L’ordinanza municipale sulla prevenzione è in vigore, e l’esecutivo interviene in caso di impianti o situazioni particolarmente molesti
A che punto è l’attuazione dell’ordinanza municipale concernente la prevenzione dell’inquinamento luminoso del 1° marzo 2018? Era questa la domanda rivolta al Municipio sotto forma di interrogazione da parte dei consiglieri comunali Sara Beretta Piccoli (Indipendente e prima firmataria), Edoardo Cappelletti (Pc) e Dario Petrini (Indipendente). “L’ordinanza – comunica l’esecutivo – è in vigore. Sono quindi soggetti ai suoi principi gli impianti di illuminazione esterna pubblici e privati, in particolare quelli di nuova costruzione e quelli esistenti, oggetti di risanamento”. Tale disposizione pone una base legale che permette al Municipio di intervenire in caso di impianti o situazioni particolarmente molesti.
Alla domanda come, quando e con quali esiti sono state fatte delle misurazioni riguardo all’eccessiva illuminazione in città, sia riguardo agli impianti privati che pubblici, la Città afferma che “è possibile riscontrare degli eccessi di luce dovuti alla morfologia del territorio e alle relative difficoltà nel limitare l’illuminazione in punti specifici, soprattutto quando si utilizzano lampade a vapori di sodio”. E a proposito delle lampade a sodio viene spiegato che non tutte sono state sostituite. Ogni nuovo intervento richiesto dalla Città è orientato verso le nuove tecnologie a Led. Ma, precisa il Municipio, “non è programmata nessuna sostituzione completa delle armature, esse vengono sostituite secondo il graduale rinnovamento dei punti luce nell'ambito dei nuovi progetti o della manutenzione ordinaria. Una completa sostituzione a ‘tappeto’ delle circa 6’500 lampade necessiterebbe verosimilmente di 5 anni di lavoro e comporterebbe un onere immediato di circa 7,5 milioni di franchi a carico della Città”.
Attualmente, il parco lampade di Lugano è composto da 1’682 armature a Led; 1’275 armature artistiche; 615 armature fluorescenti; 152 ex armature mercurio; 6’131 a sodio; 495 a vapori metallici; 365 diverse e 6 di segnaletica. E a proposito degli impianti dotati di sistema a sensori che diminuiscono l’intensità dell’illuminazione in caso di non utilizzo o durante le ore notturne, l’esecutivo cittadino fa sapere che al momento cinque percorsi sono dotati di tale sistema. La pista ciclabile zona Campus Usi Ponte la Santa-Ponte Fola Viganello; la pista ciclabile zona vecchio tram Davesco-Cadro; il dog-park lato fiume e il parco via Industria a Pregassona e via Sottrosio e Nav Carona (in esecuzione). A ogni modo, precisa la nota municipale, “tutte le armature installate nel territorio del comprensorio cittadino adottano già un sistema di riduzione notturna automatica (dalle 23 alle 5). Ciò comporta una riduzione del 50% dell’illuminamento, cioè della quantità di luce emessa dall’armatura”. Infine, alla domanda sul perché non vengano adottati questi sistemi a sensori per le nuove edificazioni, la Città conclude affermando che “sono raccomandati e proposti principalmente per strade di quartiere a fondo cieco, parchi, percorsi ciclopedonali o parcheggi. Ma è sconsigliato installarli in strade a elevato traffico o nei nuclei abitati poiché potrebbe manifestarsi un fastidioso ‘effetto discoteca’ causando disturbi alla popolazione”.