laR+ Luganese

Causò oltre 2 milioni di debiti per cattiva gestione, condannato

Inflitto al 68enne amministratore di una società una pena di 18 mesi. Gestiva la sua azienda dichiarando capitali che sapeva di non avere

Il giudice Siro Quadri
(Ti-Press)
15 maggio 2024
|

Come amministratore di una società ha creato o ha prodotto falsi documenti che attestassero soldi che non aveva, lanciandosi in imprese finanziarie, malgrado non disponesse della liquidità necessaria, finendo per generare debiti milionari. Per questo, la Corte delle Assise correzionali di Lugano, presieduta dal giudice Siro Quadri, lo ha condannato quest’oggi a una pena di 18 mesi sospesa per due anni, oltre al pagamento di una multa di 2mila franchi.

L’uomo, un cittadino italiano di 68 anni residente in Italia, imputato per aver – tra il 2014 e il 2015 – aggravato l’eccessivo indebitamento della sua società, una Sa di Melide attiva nel settore delle costruzioni di cui era presidente, attraverso un’insufficiente dotazione di capitale e grave negligenza. La sua amministrazione ha condotto l’impresa ad accumulare quasi 2 milioni e mezzo di franchi di debiti, e portandola al fallimento nel 2015. La sentenza si allinea con quanto chiesto dal procuratore pubblico Andrea Maria Balerna, mentre il patrocinatore del 68enne, l’avvocato Maurizio Pagliuca, aveva richiesto che venisse prosciolto da tutti i capi d’accusa, tra cui figurano cattiva gestione, truffa, conseguimento fraudolento di falsa attestazione, falsità in documenti e omissione della contabilità, quest’ultima l’unica imputazione dalla quale è stato prosciolto dalla Corte.

Durante il dibattimento, l’uomo ha cercato di scaricare la responsabilità su altre persone, ma Quadri lo ha ritenuto non credibile, perché non era plausibile che non fosse al corrente di star dichiarando il falso. «Anche se ha delegato la gestione della contabilità, in quanto amministratore unico della ditta, aveva il dovere di controllare. In più occasioni ha dichiarato di avere soldi che non poteva non sapere di non avere», ha detto il giudice.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔