere quale sarà il destino del terzo piano – Corti dichiara che vi sono degli attori interessati, ma ancora nulla di concreto –, i collaboratori della sede luganese potranno stare, apparentemente, tranquilli. Si potrebbe pensare, però, che questo ricollocamento dei dipendenti potrebbe andare a creare un sovradimensionamento del personale, e di fatto solo posticipando un eventuale licenziamento. Ma Corti rassicura che non sarà così. “Migros Ticino aprirà il prossimo 27 giugno un nuovo supermercato a Bellinzona nord, e nella primavera del 2025 sarà la volta della nuova filiale di Bioggio. L’azienda è poi sempre attenta e pronta a cogliere qualsiasi nuova opportunità che la regione e il mercato siano pronti a offrire: avere del personale con Dna Migros già pronto e formato da affiancare ad apprendisti Migros e neoassunti è pertanto fondamentale”.

Una strategia, quella dello spostamento dei collaboratori, che ha già dimostrato di funzionare negli ultimi tempi. “Da un paio d’anni – dice infatti Corti –, mediamente oltre il 15% delle superfici di vendita della Cooperativa è in ristrutturazione (sono 4-5 i supermercati rinnovati annualmente), per migliorare significativamente in ottica di servizio al cliente ed esperienza d’acquisto lo stato dei supermercati e renderli al passo coi tempi. Ridistribuire il personale è pertanto fisiologico, viene fatto di principio tenendo conto delle esigenze di tutte le parti coinvolte e con ottimi risultati”.

Cambiate le abitudini dei consumatori

Questa chiusura da parte di Migros si riscontra anche in altri colossi della vendita al dettaglio, basti pensare alla chiusura di Fnac di Lugano, avvenuta alla fine del mese scorso. Sembra infatti che questo modello di vendita stia venendo intaccato dalle nuove abitudini dei consumatori, come aveva a suo tempo dichiarato anche Mario Irminger, presidente della direzione generale della Federazione delle cooperative Migros, che aveva indicato quest’ultime come una delle principali cause della crisi. “La pandemia di coronavirus ha poi ulteriormente accentuato le difficoltà e l’attività online non ha potuto compensare le perdite” aveva detto in conferenza stampa dopo l’annuncio della vendita delle filiali specializzate.

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