Ci hanno provato due giovani vestiti di nero sabato 23 marzo all’ora di cena. A Dino, qualche giorno prima, a essere scassinate sono state delle auto
È ora di cena. È sabato sera del 23 marzo. Una signora torna a casa a Sonvico e sente scattare l’allarme della sua abitazione. Si accorge subito che si tratta, di nuovo, di ladri. Li vede correre fuori dal giardino, sono due giovani vestiti di nero. Le era già successo in passato, circa una decina di anni fa, motivo per il quale ha deciso di installare un sistema antifurto. Una decisione che in questa seconda spiacevole occasione ha fatto scappare a gambe levate i malviventi. Se da lei non sono riusciti a rubare niente, la missione è riuscita in un’altra casa del paese, sempre nello stesso periodo, dove hanno scassinato una porta e rubato due biciclette. Poco più a valle, a meno di un chilometro e mezzo, a Dino, a essere scassinate sono state invece delle auto. Interpellata da ‘laRegione’, la Polizia cantonale ha confermato l’accaduto.
«Io stavo arrivando, ero proprio fuori casa quando ho sentito l’allarme suonare – ci racconta la signora –. Ho subito capito che si trattava di ladri. Poco dopo infatti li ho visti scappare dalla parte del giardino, ma essendoci una siepe non li ho visti bene. Quel che ricordo bene, però, è che erano due giovanotti senza passamontagna. Un vicino mi ha riferito che c’era un’altra persona ad attenderli. Poi i due sono saliti su un Suv con targa straniera. Quindi c’era anche un terzo complice che guidava. Io sono subito corsa in strada e ho fermato un bus che passava, dicendo che quei due erano appena fuggiti e che avevano provato a entrare in casa mia forzando il cancello prima e la portafinestra del giardino dopo».
Un caso non isolato, purtroppo, per la signora. «In passato, dei ladri erano riusciti a entrare in casa mia e, frugando dappertutto, avevano trovato una catenina d’oro, che si sono portati via. Allora non avevo ancora l’antifurto purtroppo. Ero stata via tutto il giorno, quindi non saprei dire a che ora sono arrivati quella volta, ma mi è sembrato che fossero di fretta. Da quel momento, ho deciso di installare un sistema d’allarme e per fortuna, sennò quel sabato sera, se fossi stata in ritardo o se fossi arrivata dopo, me li sarei trovati dentro e sarebbe stato pericoloso, perché non si sa come reagiscono». A sorprendere la donna, è anche l’orario scelto per colpire. «Era sera, verso l’ora di cena, un orario in cui è probabile che la gente stia cenando. Forse hanno fatto attenzione al fatto che alle 17 sono uscita, ma non credo che siano stati fermi due ore prima di tentare il furto». Dalla polizia però ancora nessuna notizia, «ma li troveranno, salteranno fuori i colpevoli».
Forse gli stessi colpevoli che, sempre a Sonvico, sono riusciti a rubare due biciclette da una casetta in giardino. Pare siano riusciti a fare centro solamente perché si trattava di un’abitazione di vacanza e i proprietari non erano dunque tra le mura domestiche quel giorno. Un altro testimone ci racconta che a Dino ci sarebbero stati diversi furti nelle macchine. «Penso ci siano riusciti con quel sistema tecnologico con il quale prima registrano i codici del telecomando, intercettando le onde radio (quando chiudi l’auto), riuscendo poi a riaprirla. Lo si può fare con qualsiasi telecomando, duplicandolo. Infatti tanti hanno trovato l’auto aperta ma non scassinata o con il classico finestrino rotto». La signora, in merito a questo, ci fa sapere che «era prima che arrivassero da me, ma questione di pochi giorni».