Luganese

Intervento ‘muscoloso’ a Besso: prosciolti due poliziotti

Un ristoratore aveva denunciato gli agenti per un fermo ritenuto sproporzionato nel 2019. L’Alta Corte ha confermato il giudizio di primo e secondo grado

Caso chiuso
(Ti-Press/Archivio)
3 maggio 2024
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Intervento muscoloso sì, illegale no. Proscioglimento confermato per due agenti della Polizia comunale di Lugano denunciati da un 60enne per un fermo controverso avvenuto nel marzo del 2019. Il Tribunale federale ha infatti dato ragione ai due poliziotti, respingendo il ricorso dell’uomo e confermando il giudizio di primo e secondo grado.

Sostanzialmente, la polizia era intervenuta per sedare una rissa tra clienti del locale pubblico di Besso che era gestito dalla presunta vittima. Il gerente, sopraggiunto più tardi, avrebbe constatato dei danni all’arredo esterno. Secondo gli agenti, difesi da Maurizio Pagliuca e Andrea Valsangiacomo, l’uomo avrebbe dato in escandescenze, rifiutando di fornire un documento di identità, ed è stato dunque ammanettato a terra (ci sono anche dei video che lo dimostrano) rimediando un trauma cranico che sarebbe stata una conseguenza non voluta. Il 60enne ha sempre sostenuto invece di essere rimasto calmo, giudicando sproporzionato l’intervento in quanto avrebbe ricevuto anche dei calci mentre si trovava a terra. E pertanto li ha denunciati, per lesioni gravi, lesioni semplici (in via subordinata lesioni colpose gravi e semplici), vie di fatto, danneggiamento, diffamazione, calunnia, ingiuria, minaccia e abuso di autorità.

Del caso si è occupato il procuratore generale Andrea Pagani, che nell’ottobre del 2022 aveva emesso un decreto d’abbandono. Decisione poi confermata anche dalla Corte dei reclami penali (Crp) nel dicembre dell’anno scorso. Per la Crp, dato che le due tesi sono discordanti, non ci sono stati elementi o testimonianze tali da dar ragione a una parte piuttosto che all’altra. Tuttavia, il 60enne difeso dall’avvocata Immacolata Iglio Rezzonico ha presentato ricorso sostenendo che i video non sarebbero originali ma potrebbero essere stati manipolati e modificati. Ciononostante, la Corte di Losanna non ha ravvisato elementi in tal senso. Secondo Mon Repos, anche i presunti calci sarebbero da interpretare piuttosto come i cosiddetti colpi di disturbo durante la fase di ammanettamento, a causa della resistenza opposta dal ristoratore, e in ogni caso non sarebbe stato possibile imputarli a un agente o all’altro. La sentenza del 15 aprile, riportata dal ‘Cdt’, stabilisce infine che non vi sono sufficienti indizi di colpevolezza a carico degli imputati.