Il Tribunale federale respinge il ricorso dell'uomo che si trova in carcere per una truffa orchestrata ai danni di un cliente facoltoso
Non potrà avere accesso alla una pennetta Usb, contenente del supposto materiale probatorio, l’avvocato luganese di nazionalità italiana che nel 2022 era stato condannato a tre anni e mezzo di detenzione per truffa ai danni di almeno un cliente facoltoso. Lo si evince da una sentenza del Tribunale federale (Tf) che ha respinto il ricorso dell’uomo, dopo che in prima battuta si era visto ignorare la richiesta dalla direzione del carcere, e respinto il successivo reclamo inoltrato prima alla Divisione della giustizia, in seguito alla Corte dei reclami penali del Tribunale d’appello. È invece tuttora pendente al Tf il ricorso presentato dall’avvocato contro la sentenza inflittagli in primo grado, che è stata confermata in Appello.
L’ex avvocato si era rivolto dunque al Tf, chiedendo che gli venisse versata un’indennità per denegata giustizia in quanto, a suo dire, all’interno della chiavetta ci sarebbero state prove in suo favore e che ne necessitava per “esercitare un effettivo diritto di difesa in vista del processo d’appello di martedì 28 febbraio 2023”. Dalla sentenza emerge però che la Corte d’appello non aveva trovato nulla nella chiavetta Usb che “avvalorasse la tesi difensiva del reclamante”, oltre al fatto che la direzione della prigione non gli ha negato il suo diritto di esaminare gli atti del suo procedimento e che l’uomo era semplicemente tenuto a compilare l’apposito modulo da sottoporre al Servizio informatica, conformemente alla direttiva interna del carcere, cosa di cui era stato messo al corrente.