Luganese

Val Mara annuncia l'incasso di 8,3 milioni di franchi

Le casse comunali saranno rimpinguate da sopravvenienze d'imposta che sarebbero riconducibili allo svizzero-angolano Jean-Claude Bastos de Morais

In sintesi:
  • Bastos era coinvolto nello scandalo dei 'Paradise Papers’
  • Era pure stato accusato di riciclaggio di denaro e corruzione
Milioni di franchi in arrivo nell’erario comunale
(Ti-Press/laRegione)

Emergono un paio di piacevoli sorprese dall’ultima seduta di Consiglio comunale della legislatura di Val Mara. Cominciamo dalla più sostanziosa: il Municipio ha informato il legislativo in merito a un ingente incasso – ben 8,3 milioni di franchi – proveniente da sopravvenienze d’imposta. Una boccata d’ossigeno importante per l’erario dell’ente locale, che verrà rimpinguato nel corso di quest’anno. La buona notizia è giunta dal Cantone di recente. Secondo nostre informazioni, le sopravvenienze riguarderebbero imposte arretrate degli anni 2015, 2016 e 2017 dell’uomo d’affari svizzero-angolano Jean-Claude Bastos de Morais, che aveva comprato una villa sul lago a Melano una ventina di anni fa, mentre ora risiederebbe negli Emirati Arabi.

Consuntivo 2023 votato all’unanimità

Di fronte a una sopravvenienza di tale portata, passa in secondo piano, ma è comunque un segnale positivo, l’avanzo d’esercizio di poco oltre i 162’306 franchi, registrato nel Consuntivo 2023, che è stato votato all’unanimità dal Consiglio comunale mercoledì sera. In particolare, se si considera che il disavanzo indicato a Preventivo sfiorava i 473'000 franchi. Il confronto, scrive il Municipio nel messaggio, evidenzia una diminuzione delle spese di poco meno di 276’000 franchi (-2,10%) e un incremento dei ricavi di 620’728 franchi (+12,27%). Insomma, dal primo documento del nuovo Comune di Val Mara a essere presentato in base al nuovo modello contabile armonizzato MCA2 e tenendo conto dell’unificazione delle tre contabilità degli ex Comuni di Maroggia, Melano e Rovio, emergono segnali positivi.

‘Paradise Papers’, si dimise la Metzler

Però, evidentemente, l’indicazione principale è quella legata alle sopravvenienze d’imposta legate al nome che era balzato agli onori della cronaca in maniera non proprio positiva negli anni scorsi. Come si ricorderà, il 56enne uomo d’affari svizzero-angolano e il suo gruppo Quantum Global di Zugo era stato tirato in ballo dalle rivelazioni giornalistiche sui “Paradise Papers”, nel 2017. Le inchieste dei media avevano messo in cattiva luce anche la ex consigliera federale Ruth Metzler, che aveva annunciato le dimissioni con effetto immediato dal “comitato consultivo" del gruppo Quantum Global di Zugo. Dimissioni motivate, come scrisse in una nota inviata all’Ats, dai “gravi rimproveri su asserite pratiche d’affari in Angola” del gruppo che “a me, quale membro dell’Advisory Board, non erano noti e che nell’ambito delle mie attività neppure potevano neppure essere noti”. Ruth Metzler aveva deciso di dimettersi dal comitato consultivo, “indipendentemente dalla domanda se questi rimproveri corrispondano al vero e dal come siano da giudicare da un punto di vista legale”.

Quel fondo sovrano angolese

Come era emerso in seguito, il gruppo Quantum Global venne fondato proprio dall’uomo d’affari svizzero-angolano Jean-Claude Bastos de Morais, con l’obiettivo di offrire consulenze per progetti di sviluppo. Malgrado una precedente condanna risalente al 2011, Bastos era riuscito a farsi assegnare dal fondo sovrano dell’Angola l’amministrazione di ben cinque miliardi di dollari. Il gruppo Quantum avrebbe incassato ogni anno tra i 60 e i 70 milioni di dollari per questa attività, in buona parte finiti nelle tasche di Bastos, che avrebbe effettuato transazioni dubbie. Ma le rivelazioni giornalistiche non finiscono qui. Negli anni scorsi, tio.ch aveva riferito di una sentenza del Tribunale federale, attraverso la quale era stata rigettata la richiesta della Quantum Global, di sbloccare i suoi conti alla ex Bsi, che erano finiti sotto sequestro delle autorità fiscali elvetiche a partire dal maggio 2018.

Le rivendicazioni di arretrati fiscali

A rivendicare ben 16 milioni di franchi di imposte comunali non c’era soltanto l’allora Comune di Melano. A reclamare tasse non pagate a Jean-Claude Bastos de Morais si era fatto avanti anche il Cantone (per 19 milioni), mentre la Confederazione rivendicava 13 milioni, per il mancato pagamento dell’imposta federale diretta, la Città di Lugano nel chiedeva 15mila franchi e il Comune di Paradiso 70mila, sempre per imposte non versate. Nel frattempo, il milionario uomo d’affari, che venne arrestato nel settembre 2018 in Angola, con l’accusa di sospetto riciclaggio di denaro, corruzione e altri reati era finito pure nel mirino del Ministero pubblico della Confederazione. La Procura federale tuttavia in seguito archiviò il caso, dopo che Bastos raggiunse un accordo amichevole con il fondo sovrano del Paese africano e venne rilasciato.