Lo afferma il Municipio, mostrando come quello luganese sia un caso virtuoso nel panorama svizzero
Il Lac di Lugano è il centro culturale svizzero con la più alta percentuale di autofinanziamento e, grazie a questo, dovrebbe essere in grado di produrre progetti speciali – come ad esempio Il barbiere di Siviglia – anche nel caso la Rsi – che in parte finanzia questo genere di produzioni – dovesse subire dei tagli in seguito all'iniziativa ‘200 franchi bastano’. È quanto emerge dalle risposte del Municipio a una serie di domande poste dalla Commissione delle petizioni, in cui viene affermato come “una minor capacità da parte di Rsi di sostenere progetti con una rinomanza sovraregionale non è un fattore positivo. Nonostante ciò, il Lac è comunque stato in grado di produrre altre due Opere dopo Il barbiere, La Traviata e Anna Bolena, impiegando esclusivamente fondi privati. I progetti speciali infatti sono realizzati solo se completamente autofinanziati”. Dalla risposta si evince infatti come, nella stagione 2021/2022, i ricavi del Lac siano stati di circa 6 milioni, su un budget complessivo di 14 milioni, di cui la differenza è fornita dal finanziamento pubblico. Questo corrisponde a una percentuale di finanziamento del 43,5%. Per fare un paragone, per il Winterthur Theater, che nella lista di centri culturali forniti dal Municipio risulta essere al secondo posto per grado di finanziamento, questa percentuale arriva ‘solo’ al 33%. Viene sottolineato inoltre come, nella stagione 2022/2023, il grado di autofinanziamento abbia superato il 50%. “Si tratta di un risultato – si legge nel testo – particolarmente positivo nel contesto svizzero ma anche nel contesto culturale in generale, e allo stesso tempo dimostra come un contributo pubblico sarà sempre necessario per il funzionamento di un centro culturale”.