Il sindaco di Lugano Michele Foletti replica al capogruppo ecologista Danilo Baratti, che ha definito il documento ‘una vetrina promozionale’ per la Città
Il Rapporto di sostenibilità? «Rispecchia gli obiettivi del Municipio». E le critiche dei Verdi? «Hanno una visione unilaterale». Il sindaco di Lugano Michele Foletti difende il documento, lungamente atteso e presentato un mese fa dalla Città, e replica al capogruppo dei Verdi Danilo Baratti, che lo ha definito «una vetrina promozionale».
Perché la ritiene una visione unilaterale?
Foletti: Secondo me, Danilo interpreta male il fatto che quello presentato non è un bilancio ambientale. Questo è un rapporto di sostenibilità e in base all’Agenda dell’Onu la sostenibilità è declinata in tre ambiti: quello ambientale, quello sociale e quello economico e di governance. Non si può fare ambientalismo se questo va a scapito della socialità o della governance finanziaria. Baratti suggerisce di misurare le chiome degli alberi, ma non è quello il senso di un rapporto di sostenibilità. Piuttosto si fa uno studio specifico su quel tema puntuale. Non metto in dubbio che possano essere dati interessanti, ma non fanno parte di uno studio generale sulla sostenibilità, che invece è basato su criteri che nel tempo saranno comparabili ad altre realtà.
Come mai non sono stati fatti paragoni?
Foletti: Capisco l’osservazione. Il problema è che studi come il nostro, basato su criteri riconosciuti da Global Reporting Initiative (Gri), o non sono stati fatti da altre grandi Città svizzere o non sono stati resi pubblici. Auspichiamo che in futuro più rapporti di questo tipo vengano pubblicati da altre Città svizzere al fine di permettere un’analisi comparativa. Ciò fungerà anche da stimolo per migliorare regolarmente questo importante strumento.
Mancherebbe un’analisi approfondita...
Foletti: Non direi. Dipende chiaramente dal tipo di strumento che si aspettavano, ma ad oggi non ci sono standard per fare un rendiconto della sostenibilità della pubblica amministrazione, né a livello nazionale né internazionale. Noi ci siamo basati sugli standard di Gri, cercando di adattarli a un’amministrazione pubblica aggiungendo alcuni criteri a quelli di base, perché volevamo un rapporto che fosse certificato proprio perché non volevamo essere autopromozionali come dicono loro.
Baratti solleva dubbi su come siano stati scelti gli stakeholder.
Foletti: Sì, è una scelta arbitraria compiuta dal Municipio, proprio perché non ci sono degli standard. Dicono che manca la società civile, ma abbiamo coinvolto le commissioni di quartiere.
Le associazioni a tutela di territorio e ambiente non sono però state interpellate.
Foletti: Non direttamente. Nelle commissioni di quartiere sono presenti persone che fanno parte di queste associazioni così come diversi consiglieri comunali interpellati quali portatori d’interesse sono sensibili a queste importanti tematiche.
Non è curioso che fra i problemi più sentiti non sia emerso il traffico e invece ai primi posti ci sono sicurezza e decoro pubblico, quando Lugano è già una città sicura e pulita?
Foletti: In realtà le preoccupazioni legate al traffico sono emerse, perché fra le priorità ci sono mobilità lenta e trasporto pubblico. Mentre sulla sicurezza...
... sulla sicurezza: nel 2019 era stato commissionato all’Università di Losanna il Losai, un sondaggio al quale hanno risposto quasi 8’000 cittadini, che indagava le principali preoccupazioni dei luganesi. Ai primi posti figuravano i premi delle assicurazioni malattia, la disoccupazione e traffico e inquinamento. La criminalità preoccupava solo il 5,7% delle persone.
Foletti: Il risultato emerso dal Rapporto credo che vada interpretato come una volontà di non perdere questa sicurezza della quale godiamo e lo stesso vale per il decoro e la pulizia. Sono dei valori da preservare. Non si chiedeva che cosa sono i problemi della città, ma cosa è importante per la città.
E questa circostanza non lo rende un rapporto acritico, come sostenuto da Baratti?
Foletti: Lo scopo era fare una fotografia di come siamo messi a fine 2023, rifarla ogni anno per poter misurare eventuali passi avanti o indietro. Abbiamo correlato il Rapporto alle Linee di sviluppo, approvate dal Consiglio comunale, e pertanto contenenti gli obiettivi di Municipio e amministrazione pubblica per i prossimi anni. Se i Verdi ritengono che siano necessari approfondimenti in ambiti specifici possono richiederli con interrogazioni, mozioni, gli strumenti che hanno a disposizione. Anche le isole di calore: certo che sono un tema, degli studi sono stati fatti e sono anche stati inseriti nel Piano direttore comunale, ma non è questo rapporto lo strumento che deve dare le soluzioni, che, ribadisco, fornisce la fotografia di un dato istante. Anche i rapporti aziendali sono stilati nel medesimo modo.
E questa è un’altra delle critiche mosse da Baratti: il rapporto di un ente pubblico non dovrebbe essere come quello di un’azienda.
Foletti: E torniamo al punto di prima: per gli enti pubblici non ci sono ancora degli standard riconosciuti globalmente.
In generale si lamenta una carenza di dati: ce ne sarebbero di più in ‘Lugano in cifre’.
Foletti: Infatti è così. Ma sono due documenti diversi. Di documenti statistici ce ne sono già diversi, che realizzano paragoni, a cominciare dal ‘City Statistics’ realizzato dall’Ufficio federale di statistica. Un rapporto di sostenibilità, oltre a presentare informazioni quantitative, ha l’obiettivo di descrivere anche gli aspetti qualitativi, ossia i vari progetti portati avanti dall’amministrazione in quel campo.
I Verdi torneranno a votare i conti della Città?
Foletti: Non mi illudo che i Verdi voteranno mai i conti di Lugano. È coerente, se non altro, con la loro scelta di non presentare una lista per il Municipio.