La decisione fa scattare l'interrogazione della Lega, mentre Censi critica e propone di riaprire via Magatti e Valenzano Rossi ribatte: ‘Impossibile’
La chiusura del traffico lungo il primo tratto di via Bossi, per lavori, sta creando problemi e disagi al traffico in centro città. Problemi e disagi del resto, per certi versi, prevedibili. La questione viaria, però, surriscalda gli animi e nell’attuale clima elettorale scatena polemiche. La decisione adottata dal Municipio di Lugano non è piaciuta a tutti.
Da una parte, giunge l’interrogazione intitolata “Caos e disagi programmati”, firmata dal capogruppo della Lega Lukas Bernasconi e sottoscritta dal collega Michael Nyffeler. Dall’altra, Andrea Censi, presidente del Fronte degli automobilisti (Fat), che appartiene al movimento di via Monte Boglia, critica aspramente le modalità e la mancanza di lungimiranza dell’autorità cittadina che non ha valutato, come avrebbe dovuto, l’impatto della chiusura della via per quasi un anno e pertanto suggerisce di «trovare alternative, come la riapertura temporanea al traffico, anche a velocità ridotta di via Magatti, quantomeno per fluidificare il transito verso il lago». Karin Valenzano Rossi, titolare del Dicastero sicurezza e spazi urbani di Lugano, ribatte che «sarebbe impossibile riaprire la via Magatti perché imporrebbe la ricalibratura degli impianti semaforici».
Censi parla di una misura inaccettabile: «Lugano è notoriamente congestionata dal traffico, anche a causa di un assetto viario non dei migliori. La semplice chiusura di una strada mostra i limiti della viabilità cittadina, questo dovrebbe far pensare anche per il futuro». Il presidente del Fat condivide quanto riportato nell’interrogazione, ossia che l’opportunità di fare i lavori non è in discussione, quello che sorprende è come si è affrontato il problema. Prevedere che la chiusura avrebbe avuto un impatto disastroso era fin troppo facile. Già in questi giorni di vacanza si assiste al caos, cosa succederà la prossima settimana lo possiamo solo immaginare, sicuramente niente di positivo. Con questa chiusura anche l’accesso all’autosilo più importante della Città (il Balestra) diventa problematico, rendendo di fatto meno attrattivo il comparto interessato con pregiudizio per commercianti ed esercenti. Censi aggiunge che «gli attuali ingorghi non possano più continuare, altrimenti settimana prossima, al termine delle vacanze scolastiche, la situazione non potrà che peggiorare».
«Siamo evidentemente dispiaciuti per i disagi del cantiere, ma le infrastrutture vetuste vanno cambiate. Malgrado gli strali da campagna elettorale, si è pensato alle esigenze della città, cercando di trovare il bandolo della matassa per conciliare il rinnovo strutturale ed epocale di infrastrutture e cablaggi con la viabilità cittadina», premette Karin Valenzano Rossi. D’altra parte, aggiunge, «ci sono lavori importanti a livello di sottostrutture da fare, le canalizzazioni devono essere sostituite, poi ci sono le necessità delle Ail Sa, che ha l’obbligo di posare le infrastrutture e l’esigenza di intervento da parte di altri prestatori di servizi essenziali. Si tratta di opere inderogabili della Città per sostituire infrastrutture che hanno fatto il loro tempo».
Come si spiega la chiusura per così tanto tempo, quasi un anno? «I tecnici hanno cercato di capire quale fosse la modalità ideale per il cantiere, in primis nel rispetto della sicurezza di chi lavora e di chi solitamente utilizza quel percorso. Si tratta di trovare una soluzione per generare il minor impatto possibile alla città, ai suoi commerci e alla viabilità e per il minor tempo possibile», risponde Valenzano Rossi che aggiunge: «La chiusura della strada è stata decisa concordando soluzioni alternative con chi ha accessi lungo la via Bossi. È stata valutata anche l’opzione di lasciare aperta una corsia, ma questo implicherebbe che i lavori, per permettere la movimentazione dei mezzi di cantiere, dovrebbero essere interrotti di continuo. Questa soluzione presta il fianco a una serie di criticità: si raddoppierebbero (a due anni) i tempi dei lavori e ci sono riserve significative dal profilo della sicurezza dei lavoratori nel cantiere e delle relative autorizzazioni, ma anche per gli utenti della strada e i pedoni. Inoltre, vi sarebbe comunque un impatto sulla viabilità dovuto alle citate interruzioni».
I lavori previsti per via Bossi sono naturalmente passati in Municipio, continua la titolare del Dsu, «il cantiere è stato avviato nell’imminenza delle vacanze scolastiche di Carnevale, proprio per valutare gli impatti concreti con traffico ridotto. L’obiettivo è di eseguire i lavori nella maggiore sicurezza possibile con la durata minore. Vedremo come adeguare la situazione. I nodi semaforici sono in fase di ricalibrazione, sono stati impiegati degli addetti alla sicurezza stradale e si valuterà quali margini di adattamento ulteriori ci sono per il traffico. Se invece, dopo una fase di adattamento iniziale, non dovesse davvero funzionare con gli accorgimenti che abbiamo introdotto, dovremo introdurre un’altra soluzione, che però richiederà più tempo per il cantiere e costi aggiuntivi».
Potrebbero cambiare le tempistiche del cantiere? «Proprio giovedì ci sarà una riunione tecnica, che era già stata prevista, per poter disporre di un aggiornamento, discuterlo e valutare in seguito come procedere – spiega la municipale di Lugano –. Se si può mantenere la soluzione prospettata dai tecnici (quella attuale), altrimenti, se non fosse il caso vedremo di adattare i lavori. La questione riguarda anche l’uso parsimonioso delle risorse finanziarie e il coordinamento con altri cantieri necessari. Poi, la sicurezza delle persone e la mobilità dev’essere garantita, ma ci vuole anche un po’ di pazienza iniziale per capire se e come effettivamente il traffico si adatta e con quali correttivi».