Famiglia, amici e colleghi ricordano il 24enne campionese Amos Girardi deceduto in un incidente automobilistico
Una famiglia numerosa e unita quella di Amos Girardi, 24 anni, vittima nella serata di giovedì di un terribile incidente della circolazione avvenuto sull’autostrada italiana A9, in territorio di Origgio. Solo poco tempo fa avevano festeggiato insieme gli 80 anni della nonna, persona molto nota nell’enclave in quanto è la presidente dei Samaritani. Li univa il sorriso, sempre presente sui loro visi, l’altruismo e un carattere estremamente socievole: «Lo amavano tutti», è il ricordo unanime di chi lo ha affiancato per tutta una vita e di chi lo ha conosciuto negli anni.
In quell’appartamento di via Belvedere a Campione d’Italia, paese dove era cresciuto il papà e dove erano tornati ad abitare solo un paio di settimane fa, lo strazio della terribile notizia è sopraggiunto nella notte su venerdì, quando la Polizia italiana ha comunicato la tragedia ai genitori, Eros e Licia.
Solare e giudizioso, serio, impegnato e preparato, Amos era il più piccolo di tre fratelli. Prima di lui erano nati Davide e Sara: «È… era una persona di un’intelligenza incredibile! In brevissimo tempo, project manager alla Gc Events, aveva preso in mano la gestione di diverse mostre: Klimt a Lucerna, Van Gogh a Losanna, Warhol a Montreux, Zurigo e Basilea per diversi mesi! E adesso si apprestava a gestire l’esposizione di Milano, da cui appunto tornava... si era riqualificato diventando un manager del settore. Appassionato, sempre con il sorriso e disponibile verso tutti e tutto!».
Parole che comprensibilmente faticano a uscire fra i parenti più stretti in un momento di particolare ed evidente dolore e devastazione: «Siamo ancora sotto choc, non sembra possibile».
Una tragedia inaspettata anche per i colleghi di lavoro di Amos: «Era un lavoratore onesto e serio – ricorda Ludovica Andreini –. Ci mancherà in maniera incredibile, sia a livello personale che umano. Era uno stacanovista perché amava questo mestiere e lui lo faceva con molta passione e dedizione sempre con modi garbati e con il sorriso. Noi siamo una piccola azienda e questo è un momento molto difficile per tutti noi». Fino alle ultime ore lavorative, il 24enne e i suoi colleghi erano impegnati nell’organizzazione di un nuovo evento: «Eravamo molto contenti per come stava andando questo progetto e per come sarebbe potuta andare la giornata di oggi (venerdì, ndr), ma, invece, è arrivata questa notizia terribile che ci ha sconvolti tutti. Ora possiamo solo stringerci alla famiglia perché sono loro che stanno passando il momento più difficile».
Un altro collega, Emanuele, ha convissuto quattro mesi a Zurigo con Amos per allestire una mostra dedicata ai bambini: «Gli devo molto, ogni volta che avevo bisogno, lui era lì pronto a spiegarmi ogni passaggio con cura. Era un lavoratore appassionato e lo trasmetteva a tutti. Amos era la persona più buona di questo mondo». «La cucina era tra le sue passioni – ricorda l’amico –, amava cucinare le lasagne. Quando ero lì con lui mi spiegava ogni passaggio mentre ascoltavamo musica e ci divertivamo, se invece non c’ero, mi lasciava sempre una porzione da parte. Tra i nostri piani a corto termine avevamo organizzato una cena solo per ricordare quei momenti, mentre per il futuro ci sarebbe piaciuto creare una nostra azienda di eventi. Ora questo non è più possibile insieme, ma se dovessi riuscirci da solo, darò il suo nome all’azienda. Per me era come un fratello».
La disgrazia è avvenuta giovedì attorno alle 21.45, sull’Autostrada dei Laghi all’altezza di Origgio (in provincia di Varese), in direzione di Como e della Svizzera. La dinamica è ancora oggetto di chiarimenti, tuttavia secondo la stampa d’Oltreconfine che ha dato la notizia, l’incidente sarebbe avvenuto forse a causa di un colpo di sonno o di un malore. Di certo, c’è che il 24enne ha perso il controllo della Fiat Panda, che apparteneva alla mamma, andando a sbattere contro un mezzo pesante – fatalmente, con targhe ticinesi – fermo in una piazzola di sosta fino a incastrarsi tra le ruote anteriori dell’autotreno. Sul posto sono intervenuti Polizia stradale, autoambulanza, automedica e pompieri, constatando purtroppo che non c’era ormai più nulla da fare: le gravi ferite hanno causato la morte sul colpo del giovane.
Non è la prima volta che la comunità campionese viene lacerata da un incidente autostradale avvenuto proprio a Origgio. Nel dicembre 2014 a perdere la vita fu un 71enne che gestiva il bar Portici Piccolo Club. Nello schianto furono coinvolti anche la convivente, suo figlio e una coppia di amici. Il ristoratore, che era alla guida della Renault Laguna, morì sul colpo mentre il passeggero più giovane fu ricoverato in terapia intensiva. Anche per quell’episodio si era ipotizzato un colpo di sonno.
Alla famiglia, agli amici, ai colleghi e ai conoscenti tutti giungano le condoglianze della nostra redazione.